Orbiting: un fenomeno diffuso e ambiguo
Avete mai sentito parlare del fenomeno orbiting?
Quando si parla di tattiche amorose, alcuni sono davvero esperti: oggigiorno in tanti ricorrono a queste tattiche per i motivi più svariati.
L’orbiting è sicuramente questo: una tattica amorosa ambigua.
Basti pensare alla radice del termine: orbiting richiama il termine orbitare ed è proprio questo che fa chi mette in atto questa tattica.
Orbita intorno all’altro.
La prima a parlare di “orbiting” è stata la blogger statunitense Anna Iovine, dopo aver vissuto ed essere stata quindi essa stessa vittima di tale esperienza.
Un’esperienza che può lasciare l’amaro in bocca.
Ma cerchiamo di capire come funziona.
Mettiamo caso che iniziamo a frequentare una persona e tutto sembra andare bene, ad un tratto però questa si dilegua, senza scomparire completamente.
Magari ignora un vostro messaggio, però non smette di mettere like alle vostre foto.
Magari non vi chiede più di uscire, ma non si perde una vostra storia sui social.
È proprio questo il caso in cui state vivendo “da vittima” questo fenomeno, poiché dall’altra parte c’è una persona che non ha intenzione di entrare nella vostra vita realmente ma che è presente solo a livello virtuale.
Questa è quella persona che orbita intorno a vi è definito orbiter.ages
Perché una persona orbita intorno ad un’altra?
Alla base possono esservi diverse ragioni:
- la tendenza manipolare per controllare il partner e farlo sentire vulnerabile, così da sentirsi più forte.
- la tendenza a passare il tempo a guardare le foto del partner, mettendo like, senza dare importanza.
- un comportamento tipico di chi non sa esattamente cosa vuole: magari non è pronto per iniziare una relazione importante e dunque è scostante proprio per poter ritornare sui suoi passi quando vuole e se lo vuole.
“Parte di questo comportamento orbitante è in realtà attribuibile a quelle persone che non si sentono pronte ad impegnarsi in una relazione, ma decidono comunque di orbitare attorno alla persona che hanno deciso di lasciare, perché la preoccupazione è che se dovessero eliminare completamente il contatto, potrebbero perdere l’occasione di riconnettersi con lei in seguito.” Queste sono le parole di Rachel O’Neill, specialista delle relazioni che a tal proposito mette in evidenza come un orbiter agisca in questo modo anche per paura di poter perdere definitivamente l’altro.
Adriano Formoso, uno psicoterapeuta, ha affermato come l’orbiter possa anche essere un soggetto segnato da traumi infantili che hanno ostacolato il suo regolare sviluppo personale e relazionale.
Cosa non è l’orbiting: differenze tra fenomeni diversi, ma simili
Insomma l’orbiter è colui che c’è e non c’è e non va confuso con altri fenomeni come per esempio il ghosting.
Sicuramente entrambe le tattiche portano l’altro a vivere in ansia, ma le modalità con le quali si manifestano sono differenti.
Il ghosting infatti presuppone la presenza di una persona che scompare dalla vita dell’altro e non torna più. Ecco perché si parla di fantasma, in questi casi.
Dunque mentre l’orbiter non scompare mai del tutto, il ghoster scompare e si dissolve completamente.
L’orbiting si differenzia anche da altri fenomeni come lo zombieng, dove il carnefice, ovvero lo zombie ricompare dopo essere scomparso, dunque torna.
Nel caso dell’orbiting non si parla di un vero ritorno, invece.
Cosa fare in questi casi
Sicuramente nel caso specifico dell’orbiting, la vittima prova tanto dolore, poiché vive un’altalena di emozioni, dal momento che l’altro non c’è, ma si fa sentire.
Proprio per questo in questi casi, è opportuno quanto necessario bloccare l’altro e non permettergli di avere questo potere su di noi: come fare?
Bloccandolo dai social, per esempio, dal momento che è proprio attraverso questi che torna a far sentire la sua presenza altalenante.
Inoltre bisogna accettare che dall’altra parte spesso vi sono persone non interessate o che si portano dietro dinamiche relazionali disfunzionali di cui noi non abbiamo alcuna colpa e dobbiamo prendere consapevolezza di questo.
Dunque bisogna accettare l’assenza reale dell’altro e cercare di andare avanti per trovare una persona che sappia restare senza orbitare.
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