Personalità del bambino: l'importanza delle cure materne

Personalità del bambino: l’importanza delle cure materne

Personalità del bambino: l’importanza delle cure materne

Nel precedente articolo mi sono soffermata, sulla naturale predisposizione di madre e bambino alla relazione, con il presente contributo, continuo ad indagare l’importanza della relazione madre-bambino per lo sviluppo equilibrato del piccolo.

Simona Lauri

«La relazione madre-bambino è unica e senza termini di paragone, stabilita in modo immutabile per tutta la vita come il primo e più forte oggetto d’amore e come il prototipo di tutte le successive relazioni amorose» (Freud, 1940: p. 45). Prendendo spunto dalla tradizione psicoanalitica ed integrandola con la prospettiva evoluzionistica, la psicologia dello sviluppo e la teoria dei sistemi di controllo, John Bowlby ha inaugurato un filone di ricerca ricco di spunti di riflessione sulla relazione tra bambino e principali figure di accudimento.

In particolare egli ebbe modo di osservare gli effetti devastanti dell’esperienza precoce di privazione e separazione del bambino istituzionalizzato dalla propria figura materna; un evento che predisponeva alla manifestazione di disturbi mentali nella successiva età adulta. Insieme al suo collega James Robertson, inoltre, notò che i bambini sperimentavano un’intensa angoscia nel momento in cui venivano separati dalle loro madri, nonostante fossero nutriti e accuditi da altri (Cassidy, Shaker, 2002).

Personalità del bambino: per quale motivo la madre è così importante?

La domanda alla quale Bowlby tentò di dare una risposta fu, dunque, per quale motivo la madre fosse così importante per il bambino. Folgorato dalle teorie evoluzionistiche, lo studioso, affermò che il legame tra madre e bambino fosse il prodotto di un sistema di schemi comportamentali a base innata, il cui scopo va rintracciato nella possibilità di proteggere e salvaguardare la sopravvivenza del piccolo. La selezione genetica ha favorito l’emergere di comportamenti di attaccamento perché aumentano la probabilità della vicinanza madre-bambino. L’attaccamento alla madre, dunque, può esser fatto risalire ad una motivazione intrinseca primaria, fondata sulla necessità del bambino di dare vita ad uno stretto contatto fisico con la figura di accudimento.

I comportamenti di attaccamento

Piangere, aggrapparsi, sorridere, sono tutti comportamenti di attaccamento che possono essere considerati come schemi pre-programmati, che prendono forma e si sviluppano in virtù dell’istinto di sopravvivenza.Ugualmente pre-programmata è la sensibilità e la prontezza ai segnali del figlio da parte della madre, la sua capacità di decodificare il tipo di pianto etc. Ne consegue che le condizioni che contribuiscono allo sviluppo o meno dell’attaccamento sono: la prontezza, la sensibilità attraverso cui la madre risponde ai segnali di un bambino, nonché l’entità e il tipo di interazione tra la coppia (Bowlby, 2003). Se la figura di attaccamento è riuscita a mostrarsi sicura, empatica, responsiva, essa, sarà in grado di garantire nel corso dello sviluppo del bambino una base altrettanto sicura, fondamentale per consentire al piccolo dell’uomo di esplorare l’ambiente, di giocare e sviluppare tutti quei comportamenti sociali che gli apriranno le porte verso l’età adulta.

Modelli operativi interni

Non solo: le esperienze di cure attente o disattente nel corso della prima infanzia permettono di formare nella mente del bambino delle rappresentazioni generali (MODELLI OPERATIVI INTERNI) dell’accessibilità e della disponibilità del caregiver, oltre che della convinzione di meritare o meno tali cure.

Queste aspettative non solo permettono di produrre previsioni immediate sull’adeguatezza delle reazioni del caregiver, ma guideranno le scelte future e le aspettative nel campo delle relazioni intime e ancora, la personalità del bambino, l’autostima e il comportamento nei confronti degli altri. Proprio quest’ultimo aspetto  sarà oggetto di approfondimento nel prossimo articolo.

Bibliografia

  • Bowlby, J., Una base sicura: applicazioni cliniche della teoria dell’attaccamento, Raffaello Cortina Editore, Milano, 2003.
  • Cassidy, J., Shaker, P., R., Manuale dell’attaccamento: teoria, ricerca e applicazioni cliniche, Giovanni Fioriti Editore, 2002.
Simona Lauri

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    Simona Lauri
    Simona Lauri
    Psicologa e psicoterapeuta breve strategica. Oltre che offrire interventi di psicoterapia breve, mi occupo di coaching alimentare e sportivo.

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