COMUNICAZIONE PATOLOGICA NELLA COPPIA
Negli ultimi 15 anni si è sempre più diffusa la richiesta di counselling da parte di qualche coppia quando i problemi di comunicazione cominciano a dominare le loro relazioni.
Tutti possono trarre beneficio da una buona comunicazione. Vediamo nello specifico le caratteristiche della comunicazione, gli aspetti “patologici” e cosa si può fare per comunicare la coppia in modo salutare e armonioso.
“Non si può non comunicare” diceva Paul Watzlawick. E Aveva ragione!
La comunicazione, nel suo valore più ampio (biologico, etologico e umano) consiste in uno scambio di messaggi che va dai microrganismi, agli animali, agli uomini fino ai robot attraverso la comunicazione cosiddetta artificiale.
referenziale (detta anche denotativa) ed espressiva (emotiva, metalinguistica).
Ciò che si vuole fare, in modo più o meno consapevole, è scambiarsi messaggi e informazioni. Per comunicare ci si avvale sia di parole che di componenti non verbali quali la prossemica, la mimica facciale, la postura, lo sguardo ecc.
Come sostiene Anolli (in Melani 2018), l’efficacia comunicativa del linguaggio non verbale dipende dal rapporto tra interazione e relazione, perché sono proprio le componenti non verbali a dare senso a ciò che si dice con le parole.
In qualunque contesto, nei luoghi di lavoro, tra amici, in famiglia e in coppia, le conversazioni veicolano significati squisitamente contestuali.
Secondo gli studiosi della Scuola di Palo Alto in California, vi sono degli aspetti patologici intrinseci alla comunicazione.
Secondo questa teoria, ad esempio, i problemi all’interno di una famiglia o tra coniugi sono innanzitutto problemi di comunicazione difettosa o disfunzionale. Lo sarebbero perfino i problemi psicosomatici come i disturbi dell’alimentazione o l’insonnia.
Una comunicazione disfunzionale avviene quando vi è una discrepanza tra ciò che viene detto e ciò che viene ascoltato, oppure quando c’è un’incoerenza logica, creando quello che in psicopatologia della comunicazione prende il nome di “doppio legame”.
Il doppio legame riguarda la posizione di confusione in cui si trova una persona che riceve dei messaggi contraddittori. L’insicurezza che ne deriva causa un’incapacità ad autodeterminarsi, toccando una situazione limite che tende a perpetuarsi.
Maria, 32 anni:
“Io e mio marito stiamo insieme da 9 anni. All’inizio litigavamo spesso per motivi futili, ci tenevamo il muso un paio di giorni, poi uno dei due cedeva e chiamava l’altro. Sembravano facilmente risolvibili le cose.
Negli ultimi 4 anni però qualcosa nel nostro modo di comunicare è cambiato.
Uno dei due solleva una questione, l’altro risponde in modo sbrigativo, utilizzando molto silenzio tra una parola e l’altra. Il più delle volte succede che implicitamente si cerca di far sentire l’altro sbagliato, accusandolo di non capire, di essere superficiale.
E’ più forte la voglia di non litigare e si finisce per lasciare la questione irrisolta.
Apparentemente è tutto ok, la vita di tutti i giorni va avanti ma basta un cenno, una perplessità che ritorna fuori tutto. Lui sembra sempre tranquillo, io spesso per tranquillizzarmi quando ho la sensazione di non essere capita, mi sento angosciata, mangio in modo incontrollato un sacco di dolciumi!
Un esempio di comunicazione paradossale è quella che riporta Luca, 29 anni:
“ Io non so quale sia il problema di fondo della mia compagna. Litighiamo pochissimo rispetto ai primi mesi, ma quando comunichiamo lei è provocatoria, si mette sulla difensiva e soprattutto mi dice come devo essere, facendo riferimento a degli standard completamente astratti e secondo me senza senso.
Ad esempio, dopo aver passato una serata in compagnia della sua famiglia, mi dice spesso “che devo essere più spontaneo” come se un comportamento del genere dovesse essere calcolato! E’ impossibile, perché io sono me stesso e sono già spontaneo! Non posso decidere di esserlo, non sarebbe più naturale!
Lo psicologo americano John Gottman sostiene che nella coppia gli uomini sono più propensi delle donne ad adottare il pattern numero 4 perché da un punto di vista fisiologico hanno un sistema cardiovascolare più attivo e un più basso tasso di recupero dallo stress.
Non c’è da stupirsi se gli uomini, più delle donne, tendono ad evitare i conflitti e i confronti.
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