bambino che gioca con il cellulare
La domanda che sorge spontanea quando si parla di cellulari, riguarda l’utilizzo scorretto delle tecnologie: che conseguenza può avere sulla nostra vita, sul nostro cervello e sulla nostra salute?
Sebbene sia diffusissimo, il cellulare sia uno strumento “relativamente recente”, tutti abbiamo potuto notare come la nostra quotidianità e quella delle persone che ci circondano sia profondamente influenzata da questi dispositivi.
Inoltre, negli ultimi anni, la percentuale di cellulari in possesso a ragazzini molto giovani, oppure bambini è vorticosamente salita.
Le nuove generazioni sono cresciute in simbiosi con la tecnologia, la comunicazione tramite i social network ed i giochi della playstation: sono i nativi digitali di cui tanto si parla al giorno d’oggi.
Sono spesso abili utilizzatori delle tecnologie, sono al passo con i tempi e difficilmente non li utilizzano per un fine che non riguardi il campo sociale dei propri pari. Ed è proprio durante la fase pre-adolescienziale e quella dell’adolescenza, che le nuove tecnologie esercitano una notevole influenza.
Il passaggio che vede il bambino, trasformarsi in adolescente si gioca, infatti, all’interno di continue “sfide” che hanno a che fare con il distacco dai propri genitori da un lato e, l’accettazione da parte del proprio gruppo di pari, dall’altro.
È un percorso difficile ed in alcuni complesso, quindi uno strumento di espressione come il cellulare rappresenta un potente mezzo comunicativo da usare per agevolare questo passaggio. Ma è anche un pericoloso avversario.
È stato studiato, infatti, che gli utenti di ogni età che si interfacciano con un cellulare, abbiano una gratificazione istantanea, data da un flusso di dopamina che inonda il proprio cervello.
È, in misura limitata, lo stesso meccanismo che lega gli scommettitori al gioco d’azzardo, i bevitori all’alcol ed i fumatori alle sigarette.
La cosa paradossale è che se mettiamo dei limiti di età per questi 3 comportamenti, non ci poniamo il problema del fatto che, un essere poco più che bambino, possa attingere ad un dispositivo in grado di creare fortissima dipendenza.
È come se i genitori offrissero al figlio dodicenne un bel bicchiere di liquore tutte le volte che sono giù di morale per i loro problemi adolescenziali.
È esattamente così che gli alcolizzati diventano tali: se un ragazzo ha degli amici su cui contare, tutte le volte che starà male si confiderà con loro e così faranno anche loro di riflessio, rafforzando quel rapporto; se invece per placare le sue sofferenze adolescenziali si metterà a bere, allora nella sua mente si creerà un’associazione che collegherà la gestione della sofferenza alla ricerca di alcolici.
Come è vero che un bicchiere di vino non nuoce alla salute ma ubriacarci ci fa stare male, allo stesso modo l’utilizzo dei cellulari andrebbe moderato e reso più umano e meno “interferente” con le relazioni reali.
Il primo passo per potere uscire da questa dipendenza, è quello di ammettere di avere un problema. Ovviamente può risultare difficile giungere a questa consapevolezza, se siamo circondati da persone che fanno la stessa cosa e siamo immersi in una società che preme per un utilizzo sempre più forsennato dei nostri amati dispositivi.
Ecco qui di seguito un piccolo test per verificare il tuo grado di dipendenza da smarthphone:
Se presenti alcune delle caratteristiche sopra elencate, dovresti fare attenzione all’utilizzo che fai del tuo cellulare.
Gli esperti di dipendenza tecnologica hanno sviluppato, oltre alle terapie specifiche, una serie di trucchi per poter limitare l’uso del cellulare e per evitare di utilizzarlo nei momenti meno opportuni.
L’obiettivo dei seguenti consigli è quello di riconquistare il proprio potere sui nostri dispositivi elettronici, trasformando un oggetto che ormai è in grado di dominarci, in uno strumento a nostro servizio.
Per approfondire leggi:
Dipendenza da smartphone, nomofobia: nuove tecnologie e nuovi problemi
Nomofobia: quando le nuove tecnologie creano disagi
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