La rabbia: come le emozioni non espresse avvelenano il corpo

La rabbia: come le emozioni non espresse avvelenano il corpo

la rabbia

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La rabbia: come le emozioni non espresse avvelenano il corpo

Quando si parla di rabbia, l’immaginario comune è immediatamente invaso da scene di esplosioni emotive, momenti di furia incontrollata e azioni impulsive. L’emozione della rabbia è vista come qualcosa di pericoloso, potenzialmente devastante per le relazioni e per l’integrità psicologica di chi la prova e di chi la subisce. Questo timore non è infondato: la rabbia, infatti, ha una capacità travolgente, spesso difficile da gestire, ma la sua repressione è un atto altrettanto pericoloso, anche se meno visibile. Dietro il controllo apparente si celano disturbi più profondi, che trovano spesso espressione attraverso il corpo: i disturbi psicosomatici.

La rabbia: un’emozione evitata e repressa

La rabbia, sebbene sia una delle emozioni fondamentali nell’essere umano, viene frequentemente repressa. Questa emozione, infatti, si associa a sensazioni di perdita di controllo e vulnerabilità. La paura di esplodere o di rovinare le relazioni spinge molte persone a evitarla, soffocarla, e fingere che non esista.

Si costruiscono barriere mentali, autoconvincendosi che, ignorandola, essa possa scomparire. Tuttavia, come ci insegna la psicologia, il tentativo di reprimere la rabbia non la elimina; al contrario, la imprigiona, trasformandola in un’energia latente che deve trovare un’altra via d’espressione.

Disturbi psicosomatici: il corpo come specchio della mente

I disturbi psicosomatici sono una manifestazione tangibile di un conflitto interno non risolto. Quando parliamo di questi disturbi, ci riferiamo a sintomi fisici che non trovano una causa medica adeguata ma sono strettamente connessi a fattori psicologici. Come suggerisce il termine “psicosomatico”, si tratta di un’interazione tra psiche (mente) e soma (corpo). La rabbia, quando non trova uno sbocco emotivo, può cristallizzarsi in disturbi fisici, come ulcere, gastriti, dermatiti e persino problemi cardiaci.

Numerosi studi (Lane & Schwartz, 1987; Matsunaga et al., 2011) hanno dimostrato come le emozioni, se non adeguatamente espresse, possano influenzare direttamente la fisiologia del corpo, portando a malesseri che variano dall’apparato gastrointestinale a quello cutaneo. La somatizzazione è quindi un campanello d’allarme: è il modo in cui il corpo comunica che c’è un disagio emotivo non risolto. Quando si reprimono emozioni come la rabbia, si crea una sorta di “energia compressa” che trova espressione attraverso sintomi fisici, come un modo alternativo per rilasciare tensione accumulata.

Rabbia repressa e il suo legame con il fegato

Uno dei collegamenti più affascinanti tra mente e corpo è rappresentato dal legame tra la rabbia e il fegato. Nella medicina tradizionale cinese, si ritiene che il fegato sia l’organo deputato alla gestione delle emozioni, in particolare della rabbia. Se quest’ultima viene soffocata, si verifica una stagnazione energetica che può condurre a disfunzioni fisiche proprio in questo organo (Zhou et al., 2020). La tensione psichica, in altre parole, si traduce in un disagio fisico localizzato, richiamando l’attenzione sulla necessità di un’espressione emotiva più libera.

La gestione della rabbia: l’importanza di un equilibrio

Il problema non è la rabbia in sé, ma il modo in cui scegliamo di affrontarla. Anziché reprimerla, è fondamentale imparare a esprimerla in maniera sana e costruttiva. La terapia cognitivo-comportamentale (Beck, 1976) propone strategie efficaci per la gestione delle emozioni, aiutando le persone a riconoscere i propri trigger emotivi e a esprimere i sentimenti in modo assertivo, evitando che essi si trasformino in somatizzazioni dannose.

Un altro approccio utile è la mindfulness, che insegna a entrare in contatto con le proprie emozioni senza giudizio, accettandole come parte di un’esperienza umana complessa e dinamica. Attraverso queste tecniche, si può evitare che la rabbia accumulata diventi un peso psicosomatico.

Conclusione

La rabbia non è un’emozione da temere, ma da comprendere. Reprimerla può sembrare la via più sicura per evitare il conflitto, ma il corpo non dimentica. Ogni emozione non espressa cerca un canale per manifestarsi, e spesso quel canale è il corpo. Essere consapevoli di questo legame mente-corpo è il primo passo verso una gestione più sana delle proprie emozioni, evitando che esse si trasformino in disagi fisici e psicosomatici. La rabbia, come tutte le emozioni, ha una sua funzione vitale e, se adeguatamente riconosciuta e affrontata, può diventare una risorsa di crescita e trasformazione.

Leggi il mio articolo su come gestire la rabbia

Bibliografia e sitografia

  • Beck, A. T. (1976). Cognitive Therapy and the Emotional Disorders. International Universities Press.
  • Lane, R. D., & Schwartz, G. E. (1987). Levels of emotional awareness: A cognitive-developmental theory and its application to psychopathology. American Journal of Psychiatry, 144(2), 133-143.
  • Matsunaga, M., Isowa, T., Ohira, H., & Fukuyama, S. (2011). Implicit anger modulates cytokine response to acute stress in humans. International Journal of Psychophysiology, 81(3), 216-222.
  • Zhou, Y., Zhang, X., Zhao, H., & Wang, W. (2020). The role of liver in emotion regulation: perspectives from the Traditional Chinese Medicine. Evidence-Based Complementary and Alternative Medicine, 2020, 1-9.
Simona Lauri
Simona Lauri
Simona Lauri
Psicologa e psicoterapeuta breve strategica. Oltre che offrire interventi di psicoterapia breve, mi occupo di coaching alimentare e sportivo.

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