Pensiero ossessivo: consigli e strategie per fronteggiarli

Pensiero ossessivo: consigli e strategie per fronteggiarlo

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Pensiero ossessivo: consigli e strategie per fronteggiarlo

Al di là del Disturbo ossessivo-compulsivo scientificamente conclamato, il pensare in modo ossessivo di per sé non è una malattia, come sostiene il dottor Philipson, quanto un disordine emozionale e del pensiero.

Ne possiamo essere affetti tutti, periodicamente e/o con diversa entità.

Il caso di Anna, 36 anni, spiega una versione, più comune e meno patologica, del pensare in modo ossessivo

“Finché ero molto giovane, non avevo questo problema. Forse perché ancora dovevo fare molte esperienze (negative). Credo che il problema di fondo sia il mio carattere emotivo ed ansioso. A partire dall’età di 20 anni ho sempre lavorato, purtroppo alcune esperienze lavorative non sono state positive. Ho subito mobbing almeno 2 o 3 volte, mi sono state dette e fatte cose alle quali non ho risposto per le rime….mi sono fatta letteralmente calpestare e trattare male da quelle persone. Lì per lì, l’unica reazione che mi dava sollievo e senso di liberazione era cambiare lavoro e così facevo. Purtroppo però, già da 5 anni soffro di pensieri ossessivi, continuo a rimuginare su quegli eventi: prima di addormentarmi, la mia mente comincia a pensare a tutte quelle persone, a quelle frasi….vedo me in terza persona rispondere per le rime, reagire in modo appropriato. Ma è solo la mia immaginazione, in realtà è tutto irrisolto….ho bisogno di risolvere, di recuperare, di riscattarmi, e riesco a farlo solo pensando, pensando, pensando in continuazione a quegli eventi. La mia mente è rimasta bloccata….finché non trovo un modo per elaborare e risolvere ciò che ho lasciato in sospeso in passato, non riuscirò a smettere di pensare”.

Vi suona familiare? Quante volte ripensiamo a situazioni irrisolte? La sensazione è quella di sentirsi schiacciati, colmi di rabbia, preoccupati.

Marco, 28 anni:

“Ero letteralmente ossessionato dal desiderio di perfezione. Tutto ciò che facevo doveva essere perfetto, impeccabile. Mi sentivo un pasticcione, sapevo di avere delle potenzialità, ma non riuscivo a raggiungere i risultati che volevo. Appena notavo un difetto fisico, mi coprivo oppure cercavo di lavorare assiduamente su quel difetto; scrivevo una email di lavoro e avevo bisogno di rileggere ciò che avevo scritto almeno 10 volte prima di inviarla, se notavo un alone sul vetro della finestra, mi accingevo a levarlo ma quell’alone non andava mai via, se dovevo ricevere ospiti a casa, pulivo in modo compulsivo ogni angolo e poi lo ricontrollavo ripetutamente per assicurarmi che nel frattempo non si fosse sporcato nulla. Mi sentivo sempre incompleto e soprattutto ero ossessionato dal fatto che anche gli altri potessero notare le imperfezioni e giudicarmi!

e ancora, Sara 17 anni:

“Ho paura dei bulli. Non faccio altro che fissarmi sulle loro facce, sulle cose che mi dicono. Non riesco a studiare, ho perfino pensato di abbandonare la scuola. Non riesco a dedicarmi a hobby, sport di gruppo ecc. Mi sto autoconvincendo di essere sbagliata, penso sempre, penso troppo….la mia mente è diventata una poltiglia di cose”.

 Pensiero ossessivo: quali i temi più comuni?

Da un’analisi di vita quotidiana, abbiamo riscontrato che i pensieri ossessivi più comuni sono:

  • paura di ammalarsi
  • paura di essere omosessuali
  • paura di non amare il partner
  • paura di ferire o far del male ai propri cari o a un estraneo
  • focalizzarsi su qualche tipo di aggressione sessuale
  • ossessione per la simmetria e l’ordine
  • preoccupazioni su piccole cose di vita quotidiana (chiudere la porta a chiave ecc)

L’idea di fondo è che la preoccupazione abbia una sorta di potere scaramantico: se mi preoccupo, scongiuro il pericolo. Quindi non riesco a non preoccuparmi.

La terapia breve strategica per il pensiero ossessivo

Nel momento in cui i pensieri ossessivi o i rituali messi in atto, finiscono col compromettere notevolmente la qualità della vita della persona, è consigliabile rivolgersi ad uno psicologo-psicoterapeuta per intraprendere un percorso finalizzato al superamento del disturbo ossessivo-compulsivo stesso.

Un tipo di intervento psicologico efficace per questa gamma di disturbi, è l’approccio strategico breve. Tramite questo approccio, una volta definito il problema e le relative tentate soluzioni messe in atto dal soggetto per cercare di fronteggiare il problema stesso, vengono utilizzate tecniche paradossali, prescrizioni e stratagemmi finalizzati a fornire una nuova “esperienza emozionale correttiva”, ovvero aprire al paziente una nuova “finestra” da cui osservare la realtà. La logica, spesso paradossale, che sta alla base del trattamento strategico per il disturbo ossessivo e il disturbo ossessivo-compulsivo– e in particolar modo gli stratagemmi fondati sulla “prescrizione del sintomo” orientati a rendere il rituale volontario, spogliandolo della sua dimensione compulsiva- aiutano il paziente a ridurre la sofferenza generata dal disturbo.

Pensieri intrusivi: come uscire dal circolo vizioso dei pensieri ossessivi 

Liberarsi dai pensieri intrusivi non è impossibile! Ci vuole solo molta determinazione e allenamento mentale. Vediamo quali sono gli altri trattamenti più efficaci.

  • La terapia cognitivo-comportamentale (CBT). Questo tipo di intervento si basa su un approccio pratico. Lo scopo è quello di ridurre l’impatto emozionale dei pensieri negativi e gli schemi di pensiero correlati come la rimuginazione e l’eccessiva preoccupazione. In che modo lavora la CBT? Innanzitutto si porta il paziente a cambiare le proprie credenze e assunzioni che sottendono certi contenuti ossessivi (aspetto cognitivo ed emozionale), si reindirizza il focus su altri contenuti o aspetti di contenuto ed infine si chiede al soggetto di impegnarsi nel cambiare i propri comportamenti.
  • un altro approccio molto efficace è l’ERP, ovvero, esposizione e prevenzione della risposta, che consiste nel chiedere al soggetto di trattenersi dal mettere in atto rituali per tutta la durata della seduta, che può durare fino a 90 minuti. Inoltre si pratica l’esposizione intensiva a situazioni che suscitano compulsioni, chiedendo al soggetto di resistere. All’inizio vi è un aumento dell’ansia, che però si estingue grazie all’esposizione prolungata. Solitamente, i sintomi migliorano dopo circa 15-20 sedute.
  • praticare la meditazione. Quando meditiamo, ad esempio con la visualizzazione, ci concentriamo su un’immagine, un suono, un colore, il nostro respiro ecc. All’inizio vi sembrerà faticoso, proprio perché abituati a far girare i pensieri in modo disordinato e diromente, sempre bombradati di stimoli ed emozioni. Ma superati i primi 10 minuti, vi sentirete in pace….se dovesse arrivare all’improvviso un pensiero intrusivo, rimettevi con forza sull’immagine che stavate visualizzando….e continuate. Sentirete il vostro respiro sempre più lento e la mente sempre più sgombra. Alla fine della sessione di meditazione, avrete la sensazione di mente fresca. In questo modo, state allenando la mente alla concentrazione, alla calma, al qui ed ora. Studi di neuroscienze hanno dimostrato che praticare la meditazione per almeno 20 minuti per un minimo di due settimane, migliora le funzioni cognitive come memoria, attenzione, apprendimento e concentrazione. Provare per credere!
  • Come afferma Deepak Chopra “Il più grande potere in nostro possesso è quello di creare la realtà che vogliamo”. Dedichiamoci all’arte, alla danza, al giardinaggio, alla scrittura creativa. Impareremo ad essere calmi e produttivi.

Il pensiero ossessivo, nel momento in cui crea un forte disagio nella vita della persona, necessita di un supporto psicoterapeutico. La psicoterapia on line, si mostrata efficace per la gestione ed il superamento del problema. Per approfondire come funziona la consulenza psicologica on line, consulta questa pagina.

SITOGRAFIA E BIBLIOGRAFIA

https://www.ocdonline.com/phillipson

https://cognitive-behavior-therapy.com/cognitive-behavior-therapy-for-obsessive-thinking-worry-rumination

https://www.calmclinic.com/anxiety/signs/obsessive-thoughts

https://psychcentral.com/blog/7-ways-to-stop-obsessing/

A.M. KRING et al. Psicologia clinica, Zanichelli 2013

Simona Lauri

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    Simona Lauri
    Simona Lauri
    Psicologa e psicoterapeuta breve strategica. Oltre che offrire interventi di psicoterapia breve, mi occupo di coaching alimentare e sportivo.

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