Blog pro ana: quando l'anoressia viene diffusa come cultura del benessere

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Blog pro-ana: quando l’anoressia viene diffusa come cultura del benessere

Ne abbiamo già parlato e se ne continua a parlare: l’ anoressia una malattia psichiatrica riconosciuta come uno dei disturbi più gravi data la difficoltà del trattamento e della guarigione completa della persona. Come molte notizie ci comunicano è una malattia che può portare alla morte e come molte testimonianze di donne ex anoressiche ci informano che forse da un pensiero e pensare anoressico non si esce mai. L’attenzione al cibo, il ricordo di quello che erano, la paura di diventare grasse è sempre lì dietro l’angolo. Ma ci sono tantissime persone che fortunatamente ne escono forti e soddisfatte per aver salvato la propria vita.

Anoressia e siti pro-ana: di cosa di tratta?

Negli ultimi anni si assiste a un fenomeno davvero insolito e molto pericoloso, la creazione dei blog pro ana, che come il termine ci indica, sono a favore di una “cultura anoressica” motivando ragazze, ma anche donne più mature, a seguire una dieta giornaliera di massimo 500kcal… impensabile dato che una donna in media dovrebbe assumere dalle 1000 alle 1200 kcal al giorno in base ad altezza e bisogno personale. Dobbiamo però dire che questi blog pro ana o siti dicono di NON PROMUOVERE L’ANORESSIA, ma di fornire piani di dieta con un apporto calorico davvero così basso da essere a un confine molto pericoloso con questa malattia.

Inoltre il nome Pro Ana, fa proprio riferimento a una posizione favorevole con il disturbo psichiatrico. Forniscono consigli a come mangiare meno, bruciare più calorie, tutto ciò accompagnato da una serie di immagini di modelli e modelle improponibili come ideali di bellezza. Si chiama Thinspiration quel fenomeno secondo cui vengono divulgate foto di modelle sottili e attrici che glorificano i disturbi alimentari. Ha un chiaro intento e cioè quello di ispirare le persone a raggiungere un ideale di magrezza alla pari di quello anoressico.

Blog pro ana e anoressia: l’identikit

Si creano delle comunità chiuse con un sistema di unione e sostegno interno davvero significativo, che diventa il vero punto forte di questi siti. Si offre conforto, sostegno e motivazioni a vicenda, perché nella vita quotidiana non troverebbero mai questo stesso supporto da amici e parenti. Il sito diventa un vero e proprio santuario in cui esprimere opinioni e sentirsi comprese. Il punto di forza è quindi la capacità di essere coinvolgente e “interessante” anche per chi vede questi siti con un occhio critico. Da un punto di vista psicologico, ma prima di tutto etico, questo è un vero inno all’anoressia. Questo atteggiamento comprensivo e accogliente potrebbe essere preso come modello anche da amici, parenti e professionisti della salute mentale: creare la stessa rete affettiva e supportiva per combattere la malattia.

Diventa davvero assurdo e paradossale come questi siti rimangano ancora visibili e poi ci battiamo contro modelli di bellezza scheletrici!

È difficile credere che si possa stare in sintonia con un disturbo che è riconosciuto dalla comunità psichiatrica come grave e pericoloso. I siti Pro Ana sono solo uno dei tanti già esistenti: siti a favore del suicidio, di atti autolesionistici e a favore dell’utilizzo delle droghe che utilizzando la stessa modalità, danno supporto e consigli su come commettere questi atti.

Blog pro ana e anoressia:  modelli di bellezza della società, un fatto culturale

Forse una delle colpe maggiori di questo fenomeno, l’ha la nostra stessa società. Nonostante ci imbattiamo contro le modelle pelle e ossa in passerella, nei fatti la taglia 38-40 rimane un’ ideale di corpo perfetto, e quello che poi passa in Tv e nei mass media in generale, è una donna alta, magrissima, con curve ma non troppo, di successo e bella. Insomma una vera e propria tortura per chi invece è tutto il contrario. Sono messaggi che entrano nella nostra mente in modo silente ma ripetitivo, condizionando i nostri valori in modo del tutto inconsapevole. Le nostre credenze e ideali hanno infatti a che fare con il sistema culturale entro il quale viviamo. Guardiamo queste tre immagini:

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   Tre epoche a confronto

Tre epoche completamente diverse: 1638 per la prima immagine (“Le Tre Grazie” di Pieter Paul Rubens), la seconda  Marilyn Monroe ideale di bellezza degli anni ’50, e infine la terza immagine, modella dei nostri tempi. Queste foto rendono molto chiaro il concetto di cultura e di ideale di bellezza. Oggi una donna come Marilyn sarebbe considerata in carne e le sarebbe anche consigliato di seguire una dieta da chi gestisce questi siti. Il corpo in tempi molto antichi (e forse non più tanto lontani) ha rappresentato anche un significato socioculturale preciso. Per esempio una donna abbondante era connessa al benessere economico, alla prosperità e alla fertilità. Contrariamente una donna molto magra, come oggi la preferiamo, aveva rimandi alla povertà e alla malnutrizione.

La nostra cultura popolare moderna loda invece le donne esili, come l’ultima delle tre immagini, e non importa quanto tu sia bella dentro, perché il primo incontro è fisico e visivo. È un processo molto semplice della socializzazione e di quanto riesca a influenzare la nostra mente. In media le persone considerate belle ottengono posti di lavoro migliore e ricevono più attenzioni rispetto a quelle che lo sono meno.

Anoressia: divulgare la cultura dei blog pro ana

Nonostante nel 2001 Yahoo abbia rimosso circa 100 siti web etichettati come blog pro ana per aver violato la loro politica, sembra davvero impossibile riuscire a oscurare completamente questi siti, in quanto talmente numerosi che sarebbe impossibile monitorarli tutti. Ma è anche vero che c’è un’assoluta facilità nell’accedervi e leggere le varie conversazioni, perché accessibili a tutti. Una mancanza di sicurezza e controllo molto rischiosa se pensiamo che potrebbero essere letti da un’adolescente, magari un po’ in carne e derisa dai propri compagni di scuola. In una mente adolescenziale non del tutto formata, in cui il gruppo dei pari è il solo specchio sulla realtà, questi messaggi potrebbero portarla ad adottare questi comportamenti e innescare condotte alimentari disturbate.

Anoressia, blo pro ana e sottocategorie

Un popolare blog pro ana distingue tra anoressiche e rexies affermando che se ci si identifica come anoressica allora il sito non fa per lei, e continua dicendo che le anoressiche vogliono compassione per la loro malattia, mentre i rexies sono orgogliosi della loro condizione perché è una scelta di vita. Sono presenti continui messaggi che in realtà portano ad altro, e cioè a una condizione anoressica e si possono leggere delle regole ben precise.

È assolutamente pericoloso questo comportamento divulgativo, soprattutto per chi ha già una considerazione negativa del proprio corpo come dicevo prima, soprattutto per le adolescenti, che potrebbero non considerare i rischi legati alla morte che la malattia potrebbe avere come conseguenza ultima. Si stima che più del 20% delle persone con diagnosi di Anoressia Nervosa morirà per complicazioni legate al sottopeso e che il restante 80% può sperimentare una varietà di problemi di salute a causa del disturbo, come irregolarità del battito cardiaco, perdita di denti, calcoli renali, atrofia muscolare e osteoporosi.

Anoressia: altre conseguenze

Oltre a queste conseguenze fisiche ci sono anche quelle psicologiche, infatti circa il 50% delle persone anoressiche soddisfa i criteri per il disturbo Depressivo Maggiore, rendendo la prognosi ancora più complessa per la condizione di doppia diagnosi. I siti rappresentano un grave pericolo per chi sta lottando contro questo disturbo alimentare, in quanto in questi potrebbero trovare quel senso di condivisione e appartenenza che non trovano invece nei familiari che diventano eccessivamente controllanti e oppressivi nel loro bisogno di aiutarli.

blog pro ana assumono il carattere di setta, con un linguaggio proprio, come per esempio chiamarsi “l’elitè” o “girl power” per incoraggiarsi l’uno con l’altro. Nonostante la comunità sia prevalentemente composta da donne, in realtà sono presenti anche ragazzi, coprendo una percentuale del 10-15% che potrebbero essere meno propensi a cercare aiuto nella realtà per il cliché culturale che di disturbi alimentari sono affette maggiormente le donne.

Blog pro ana e anoressia: cosa possiamo fare per la società?

Social e siti come InstagramYahooFacebook e altre piattaforme hanno attuato politiche per la prevenzione di condivisione di immagini a favore dell’anoressia. Molti blog sono stati bloccati, ma purtroppo altrettanti altri ne vengono aperti. La censura infatti sembra essere inefficace, e fino a quando questi siti avranno il ruolo di fornire supporto, conforto e sostegno alle donne anoressiche sarà difficile eliminarli, perché è il luogo sicuro in cui poter parlare dei propri problemi e delle proprie difficoltà. La strategia migliore quindi potrebbe essere quella della riduzione del danno, e no della tolleranza zero, che ci farebbe rischiare di ottenere l’effetto contrario.

In realtà il primo passo da fare sarebbe quello di modificare il canone di bellezza esistente, che sicuramente non potrà essere fatto dai media ma possiamo farlo nel nostro piccolo. Forniamo e regaliamo complimenti anche a chi non si sente “bellissima” come un’attrice. Aiutiamo la persona che notiamo avere condotte alimentari inappropriate, offrendole il nostro ascolto non critico e consigliarle di rivolgersi ai servizi di salute mentale presenti sul nostro territorio. La domanda più importante che i media dovrebbero porsi è: qual è il messaggio corporeo che posso evitare di trasmettere per non ledere l’autostima di chi mi sta guardando? Obiettivo complesso ma non impossibile.

FONTI

https://www.psychologytoday.com/blog/talking-about-trauma/201508/pro-ana-websites-encourage-anorexia

http://psychcentral.com/blog/archives/2008/11/23/pro-anorexia-groups-coming-out/

-THE PSYCHOLOGY BEHIND THINSPIRATION

-http://perfectbodygoals.blogspot.it/p/consigli-pro-ana.html

-http://xoxoanafilosofia.blogspot.it/2012/08/decalogo-pro-ana.html

Simona Lauri

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    Simona Lauri
    Simona Lauri
    Psicologa e psicoterapeuta breve strategica. Oltre che offrire interventi di psicoterapia breve, mi occupo di coaching alimentare e sportivo.

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