Crisi di panico: ora muoio...impazzisco! No era solo un attacco di panico!

Crisi di panico: ora muoio…impazzisco! No era solo un attacco di panico!

 

crisi di panico

Crisi di panico: ora muoio…impazzisco! No era solo un attacco di panico!

Nel precedente articolo, sono stati descritti i sintomi più eclatanti di una crisi di panico. Col presente contributo, vengono passati in rassegna “gli errori” più comuni che una persona compie, nel tentativo di gestire un attacco di panico.

L’attacco di ansia è imprevedibile, colpisce all’improvviso, anche in situazioni non particolarmente ansiogene per il soggetto, in posti già da lui frequentati. Ma è anche vero che solitamente si presenta quando la persona si trova in luoghi affollati (es. mentre si è in coda alla posta), mentre ci si trova su un mezzo pubblico o mentre si sta guidando il proprio autoveicolo. Soprattutto quando il DAP non è ancora stato diagnosticato, la persona si reca al pronto soccorso, proprio per l’intenso malessere fisico (e anche psichico) che prova.

 Cosa fai….

Solitamente la persona che prova la sensazione di una crisi di panico, inizia a mettere in atto una serie di strategie per mantenere un (falso) controllo sulla propria condizione, soprattutto fisica. Quindi tenderà a controllare il proprio battito cardiaco, con la paura che questo si alteri, e chiaramente la profezia si autorealizza ed effettivamente il ritmo cardiaco si altera.

A meno che l’episodio non rimanga isolato, il soggetto che sperimenta più crisi, tende facilmente a sviluppare un’ ansia anticipatoria, cioè la paura che l’attacco possa ripresentarsi. Inizia quindi un lungo calvario se non si interviene tempestivamente. Il soggetto esce solo con persone precise (solitamente un familiare) dalle quali sa di poter ricevere aiuto in caso di malessere, si reca solo in luoghi a lui molto conosciuti, evita quelli affollati, e può anche smettere di guidare per paura di sentirsi male in mezzo al traffico.

Tutto questo compromette drasticamente la vita della persona, che inizia a ridurre le uscite (purché non siano strettamente necessarie, come per esempio recarsi al lavoro) con ovvie conseguenze negative sulla sua vita sociale e relazionale, nonché sul proprio senso di autonomia e capacità. Inoltre si eviteranno tutti quei luoghi e quelle circostanze in cui ci si è già sentiti male, nel timore di un’ ulteriore crisi (evitamento fobico).

Ad alimentare le già tante paure e insicurezze della persona concorrono i familiari che nel tentativo di proteggere il proprio caro, facendo per esempio le cose al posto suo, non si rendono conto che in questo modo minano ancora di più il già precario senso di autonomia della persona.

Queste insostenibili condizioni hanno come più grave conseguenza la comparsa di una, comprensibile, condizione depressiva, a causa del forte senso di inadeguatezza e sfiducia in se stessi.

…cosa dovresti fare!

Per aiutare e aiutarsi, anche se a volte sembra davvero difficile, è cercare di cambiare non solo la reazione nel momento in cui sei in piena crisi di panico, ma cambiare proprio la percezione! È questo uno degli obiettivi che si prefigge la terapia breve strategica, molto confacente al trattamento di questo disturbo.

Il DAP può richiedere un intervento sia farmacologico sia psicoterapico. Tra le forme di psicoterapia più idonee alla risoluzione del problema troviamo, oltre alla già citata TBS,  sicuramente la terapia cognitivo-comportamentale, la quale permette di operare quella riorganizzazione cognitiva con la quale il paziente può essere messo in grado di gestire al meglio il recupero della propria capacità di autonomia. Alcune tecniche comportamentali sono la rieducazione respiratoria e la desensibilizzazione in vivo.

Se sei più interessato a conoscere l’area conflittuale inconscia alla quale può essere riferita l’angoscia che si canalizza nella situazione di panico, o decodificare il significato simbolico dei luoghi e delle situazioni percepite come ansiogene, allora sarebbe interessante seguire un terapia psicodinamica.

Ma intanto che puoi fare?

Si sa (e se non lo sai, devi sapere) che di attacco di panico non si muore. Quindi stai tranquillo che non accadrà neppure a te!

Informati su cosa è e come si manifesta l’attacco di panico; questo ti permetterà di vedere il problema secondo un’altra prospettiva.

Non controllare in alcun modo le manifestazioni somatiche che la crisi d’ansia comporta. Questo accrescerebbe ancora di più il tuo malessere. Potresti invece cercare di distrarti con qualche compito. Per esempio se sei in auto, accendi la radio e canta!

 Quando sta arrivando l’attacco di panico, accettalo. Scacciarlo non servirebbe. Convinciti che per il momento vivrai una condizione di disagio ma…

…sai che passerà, come è sempre accaduto!

Nonostante spesso la crisi di panico si manifesta senza una ragione apparente, cerca di pensare a quale situazione hai percepito come ansiogena e cerca di darti una spiegazione. Ti aiuterà a capire che la tua mente non è proprio tua nemica, e che anzi ti sta avvisando che qualcosa ti sta mettendo paura, ti sta preoccupando e sta cercando, da sola, di superare il problema.

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Bibliografia

  • G. Nardone “Paura, panico, fobie. La terapia in tempi brevi” Ponte alle grazie, 2007
  • La Barbera, Varia “Percorsi clinici della psichiatria” Medical Books, 2003
  • P. Watzlawick, G. Nardone “Terapia breve strategica” Raffaello Cortina, 1997
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    Simona Lauri
    Psicologa e psicoterapeuta breve strategica. Oltre che offrire interventi di psicoterapia breve, mi occupo di coaching alimentare e sportivo.

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