Disturbo da accumulo

Disturbo da accumulo compulsivo: cosa è e come gestirlo

disturbo da accumulo

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Disturbo d’accumulo

Quando si parla di disturbi, sicuramente ve ne sono di diversi che a volte condividono anche gli stessi sintomi.

In questo articolo ci occuperemo di un disturbo in particolare, che presenta determinate caratteristiche e che può arrivare a colpire noi o una persona a noi vicina.

Parliamo del disturbo di accumulo: ne avete mai sentito parlare?

Cos’è e come bisogna intervenire?

Proviamo a rispondere qui di seguito a queste domande ma anche ad altre.

Non vi resta che continuare a leggere.

Cosa è ?

Iniziamo a chiederci: che cos’è?

Il disturbo da accumulo è appunto un disturbo che si caratterizza per il forte bisogno di accumulare un gran numero di oggetti e al contempo provare angoscia quando si tenta di sbarazzarsene.

Parliamo di una condizione di salute mentale particolare e il valore di questi oggetti può essere monetario o meno, non importa questo.

Quello che risulta essere importante è che può arrivare a condizionare la vita di chi ne è affetto.

Il disturbo da accumulo è definito come (a) l’acquisizione e il fallimento nel liberarsi di un gran numero di beni, apparentemente inutili o di limitato valore; (b) spazi vitali ingombrati al punto tale da precludere le attività per le quali sono stati inizialmente progettati; (c) disagio significativo e compromissione del funzionamento dovuti all’accumulo (Frost & Hartl, 1996).

Di solito gli oggetti accumulati sono giornali, riviste, articoli per la casa e abbigliamento, ma anche un gran numero di animali, che spesso non sono adeguatamente curati.

Va da sé che le case di questi soggetti possono essere riempite fino all’infinito: lavandini, scrivanie, scale sono solitamente ammucchiate di roba. E quando non c’è più spazio all’interno, il disordine può diffondersi al garage o altri magazzini.

Tale condizione può interferire con la qualità della vita causando stress e vergogna nella vita sociale, familiare e lavorativa. 

Ma questo è un disturbo d’ansia?

Dopo alcune ricerche questo disturbo è stato incluso come condizione isolata, nello spettro OCD, nella quinta edizione del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-V), che è l’edizione più recente.

Chi colpisce tale disturbo?

Il disturbo da accumulo inizia spesso durante l’adolescenza e peggiora gradualmente con l’età, causando dei problemi entro la metà degli anni ’30.

Inoltre esiste una maggiore probabilità che possa colpire le persone di età superiore ai 60 anni e chi presenta condizioni di salute mentale, come ansia e depressione.

Differenza tra collezionare e accumulare 

Alcuni di voi si staranno chiedendo che differenza ci sia tra collezionare e accumulare, poiché la linea che li separa sembra essere davvero molto sottile.

Quando si parla di disturbo?

Per rispondere a questo bisogna sottolineare come la collezione di oggetti comporti appunto la raccolta di oggetti che tendiamo a salvare e che scegliamo con cura cercando di tenere tutto in ordine. Parliamo per esempio di fumetti, francobolli, valute, etc.

L’accumulo di oggetti non comporta l’organizzazione degli articoli che dunque non sono di facile accesso o utilizzo. 

Nelle fasi iniziali o in casi meno estremi, sicuramente non è facile, soprattutto per la famiglia o gli amici distinguere il disturbo da accumulo dall’essere disordinati e disorganizzati.

Le persone che sono disordinate, però, si sentono a loro a agio nell’invitare gli altri nella loro casa. Nonostante il disordine, infatti, le loro stanze rimangono accessibili.

Una persona con disturbo d’accumulo arriva ad utilizzare il bagno, la camera da letto o la cucina per conservare gli oggetti più disparati come pile di giornali, scatole, sacchetti di plastica, rendendo difficile l’utilizzo di questi spazi.

Chi colleziona oggetti inoltre tiene orgogliosamente i propri oggetti in mostra traendone piacere e non sensi di colpa.

In tal caso si parla di oggetti che hanno un valore monetario o personale e di una casa che non è disorganizzata a differenza di chi tende ad accumulare, poiché presenta un bisogno costante di acquistare e conservare oggetti in modo compulsivo, presentando, come detto, una reale difficoltà a liberarsene.

Riconoscere il disturbo da accumulo in una persona cara 

Ma come si può riconoscere il disturbo in una persona cara?

Sicuramente bisogna fare attenzione a degli specifici comportamenti, poiché tali soggetti

  • Sopravvalutano l’importanza dei beni, percependo la necessità di accumulare cose 
  • sperimentano disagio emotivo quando cercano di scartarle.
  • Il loro disordine accumulato può bloccare porte e scale nella loro casa e rendere difficile l’accesso alle stanze o effettuare riparazioni domestiche, aumentando il rischio di lesioni, incidenti o incendi.
  • Polvere, muffe, funghi e infestazioni di insetti o roditori in casa possono avere gravi implicazioni per la salute.
  • Nel caso dell’accumulo di animali, tali implicazioni si estendono agli animali domestici che non hanno lo spazio, il cibo o le cure veterinarie necessarie per essere in salute.

Le persone con disturbo da accumulo, inoltre, ricordiamolo, hanno un attaccamento eccessivo ai loro averi, anche quelli apparentemente inutili e questo può avere un impatto significativo anche su chi è accanto a loro.

Avere una persona cara con questo disturbo può portare a sentirsi sopraffatti e frustrati, preoccupati anche per le implicazioni finanziarie correlate a questo, oltre che ai problemi di salute che si possono avere.

Condividere la casa con chi soffre di questo disturbo può portare a essere arrabbiati per aver perso una parte della casa che si potrebbe utilizzare diversamente o per dover pulire e ripulire continuamente alcune parti della stessa.

Quali sono i sintomi?

Chi soffre di tale disturbo è consapevole che il proprio comportamento è problematico ma non riesce comunque a mettere un freno a questo.

Tra gli altri sintomi di tale disturbo abbiamo:

  • stress estremo quando si tenta di buttare via oggetti
  • Ansia di aver bisogno di oggetti in futuro
  • Incertezza su dove mettere le cose
  • Sfiducia nelle altre persone che toccano i beni
  • Ritirarsi da amici e familiari
  • Avere una tendenza all’indecisione, al perfezionismo, all’evitamento, alla procrastinazione.

Le persone con il disturbo da accumulo possono accumulare oggetti poichè

  • Credono che un oggetto sarà utile in futuro
  • Sentono che un oggetto ha un valore sentimentale
  • Pensano che un oggetto li aiuterà a ricordare una persona o un evento importante.

Ovviamente questi sintomi sono da considerare sia che si tratti di noi stessi che si tratti di persone accanto a noi.

Quali sono le cause del disturbo: vediamole qui di seguito

Ma cosa c’è alla base di questo disturbo?

I ricercatori non conoscono ancora la causa esatta del disturbo da accumulo, però sicuramente vi sono diversi deficit di elaborazione delle informazioni associati a tale disturbo tra cui:

  • Pianificazione.
  • Risoluzione dei problemi.
  • Apprendimento visuospaziale e memoria.
  • Attenzione sostenuta.
  • Memoria di lavoro.
  • Organizzazione.

Il disturbo da accumulo inoltre può essere associato ad altri disturbi tra cui 

Approssimativamente il 75% dei pazienti con accumulo patologico ha in comorbilità un disturbo dell’umore o d’ansia. Le condizioni più comunemente associate sono la depressione maggiore, il disturbo d’ansia sociale (fobia sociale nel DSM IV-TR) e il disturbo d’ansia generalizzata (Steketee et al., 2000, Frost, Steketee, Williams, and Warren, 2000, Gail Steketee & Randy Frost 2003). 

I ricercatori hanno identificato altri fattori di rischio associati al disturbo tra cui:

  • Avere un parente con tale disturbo
  • Lesioni cerebrali
  • Evento traumatico 
  • Abitudini di acquisto impulsive
  • Disturbo da uso di sostanze  

Conseguenze: cosa fare e cosa non fare 

Come si può immaginare tale disturbo può causare varie complicazioni tra cui 

  • Aumento del rischio di cadute
  • Conflitti familiari
  • Solitudine e isolamento sociale
  • Condizioni non igieniche che rappresentano un rischio per la salute
  • Un pericolo di incendio
  • Scarse prestazioni lavorative
  • Questioni legali, come lo sfratto.

Cosa fare dunque se abbiamo accanto una persona cara con tale disturbo?

Sicuramente possiamo:

  • Informarci su tale disturbo, sia che siamo noi che chi abbiamo accanto a soffrirne
  • Se parliamo con chi ha tale disturbo, cerchiamo di usare il suo stesso linguaggio quando si riferisce a tali oggetti per sviluppare comprensione e fiducia
  • Invece che far sentire l’altro in colpa, concentriamoci sulle sue preoccupazioni e su cosa si può fare per risolvere il problema
  • incoraggiare chi soffre di tale disturbo a cercare un aiuto professionale.
  • Dedicare il tempo a parlare di altre questioni e interessi, fare una passeggiata, partecipare a un concerto 
  • Evidenziare i punti di forza dell’altro, poiché tutti li abbiamo
  • Stabilire obiettivi raggiungibili: dunque se vogliamo che l’altro si liberi di alcuni oggetti, facciamolo gradualmente, iniziando da oggetti che tale soggetto trova più facile da buttar via.
  • In tutto questo le decisioni devono sempre essere prese dal soggetto in questione, dunque incoraggiare ma non sostituirsi all’altro
  • Festeggiare piccole vittorie e dunque lodare la persona se ha fatto dei piccoli passi;

In tal senso possiamo evitare di:

  • Discutere con la persona affetta altrimenti questo può alimentare rabbia e risentimento 
  • Dire alle persona di scartare questo o quello, poiché tali oggetti per chi è affetto sono importanti. Quindi occorre essere rispettosi e chiedere all’altro quando e se possiamo toccare una x cosa
  • Pulire e organizzare quando viene chiesto: questo motiva sempre meno chi ne è affetto ad affrontare il suo problema
  •  aspettarsi che l’altro cambi subito: i cambiamenti avvengono in modo graduale, dunque occorre avere aspettative realistiche.
  • Farsi sopraffare dallo stress: occorre trovare il tempo per ritrovare la propria calma interiore grazie a esercizi di rilassamento, meditazione.
  • Reagire con rabbia o offese
  • Concentrarsi solo sui beni; il disturbo è solo un aspetto, non definisce la persona 

Per quanto riguarda un percorso psicologico sicuramente la terapia cognitivo comportamentale (CBT) è il trattamento principale per il disturbo da accumulo, poiché ha lo scopo di aiutare la persona a:

  • Sfidare i pensieri e le convinzioni inutili che contribuiscono al loro accumulo
  • Resistere agli impulsi di acquisire più beni
  • Migliorare le proprie capacità decisionali e organizzative
  • Prevenire le ricadute.

Chi ne è affetto a fine percorso può aver imparato a  capire perché accumula e come provare meno ansia quando butta via oggetti. 

Un altro consiglio utile per chi ne è affetto ma anche per chi è vicino a chi è affetto è cercare gruppi online che condividono lo stesso problema, poiché questo può essere di grande supporto.

Riflessioni conclusive: cosa abbiamo detto sinora

Sulla base di quanto detto sinora abbiamo capito che tale disturbo si caratterizza per l‘acquisizione eccessiva e il rifiuto di scartare vari oggetti, tra cui pile, giornali, vestiti, scartoffie, libri, etc.

Parliamo di beni che affollano e ingombrano i vari spazi rendendoli inutilizzabili fino a provocare un disagio significativo oltre che conflitti con chi condivide la casa.

Come abbiamo visto le persone con disturbo da accumulo in genere salvano gli oggetti perché credono che questi siano unici o saranno necessari in futuro o perché hanno un importante significato emotivo.

E’ come se si sentissero più sicuri quando sono circondati dalle cose che salvano.

Tutto questo è patologico, per questo è fondamentale chiedere aiuto per provare a mettere in atto comportamenti più funzionali e quindi avere anche una vita più serena, sia per noi stessi che per chi è intorno.

Simona Lauri

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    Simona Lauri
    Psicologa e psicoterapeuta breve strategica. Oltre che offrire interventi di psicoterapia breve, mi occupo di coaching alimentare e sportivo.

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