Coppia e comunicazione patologica: caratteristiche, cause e rimedi.
Negli ultimi 15 anni si è sempre più diffusa la richiesta di counselling da parte di qualche coppia quando i problemi di comunicazione cominciano a dominare le loro relazioni.
Tutti possono trarre beneficio da una buona comunicazione. Vediamo nello specifico le caratteristiche della comunicazione, gli aspetti “patologici” e cosa si può fare per comunicare la coppia in modo salutare e armonioso.
COMUNICAZIONE: COS’E’ E VARI APPROCCI PSICOLOGICI
“Non si può non comunicare” diceva Paul Watzlawick. E Aveva ragione!
La comunicazione, nel suo valore più ampio (biologico, etologico e umano) consiste in uno scambio di messaggi che va dai microrganismi, agli animali, agli uomini fino ai robot attraverso la comunicazione cosiddetta artificiale.
La comunicazione linguistica, tipicamente umana, svolge due funzioni particolari:
referenziale (detta anche denotativa) ed espressiva (emotiva, metalinguistica).
Ciò che si vuole fare, in modo più o meno consapevole, è scambiarsi messaggi e informazioni. Per comunicare ci si avvale sia di parole che di componenti non verbali quali la prossemica, la mimica facciale, la postura, lo sguardo ecc.
Come sostiene Anolli (in Melani 2018), l’efficacia comunicativa del linguaggio non verbale dipende dal rapporto tra interazione e relazione, perché sono proprio le componenti non verbali a dare senso a ciò che si dice con le parole.
In qualunque contesto, nei luoghi di lavoro, tra amici, in famiglia e in coppia, le conversazioni veicolano significati squisitamente contestuali.
- Secondo l’approccio psico-sociale, non ci possiamo adattare alla società senza il supporto della lingua. Attraverso la comunicazione, si modifica anche il nostro mondo psicologico, per vivere in una società bisogna saper mettere in relazione ciò che è pubblico, condiviso e ciò che è personale, interiore.
- Secondo l’approccio psicoanalitico, la parola ha un potere curativo. La comunicazione è imperniata sulla dimensione soggettiva ed emozionale e quello che accade tra due parlanti va a costituire sia un luogo che un tempo, dove tutto ciò che accade è al di fuori della logica ordinaria, quasi un qualcosa di delirante, perché anche l’inconscio (anzi soprattutto questo) gioca un ruolo fondamentale.
- Infine, secondo l’approccio sistemico-relazionale, le persone comunicano utilizzando dei codici e dei simboli, inoltre vi sono delle regole implicite ed esplicite (come la reciprocità, la complementarietà) che governano il modo in cui due comunicano (Melani 2018). Infatti possiamo immaginare una conversazione innanzitutto come una relazione, strutturata in un certo modo e generatrice di significati oltre che di contenuti. L’individuo non comunica semplicemente, ma partecipa, è attore, agente, è parte del processo comunicativo.
COPPIA E COMUNICAZIONE PATOLOGICA
Secondo gli studiosi della Scuola di Palo Alto in California, vi sono degli aspetti patologici intrinseci alla comunicazione.
Secondo questa teoria, ad esempio, i problemi all’interno di una famiglia o tra coniugi sono innanzitutto problemi di comunicazione difettosa o disfunzionale. Lo sarebbero perfino i problemi psicosomatici come i disturbi dell’alimentazione o l’insonnia.
Una comunicazione disfunzionale avviene quando vi è una discrepanza tra ciò che viene detto e ciò che viene ascoltato, oppure quando c’è un’incoerenza logica, creando quello che in psicopatologia della comunicazione prende il nome di “doppio legame”.
Il doppio legame riguarda la posizione di confusione in cui si trova una persona che riceve dei messaggi contraddittori. L’insicurezza che ne deriva causa un’incapacità ad autodeterminarsi, toccando una situazione limite che tende a perpetuarsi.
COMUNICAZIONE DI COPPIA: VEDIAMO NELLO SPECIFICO COSA C’E’ DI PATOLOGICO ATTRAVERSO ALCUNI ESEMPI.
Maria, 32 anni:
“Io e mio marito stiamo insieme da 9 anni. All’inizio litigavamo spesso per motivi futili, ci tenevamo il muso un paio di giorni, poi uno dei due cedeva e chiamava l’altro. Sembravano facilmente risolvibili le cose.
Negli ultimi 4 anni però qualcosa nel nostro modo di comunicare è cambiato.
Uno dei due solleva una questione, l’altro risponde in modo sbrigativo, utilizzando molto silenzio tra una parola e l’altra. Il più delle volte succede che implicitamente si cerca di far sentire l’altro sbagliato, accusandolo di non capire, di essere superficiale.
E’ più forte la voglia di non litigare e si finisce per lasciare la questione irrisolta.
Apparentemente è tutto ok, la vita di tutti i giorni va avanti ma basta un cenno, una perplessità che ritorna fuori tutto. Lui sembra sempre tranquillo, io spesso per tranquillizzarmi quando ho la sensazione di non essere capita, mi sento angosciata, mangio in modo incontrollato un sacco di dolciumi!
La parte più difficile di tutto questo è non riuscire a capire se nella coppia l’amore c’è ancora oppure no.
Un esempio di comunicazione paradossale è quella che riporta Luca, 29 anni:
“ Io non so quale sia il problema di fondo della mia compagna. Litighiamo pochissimo rispetto ai primi mesi, ma quando comunichiamo lei è provocatoria, si mette sulla difensiva e soprattutto mi dice come devo essere, facendo riferimento a degli standard completamente astratti e secondo me senza senso.
Ad esempio, dopo aver passato una serata in compagnia della sua famiglia, mi dice spesso “che devo essere più spontaneo” come se un comportamento del genere dovesse essere calcolato! E’ impossibile, perché io sono me stesso e sono già spontaneo! Non posso decidere di esserlo, non sarebbe più naturale!
“Questo suo modo di criticarmi mi manda in confusione, mi fa sentire a disagio. Ne consegue che non riesco più ad essere me stesso”.
In breve, gli elementi che rendono una comunicazione di coppia disfunzionale, sono:
- contraddizioni
- definizioni e ingiunzioni paradossali
- disconferma o rifiuto attraverso il linguaggio non verbale
- acting-out aggressivo (aggressività verbale)
che generano quattro differenti pattern di comunicazione:
- criticismo: vivere con qualcuno significa dover sottostare alle lamentele dell’altro. L’aspetto negativo della critica è che questa si focalizza principalmente sul comportamento dell’altro piuttosto che sul suo carattere. La critica è una forma di attacco “non lavi mai i piatti quando torni da lavoro, sei egoista, non capisco come può un uomo adulto non avere pensiero per queste cose!” Le parole più usate durante una critica sono “sempre”, “mai” ecc.
- disprezzo/scherno: è molto simile alla critica ma più grave. Di solito è un tentativo di sminuire l’altro, svalutarlo per quello che è e quello che fa. Questo pattern il più delle volte indica che moglie e marito hanno maturato pensieri negativi, sarcasmo, ostilità, biasimo, tutti indicatori di risentimento accumulato nel tempo. Anche la condiscendenza attraverso il linguaggio del corpo è segno di disprezzo, come alzare gli occhi al cielo e così via.
- stare sulla difensiva: quando ci sentiamo eccessivamente criticati o attaccati dal partner, è normale mettersi sulla difensiva. A volte però questo atteggiamento convoglia un significato del tipo :”non è colpa mia, è colpa tua!” “ah, io non ho fatto niente, sei tu che pesi male!” e così via. Quando stiamo sulla difensiva, ci comportiamo da vittime, e invece di disinnescare l’esplosivo della litigata, lo fomenta.
- alzare un muro: metaforicamente stiamo parlando della separazione netta, del chiudersi in se stessi. Le lamentele, il disprezzo, l’atteggiamento difensivo portano nel tempo ad assumere atteggiamenti di distacco e di non partecipazione del tipo ignorare l’altro, non rispondere, uscire di casa, alzare il volume della tv, fare una telefonata e così via.
Lo psicologo americano John Gottman sostiene che nella coppia gli uomini sono più propensi delle donne ad adottare il pattern numero 4 perché da un punto di vista fisiologico hanno un sistema cardiovascolare più attivo e un più basso tasso di recupero dallo stress.
Durante una discussione animata, il battito cardiaco dell’uomo si fa più veloce, la pressione sanguigna più elevata e rimane tale più a lungo.
Non c’è da stupirsi se gli uomini, più delle donne, tendono ad evitare i conflitti e i confronti.
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