Dipendenza da smarthphone, nomofobia: nuove tecnologie, nuovi problemi

Dipendenza da smarthphone, nomofobia: nuove tecnologie e nuovi problemi

dipendenza da smarthphone

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Dipendenza da smarthphone, nomofobia: nuove tecnologie e nuovi problemi

È la nostra sveglia, la prima cosa che guardiamo la mattina, mentre andiamo a lavorare, in ogni momento libero, dopo pranzo e dopo cena, in bagno, mentre guardiamo la tv e perfino quando usciamo con un amico o il nostro partner: è il cellulare.

Mi torna in mente quando da bambina mi piaceva guardare le cartine geografiche e di tanto in tanto giocavo a indovinare le capitali con alcuni amici che condividevano la stessa “fissazione”.

Non eravamo per nulla bravi ma  ricordo le lunghe discussioni su quale potesse essere la capitale del Perù, della Russia ecc…

Pochi anni dopo questi giochi e queste modalità di ricerca sono state sostituite, dalla velocità di ricerca tipica dei smartphone che, in una frazione di secondo, riescono a fornirci dettagliate informazioni enciclopediche su tutto ciò che vogliamo sapere.

Ormai questi oggetti fanno parte della nostra quotidianità, spesso ci aiutano a svolgere i nostri lavori, a intrattenerci, a rimanere in contatto con le persone alle quali vogliamo bene e ad informaci sul mondo.

Nessuno può negare che abbiano cambiato irreversibilmente la nostra esistenza, portandoci ad essere sempre connessi, grazie alla potenza di un computer comodamente inserito in un dispositivo tascabile.

Dipendenza da smarthphone: un nuovo e diffusissimo comportamento

Gli psicologi non hanno potuto fare a meno di notare la sempre più diffusa tendenza a sviluppare dei comportamenti di dipendenza dal cellulare.

Probabilmente avrete già sentito parlare di nomofobia, che in questi anni affolla le pagine delle riviste sulla salute e le ricerche google delle madri più preoccupate.

Ma cos’è esattamente la nomofobia?

Per quanto sembri un termine di derivazione greca, è un termine originatosi nella cultura americana che ha contratto in una sola parola la frase no-mobile-phobia ossia il terrore di non avere il cellulare. Si manifesta anche nei casi nei quali il cellulare si scarica o quando non prende e quindi risulta del tutto inutile, o ancora quando si esauriscono i fatidici “giga” che abbiamo a disposizione ogni mese.

La conseguenza, come in tutte le fobie, è quella di generare paura e livelli di ansia che possono essere estremamente fastidiosi e inficiare il sereno svolgimento della nostra vita di tutti i giorni.

Smartphone dipendenza: statistiche di utilizzo

L’utilizzo degli smartphone è talmente forsennato da far preoccupare non solo le mamme particolarmente apprensive, ma anche tutti gli studiosi che si occupano di salute mentale e nuove tecnologie. Un cambiamento così radicale avvenuto in così pochi anni è una singolarità storica e risulta essere veramente importante capire dove porterà e se ci sono campanelli d’allarme per i quali è meglio avere particolari attenzioni.

Alcuni dati ricavati da ricerche affidabili, svolte su campioni sufficientemente ampi e rappresentativi, hanno fatto emergere dati  spaventosi:

Quasi più della metà degli utilizzatori di smartphone, lo usa più di 5 ore al giorno circa. Alcuni non ricordano nemmeno l’ultima volta che lo hanno spento, altri sostengono di non averlo spento mai dal giorno dell’acquisto.

Ma i dati più sconvolgenti riguardano l’effetto degli apparecchi elettronici sulle relazioni: un americano su dieci (1/5 se parliamo della fascia tra i 18 e 35 anni) ammette di aver usato il cellulare mentre faceva sesso e quasi tutti hanno sperimentato l’invadenza del cellulare in momenti di intimità o in presenza di amici.

Il 12% delle persone pensa che il cellulare sia dannoso per le relazioni, ma contemporaneamente non è disposto a farne a meno.

Inoltre l’utilizzo scorretto dello smartphone può mettere a rischio la propria vita e quella di chi ci circonda. Se non ci credete provate a pensare che, nonostante si sia provato che messaggiare alla guida altrettanto dannoso quanto la guida in stato di ebrezza, il 27% del nostro campione confessa di aver mandato un messaggio mentre guidava benché sapesse di mettersi in una situazione di pericolo (si parla del 34% di possibilità in più di fare un incidente rispetto alle normali condizioni di guida)

Infine, è sbalorditiva la vicinanza che intercorre fra il cellulare e la persona che lo possiede durante tutta la giornata: difficilmente è fuori dal raggio di un metro, soprattutto se parliamo della notte.

Infatti, nonostante il cellulare sia inutile di notte, quasi tutti (più dell’80% dei ragazzi) dormono con il cellulare sul comodino.

Il 58% degli uomini ed il 46% delle donne sembra soffrire di nomofobia e circa il 9% di loro subisce un livello di stress paragonabile a quello che si prova i giorni prima del matrimonio, o prima di un’operazione, quando il dispositivo si spegne.

Secondo un curioso studio, infine, una persona su cinque preferirebbe camminare una settimana a piedi nudi piuttosto che abbandonare il proprio cellulare.

Approfondisci il tema della dipendenza dal cellulare e la nomofobia:

Sei smarthphone dipendente? Consigli per gestire nomofobia e dipendenza cellulare

 

Simona Lauri

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    Simona Lauri
    Psicologa e psicoterapeuta breve strategica. Oltre che offrire interventi di psicoterapia breve, mi occupo di coaching alimentare e sportivo.

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