Timidezza nei bambini: consigli pratici per i genitori

Timidezza nei bambini: consigli per i genitori

timidezza nei bambini

Timidezza nei bambini: consigli per i genitori

La timidezza, di per sé, è un tratto di personalità, non è un difetto. In alcuni contesti può apparire come una qualità: le persone timide tendono ad essere ascoltatori attenti, riservati, ​​e spesso si dimostrano essere una gradita compagnia anche senza esser particolarmente loquaci.

Quando, però, si parla di timidezza nei bambini, si aprono questioni che coinvolgono, spesso, le paure e i timori dei genitori.

Non è necessario dire, in tono di scusa, come se ci si sentisse in difetto “è ‘un bambino timido,” soprattutto di fronte al bambino stesso, in quanto non vi è nulla di male nell’essere timido, non è una colpa.

Molte persone non capiscono la timidezza e considerano l’essere timido come l’avere un problema. Si crede che un bambino timido deve necessariamente soffrire di una scarsa considerazione di sé. Il più delle volte questa etichetta non è per niente corretta.

Ogni bambino nasce con il proprio carattere, temperamento (in psicologia e psichiatria il termine “temperamento” viene usato per indicare la mescolanza degli aspetti innati della personalità) .

La timidezza nei bambini non va via nel corso del tempo, ma i bambini timidi possono imparare ad essere più sicuri ad interagire con altre persone in modo sereno.

Bisogna sostenere il proprio bambino nella sua timidezza, non fargliela pesare come se fosse un difetto, del quale bisogna assolutamente modificare.

I genitori si preoccupano molto quando il loro bambino evita situazioni dove c’è molta gente o devono recarsi in posti poco conosciuti al bambino.

E ‘normale volere che il proprio bambino sia sicuro e tranquillo nelle varie situazioni sociali, ma questo non viene naturale a tutti i bambini. Per quei bambini che ci mettono un po’ a sentirsi a proprio agio tra persone sconosciute e situazioni nuove, sarebbe opportuno praticare degli esercizi sociali per renderli più sereni.

Timidezza nei bambini: quando è solo timidezza e quando è qualcosa di più serio?

Un bambino timido ma con autostima sana si rapporta guardando l’interlocutore negli occhi , non mostra pensieri negativi riguardo la propria persona, sembra felice con se stesso, riesce a relazionarsi con gli altri anche se in un primo momento ha mostrato un atteggiamento poco estroverso. Ha un carattere riservato, poco espansivo, è un gran osservatore. Si “ scalda” lentamente a nuove conoscenze, ma non si vieta di fare amicizie, anche se tende ad essere selettivo.

Timidezza nei bambini: caratteristiche del comportamento timido normale

  • è normale per un bambino piccolo di “aggrapparsi” ai suoi genitori e piangere in una nuova situazione sociale. Diventa critico se lo fa tutte le volte che viene portato in quel medesimo posto con persone che conosce già.
  • è ‘ normale per un bambino in età prescolare non parlare quando persone che non conosce gli rivolgono la parola, facendogli domande. Potrebbe nascondersi dietro un genitore o evitare, inizialmente , di entrar a far parte di un gioco.

Fino a 6 anni, il 50% dei bambini soffre di un certo tipo di timidezza, può essere che il bambino si senta a proprio agio con gli adulti ma non con i coetanei, o viceversa, oppure con entrambi e si sentono a proprio agio solo in famiglia.

Timidezza nei bambini: quando diventa un problema?

In alcuni bambini, la timidezza è la manifestazione di problemi interni, di paure, ansie e preoccupazioni. Questi bambini evitano il contatto visivo e manifestano problemi comportamentali, come rabbia, aggressività. Alcuni bambini si nascondono dietro l’etichetta di “è un bambino timido”, e questa diventa una scusa per non sviluppare abilità sociali .

Timidezza nei bambini: segnali da monitorare

  • vostro figlio ha già superato i 3-4 anni e continua a rifiutarsi di giocare con gli altri suoi coetanei e vuole sempre essere accompagnato da un adulto di fiducia alle feste di compleanno, durante i giochi di gruppo;
  • piange inevitabilmente tutte le mattine quando viene accompagnato a scuola;
  • il bambino potrebbe non essere in grado di dire ‘ciao’ se viene salutato e guardare qualcuno mentre gli sta rivolgendo la parola;
  • il bambino mostra segni d’ansia di fronte a situazioni sociali nuove e non;
  • la timidezza sta interferendo con il suo rendimento scolastico , con il fare e mantenere amicizie .

Molti genitori si sentono in colpa e frustrati dalla timidezza del proprio figlio, lo vorrebbero più sicuro e disinvolto: importante è non trasmettere questo al bambino, anche perché uno dei fattori della timidezza deriva dal contesto familiare. È meglio concentrarsi sui miglioramenti e i piccoli passi positivi che il bambino sta compiendo per affrontare e superare la timidezza eccessiva.

Se trascurata o sottovalutata questo tipo di timidezza può portare al manifestarsi di un disturbo d’ansia. Quindi è opportuno, segnalare questi sintomi ad uno psicologo e intervenire , opportunamente, e a lavorare sull’autostima del bambino.

Per superare la timidezza nei bambini, è necessario costruire e rafforzare l’autostima.

Timidezza nei bambini: come comportarsi?

Qui alcune indicazioni generiche utili su cosa fare per approcciarsi alla timidezza ne bambini

  • E’ forte la tentazione di voler aiutare il bambino timido. Ma attenzione, tanto più si insiste, più alcuni bambini si ritraggono. Non si deve forzare il bambino. E ‘meglio creare un ambiente confortevole che faccia si che la sua personalità venga fuori in modo naturale .
  • Mai etichettare un bambino con “è timido”, questo lo farebbe sentire come se avesse un difetto, e si richiuderà in se stesso ancor più.
  • Al posto di dire “è timido” , è consigliabile sostituire con termini del “è riservato”, “è discreto”. Questi sono i termini più appropriati per non far sentire “diverso” il proprio bambino. Le etichette influenzano anche il modo in cui gli altri trattano il bambino.
  • Quando si ha intenzione di andare a visitare qualche amico o parente, è opportuno evitare di dire al bambino “non essere così timido”, questo lo porterà ad imbarazzarsi e ad essere ancora più chiuso, creandogli ansia e paura. E’ meglio dire al bambino, in anticipo, cosa sarebbe opportuno che dica , per educazione ,come un “ciao” .
  • Importante è evitare di porre troppa attenzione al bambino, questo lo farebbe sentire osservato e scatenare, inevitabilmente , reazione di malessere. Incoraggiare il bambino a portare con sé una delle sue attività preferite (carte da gioco, il suo gioco preferito), in modo tale da poter essere utilizzato come ponte di comunicazione con le persone presenti.
  • La combinazione di un genitore estroverso e quella di un bambino più riservato è un incentivo per la timidezza. Capita alcune volte, di assistere a genitori che rispondono alle domande che vengono poste al bambino, con la scusa che è timido , lo limitano ancor più, non facendo altro che alimentare la sua timidezza e insicurezza. Per ovviare a questo, è consigliabile rispettare la tendenza caratteriale del proprio figlio, non prevaricando e soprattutto non sostituendosi a lui se qualcuno gli pone, rivolge qualche domanda.
  • Si può aiutare il bambino organizzando uscite con altre persone frequentemente, incoraggiando e lodando il comportamento sociale ‘coraggioso’, mostrandogli come agire in situazioni sociali specifiche.

Timidezza nei bambini: indicazioni specifiche per aiutare i bambini della scuola primaria con timidezza in situazioni sociali

  • Lasciare del tempo al bambino di sentirsi a proprio agio nel nuovo luogo, contesto, con persone poco conosciute. L’adulto “sconosciuto” deve essere incoraggiato a giocare con un giocattolo vicino al bambino e utilizzare una voce calma e serena.
  • E’ consigliabile per il genitore rimanere con il bambino nella nuova situazione sociale, insieme agli altri del gruppo, e incoraggiare delicatamente il proprio bambino ad esplorare. Non appena il bambino appare più a suo agio , allontanarsi gradualmente e per brevi periodi . Tornare sempre prima che il bambino si arrabbi o manifesti disagio , in modo tale che queste nuove esperienze siano il più possibile percepite come positive.
  • Evitare di confortare in modo eccessivo il bambino. Confortare troppo potrebbe inviare il messaggio errato che quella situazione sia spaventosa, e questo potrebbe , incidentalmente , incoraggiare il comportamento timido del bambino.
  • Appena il bambino mostra un comportamento “aperto e coraggioso” lodarlo utilizzando il contatto visivo, ma senza intervenire fisicamente al gioco che sta svolgendo insieme agli altri. Poi, quando sarete soli, esprimete esattamente cosa vi è piaciuto che il vostro bambino abbia fatto come ad es.“mi è piaciuto il modo in cui hai detto ciao alla bambina con il vestitino rosa, hai notato che ti ha sorriso quando hai fatto questo? “
  • Modellare il proprio comportamento sociale fiducioso davanti al bambino, in modo che il bambino possa prendere esempio e imparare da voi, osservando i vostri atteggiamenti , ad esempio, quando qualcuno vi dice “ciao”, ricambiare con un bel “ciao” sorridendo.
  • Fare in modo di far “sentire” al vostro bambino che siete sicuri riguardo al fatto che sappia gestire da solo le situazioni sociali. Se percepisce che siete preoccupati , tenderà ad chiudersi in sé ed arrabbiarsi .
  • Se altre persone dicono “tuo figlio è timido” davanti al bambino, cercare di intervenire delicatamente correggendoli dicendo, per esempio, ‘Lui non è timido – si prende solo un po’ di tempo per mettersi a proprio agio , gli piace osservare e poi partecipare”

Timidezza nei bambini: alcune indicazioni per aiutare i bambini in età scolare con timidezza in situazioni sociali

  • Incoraggiare la partecipazione del bambino alle feste organizzate dagli amici e organizzarle anche a casa propria. Se il bambino è invitato a casa di un amico, inizialmente si potrebbe accompagnarlo rimanendo alla festa , e successivamente, ridurre gradualmente il tempo che si passa con il bambino in casa di altri.
  • Creare e simulare delle situazioni in casa che potrebbero capitare a scuola o in altre situazioni sociali. Questo aiuterà il bambino a sentirsi più a suo agio quando deve stare insieme ai suoi compagni e amichetti.
  • Incoraggiare il bambino a fare alcune attività extrascolastiche. Provare a trovare quelli che favoriscono comportamenti sociali , come per esempio, gli scout, lo sport. Importante però è che siate insieme a decidere quale attività extrascolastica dovrà fare. Il bambino deve essere entusiasta, meglio dandogli delle alternative e fare sceglierli quella che crede gli possa dare più piacere.
  • Allenare il vostro bambino attraverso piccoli compiti di interazioni sociali. Ad es. in famiglia , ricordare al bambino a stabilire sempre un contatto visivo e rispondere alle domande con un tono di voce tale che gli altri lo possano sentire bene
  • Evitare di fare confronti negativi con i fratelli o amici più sicuri. Bisogna aiutare a costruire e migliorare l’autostima del vostro bambino , concentrandosi sui piccoli passi e miglioramenti che il bambino compie per sentirsi più sicuro.
  • Com’è risaputo, i bambini timidi non vogliono essere notati . Si potrebbe aiutare il bambino dicendogli che le persone , di solito, sono più propensi a notare di più il suo silenzio , rispetto a sentire qualche parola ogni tanto .
  • Preparare il bambino, attraverso simulazioni a casa, delle varie situazioni sociali che lo fanno sentire preoccupato e gli inducono paura.
  • Non forzare il bambino a parlare o fare le cose di fronte ad altre persone.
  • Se il bambino riesce a fare qualcosa che normalmente gli procura ansia – per esempio, parlare al telefono- riconoscere il suo successo e incoraggiandolo con lodi e apprezzamenti,  dirgli che si è orgogliosi e che sta facendo un buon lavoro. Nel fare questo, bisogna descrivere i suoi sforzi nel dettaglio, non essere mai generici. Inoltre, è importante che , se sono presenti persone poco familiare, evitare di lodarlo, e farlo in un secondo momento quando siete da soli, perché potrebbe farlo sentire in imbarazzo.
  • Importante è , inoltre, far conoscere al personale educativo presente alla materna e ai maestri della scuola primaria , del lavoro che si sta compiendo con il bambino, dando alcune indicazioni su come approcciarsi, in tal modo da rendere l’ambiente scolastico per il bambino il meno “ostile” possibile.
  • Incoraggiare delicatamente il bambino ad unirsi in situazioni sociali e di avviare nuove attività. Evitare situazioni sociali può peggiorare il problema.
  • Non importa di come ci si possa sentire frustrati, evitare di criticare il bambino e essere negativi circa la sua difficoltà nelle situazioni sociali.

Molti genitori si sentono in colpa e frustrati dalla timidezza del proprio figlio, lo vorrebbero più sicuro e disinvolto: importante è non trasmettere questo al bambino, anche perché uno dei fattori della timidezza deriva dal patrimonio genetico. È meglio concentrarsi sui miglioramenti e i piccoli passi positivi che il bambino sta compiendo per affrontare e superare la timidezza eccessiva.

Timidezza nei bambini: altri consigli

Mettere le basi per impostare un buon atteggiamento mentale per aiutare il proprio figlio in un percorso di autostima , come:

  • partire da un atteggiamento di accettazione: accettare che il bambino abbia un problema di timidezza eccessiva o di ansia sociale, ma rendersi conto che questo è soltanto un aspetto del vostro bambino , e ciò nulla toglie che abbia punti di forza il altri contesti
  • accettare il bambino per quello che è. Non è giusto desiderare ti trasformare il bambino i un “animale sociale” a tutti i costi. Anche l’essere timidi ha i suoi vantaggi.
  • rassicurare vostro figlio sul fatto che l’amate così com’è e fargli capire che sarete sempre disposti ad aiutarlo nell’affrontare prove nuove e a raggiungere gli obiettivi che si propone
  • Scindere i propri problemi da quelli del bambino
  • Sostenere il bambino prestandogli ascolto. Il genere di ascolto di cui stiamo parlando, è definito come ascolto empatico o attivo, e significa mettere in secondo piano i vostri impegni e cercare di identificarvi in vostro figlio. Ecco alcune linee guida su come fare:
    • quando ascoltate, tentate di mettervi nei panni di vostro figlio. Concentratevi su come si sente e non soltanto su cosa dice;
    • accettate il suo diritto ad avere il suo personale modo di sentire e pensare;
    • dimostrare la vostra accettazione con la postura del corpo, il tono di voce e l’espressione del viso;
    • mentre ascoltate, cercate di evitare di far domande inquisitorie, esprimere opinioni, offrire soluzioni o dare giudizi;
    • quando vostro figlio ha finito di parlare, fate un riassunto e ripetete per sommi capi i concetti e le emozioni più importanti che ha espresso.
  • Fissare l’attenzione sul positivo: invece di usare commenti negativi, il modo migliore per stimolare un nuovo comportamento è di notare i piccoli passi fatti e premiare spesso e con enfasi, l’atteggiamento desiderato. Importantissimo è di partire da aspettative di piccola entità.
  • Dargli tempo: è meglio concedergli il permesso di procedere alla velocità che preferisce, in quanto s incoraggiare un bambino cauto richiede una grande quantità di tempo e di energia che potrebbe portare a nessun miglioramento, o addirittura, peggiorare la situazione.

Timidezza nei bambini: quando si parla di ansia sociale?

L’ansia sociale è un atteggiamento che porta ad essere estremamente preoccupati della valutazione sociale che gli altri possono dare di noi, con la conseguente tendenza a evitare ogni persona o situazione che in qualche modo possa implicare una critica . Questo rende difficile incontrare persone nuove o gustare esperienze potenzialmente positive, impedisce di difendere efficacemente i propri diritti e di esprimere le proprie opinioni davanti ad altre persone, ostacola la lucidità di pensiero e la comunicazione, è accompagnata da stati d’animo negativi come la depressione, l’ansia, la scarsa autostima e il senso di solitudine. Questo porta ad un’elevata limitazione nello sviluppo delle potenzialità personali e danneggia gravemente la qualità della vita.

L’ansia sociale è l’esperienza di apprensione o preoccupazione causata dal timore che vi sia la possibilità, reale o immaginaria, di essere in qualche modo valutati o giudicati dagli altri. Ad esempio :

  • imbarazzo eccessivo quando si rovescia un bicchiere al ritornante o a casa di persone poco familiari;
  • senso di paralisi prima di una prestazione importante;
  • disagio quando si parla con qualcuno che non si conosce bene;
  • nervosismo eccessivo durante un colloquio di lavoro;
  • tensione prima di tenere un discorso.

Anche i bambini, naturalmente, sono soggetti all’ansia sociale, che si manifesta , nella maggior parte dei casi quando iniziano ad andare a scuola, spesso è proprio in quest’ambiente che hanno occasione di farne esperienza in varie circostanze come le seguenti :

  • rispondere alle domande in classe;
  • alzare la mano in classe;
  • scrivere alla lavagna;
  • partecipare a saggi di musica o recite;
  • durante le lezioni di ginnastica;
  • essere interrogato;
  • mangiare alla mensa scolastica;
  • fare domande all’insegnante;
  • usare i bagni della scuola, non per questioni igieniche;
  • fare qualsiasi cosa in classe che richieda di alzarsi dal proprio posto e attirare l’attenzione su di sé;
  • partecipare a sport di squadra;
  • andare alle feste;
  • prendere l’autobus della scuola;
  • andare a casa di amici;
  • invitare gli amici a casa;
  • usare il telefono;
  • stare fuori a dormire;
  • entrare in un negozio;
  • ordinare una portata in un ristorante;
  • parlare ad altri adulti;
  • giocare con i compagni durante l’intervallo;
  • fare qualsiasi cosa sotto lo sguardo altrui;
  • affrontare esami;
  • uscire con gli amici.

Vi sono anche alcuni sintomi fisici che di solito il bambino avverte quando è in ansia:

  • Mal di testa;
  • mal di pancia;
  • diarrea;
  • nausea;
  • senso di vomito;
  • rossore;
  • sudorazione;
  • tremori;
  • campate di caldo/ brividi;
  • tensione muscolare;
  • palpitazioni o battito accelerato;
  • pressione al torace;
  • respiro corto;
  • vertigini.

Nei casi più gravi, possono essere presenti attacchi di panico.

È facile non notare l’ansia sociale. Questo perché i bambini che hanno ansia sociale sono spesso silenziosi e obbedienti (in età prescolare o a scuola) e potrebbero non parlare delle loro paure o preoccupazioni.

Quando viene diagnosticata l’ansia sociale o una timidezza eccessiva nei bambini, bisogna seguire con il bambino stesso, un percorso psicologico.

Secondo studi recenti, molto utile, per attenuare l’ansia sociale , è eseguire esercizi di rilassamento per bambini, esercizi di osservazione del respiro, di rilassamento progressivo della muscolatura, allenamento all’immaginazione. Riporto qui di seguito un semplice esempio: “incomincia a fare alcuni bei respiri profondi, ora immagina di essere all’aperto in una bella giornata di sole. Ti stai riposando su un morbido prato verde circondato da tanti fiori . Senti il calore dei raggi del sole sul tuo viso, e vedi sopra ti te un cielo limpido con qualche simpatica nuvoletta a forma di animale……

Riferimenti

  • http://raisingchildren.net.au/articles/shyness_what_to_do_about_it.html
  • http://raisingchildren.net.au/articles/social_anxiety.html/context/727
  • http://www.askdrsears.com/topics/parenting/child-rearing-and-development/8-ways-help-shy-child
  • libro “Il bambino timido e come aiutarlo : consigli pratici per crescere bambini e adolescenti sicuri di sé e socialmente abili” di Markway, Barbara G., Pubblicato da Tea, 2008
Simona Lauri

stop abbuffateVIDEOCORSO

FERMA LA FAME EMOTIVA

Ti sei mai trovato/a o tuttora ti trovi a vivere il cibo come una vera e propria ossessione al punto tale da trasformare il momento dei pasti in un “incubo”? O ancora, combatti con i chili in eccesso e per questo ingaggi vere e proprie lotte con la bilancia?

Il videocorso “STOP ABBUFFATE CON LA MINDFUL EATING” sarà in grado di offrirti una bussola per allineare le tue intenzioni con le tue azioni quotidiane.

SCOPRI DI PIU'


doc da relazione come uscirneVIDEOCORSO

DOC DA RELAZIONE

Ti sei mai trovat* o tuttora ti trovi a pensare ripetutamente alla tua relazione e a domandarti continuamente -e con una grande quota di ansia- se ami ancora il tuo partner? Trascorri parte della giornata a cercare di capire se senti ancora le famose “farfalle nello stomaco”?

Il videocorso “DOC DA RELAZIONE COME USCIRNE” ti aiuterà a riconoscere le trappole che stanno dietro ai dubbi sull’amore e a vivere il rapporto serenamente!

SCOPRI DI PIU'



Contatta la psicologa

    Acconsento al trattamento dei miei dati personali ai sensi del Regolamento Europeo GDPR.


    Simona Lauri
    Simona Lauri
    Psicologa e psicoterapeuta breve strategica. Oltre che offrire interventi di psicoterapia breve, mi occupo di coaching alimentare e sportivo.

    Comments are closed.

    Timidezza nei bambini: consigli per i genitori
    Questo sito web utilizza i cookie per migliorare la vostra esperienza. Utilizzando questo sito web, accettate i nostri INFORMATIVA SULLA PRIVACY.
    Leggi tutto