Senso di colpa: analisi di un'emozione scomoda

Senso di colpa: analisi di un’emozione scomoda

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Senso di colpa: caratteristiche, funzione e manifestazioni dell’emozione

Quando si parla di senso di colpa si fa riferimento a un sentimento che spesso investe tutti noi e che dobbiamo saper affrontare.

Ma come affrontarlo se non lo conosciamo? 

Qui di seguito cercheremo di fare proprio questo; lo conosceremo e capire cosa nasconde e come si manifesta.

Non vi resta che continuare a leggere qui di seguito.

Definizione dell’emozione: cos’è il senso di colpa?

Iniziamo a definire il senso di colpa: che cos’è?

In psicologia il senso di colpa rappresenta una sensazione che fa sentire chi lo prova come immorale e un essere riprovevole, a causa delle sue azioni.

Il senso di colpa è dunque da associare ai nostri comportamenti e a come ci fanno sentire.

Se si parla di psicologia, chi ha studiato per primo il senso di colpa?

Il senso di colpa è stato studiato inizialmente da Freud, il quale si è focalizzato prima su una dimensione intrapsichica per poi passare a una dimensione sociale.

Il senso di colpa è infatti un’emozione e alcuni autori parlano di esso come di un’emozione sociale e interpersonale.

Questo perché si associa anche al giudizio altrui rispetto ai comportamenti messi in atto o non messi in atto e che possono avere ripercussioni sull’altro.

Ma su cosa si basa questa emozione?

Su tre componenti cognitive: la valutazione negativa del proprio comportamento o anche della sola intenzione, l’assunzione di responsabilità quando si riconosce di essere stati causa diretta o indiretta di un evento, l’abbassamento dell’autostima morale, attraverso la valutazione negativa del proprio comportamento, riconosciuto come volontario. (Castelfranchi et al. 2002).

Va da sé che il senso di colpa è un’emozione complessa e che possiamo sperimentare quando trasgrediamo una regola o se non facciamo il nostro dovere o ancora se rechiamo dolore a qualcuno.

Si parla di un’emozione secondaria che si manifesta a partire dal 18esimo mese dalla nascita.

Potremmo parlare anche di un’emozione autoriflessiva poiché prevede che il soggetto ragioni su se stesso all’interno di un ambiente sociale.

E infatti il senso di colpa può generare anche dal rapporto con la società in base alle norme etiche a cui facciamo riferimento e che ci sono state trasmesse dai nostri adulti di riferimento.

Detto questo, è chiaro che il senso di colpa come tutte le emozioni ha delle funzioni ma smette di ricoprirle se diventa patologico, ovvero quando nasce senza motivo e inficia la qualità della nostra vita.

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La funzione del senso di colpa

Ma torniamo al senso di colpa come emozione che funziona e che quindi ricopre delle funzioni.

Cosa possiamo dire a tal proposito?

Se pensiamo al passato, possiamo dire che il senso di colpa veniva largamente utilizzato nell’educazione dei figli, per  trasmettere loro dei valori.

Era molto usato soprattutto nell’educazione sessuale dei figli. 

Ecco che si parla di una funzione educativa, se si pensa al passato.

Oggi il senso di colpa viene spesso considerato come un elemento di pericolo e dunque come un qualcosa da evitare in ambito educativo, poiché può essere alla base di problemi comportamentali e disturbi della personalità.

Questo è quello che ci dicono varie ricerche psicologiche che parlano del senso di colpa e delle funzioni che ricopre, da un punto di vista psicologico. Che funzioni ricopre?

Poiché fa parte di quelle che sono le emozioni morali il senso di colpa è in grado promuovere dei comportamenti etici.

Ecco che già qui possiamo rintracciare la prima funzione del senso di colpa che nasce per metterci in guardia e per far si che ci comportiamo in un certo modo, nel rispetto altrui.

È quel campanello d’allarme che quando arriva dobbiamo saper ascoltare, perché ha un messaggio per noi che spesso ci invia la nostra coscienza morale.

Possiamo dire che il senso di colpa dunque è e rappresenta anche un momento per comprenderci di più e che in tal senso mette alla prova noi stessi e la qualità della nostra vita.

Quando arriva proviamo dunque a chiederci cosa ci vuole dire, che cambiamento dobbiamo apportare.

Poiché ha anche questa funzione: trasformativa e di cambiamento.

I segnali dell’emozione: quali sono?

Detto questo, va anche aggiunto che se il senso di colpa nasce senza motivo e persiste, può solo destabilizzarci e portarci fuori strada.

Diventa insomma patologico: ma come si manifesta il senso di colpa patologico?

Attraverso delle preoccupazioni che sono sempre più costanti.

Questo accade, per esempio, quando ci preoccupiamo degli altri sempre e senza motivo.

Quando pensiamo di aver fatto male a qualcuno senza ragione. Quando ci si assume la colpa di ogni cosa.

In questi casi il senso di colpa, da emozione con delle funzioni, diventa un fattore che ci blocca e che può portare il soggetto a punirsi da solo per ogni cosa.

Ecco che al concetto di senso di colpa si associa quello di punizione.

Tra gli altri segnali troviamo

  •  Una scarsa autostima
  • Analisi di quello che poteva essere fatto
  • Pensieri costanti su ciò che non si è fatto
  • Dialogo interiore critico
  • Convinzione che le cose non andranno mai bene
  • Proiezione psicologica: si incolpano gli altri come meccanismo di difesa

Le cause dell’emozione: quali sono?

Ma perché nasce il senso di colpa?

I sentimenti di colpa arrivano quando quello che pensiamo o facciamo non è in linea con i nostri ideali.

Spesso ha origine nell’infanzia, a causa del rapporto avuto con i propri genitori.

Se ci pensiamo, da bambini iniziamo a interpretare il mondo circostante imitando gli adulti.

Ecco che gli adulti diventano delle verità assolute e per questo si possono sviluppare delle convinzioni non funzionali a causa di questa imitazione, soprattutto se le figure di riferimento sono poco funzionali.

Facciamo un esempio concreto: se un bambino ha avuto a che fare con un genitore depresso che ha fatto fatica a rispondere alle sue richieste poiché viste come onerose, il figlio stesso può crescere con la convinzione che la vita sia fonte di sofferenza e rabbia e che per non viverla bisogna evitarla.

Il bambino potrebbe anche sentirsi responsabile della sofferenza del genitore a causa del suo comportamento.

Ecco che potrebbe credere che la richiesta di attenzioni sia una colpa.

Se volessimo delineare le diverse situazioni che portano o che possono portare al senso di colpa, potremmo dire che questa emozione può svilupparsi in caso di:

  • separazione intesa anche come differenza: in tal caso per non provarlo, ci si allinea più a quello che dicono e provano gli altri che  a quello che si prova;
  • successo: qui si parla di un senso di colpa che nasce se si raggiungono obiettivi che non raggiungono gli altri
  • responsabilità: questo senso di colpa nasce quando non ci si prende cura degli altri che magari sono in difficoltà, quindi quando non si accolgono le loro richieste
  • odio verso se stessi: il senso di colpa in questione nasce quando si crede di essere sbagliati, inadeguati.

L’impatto sulla persona 

Ma cosa può portare il senso di colpa nella vita di una persona?

Può influire sicuramente sul suo benessere, poiché può rendere infelice chi lo prova.

Quest’emozione spesso arriva a assorbire le proprie energie psicologiche e anche fisiche a lungo andare. 

Questo accade soprattutto quando si cerca di evitarlo o di annientarlo.

Ma come tutte le emozioni il senso di colpa va ascoltato.

Spesso invece alcuni preferiscono difendersi da esso, agendo a volte in modo immaturo da un punto di vista emotivo.

Questo accade 

  • quando si cerca di scrollarsi da dosso la responsabilità delle proprie azioni 
  •  quando si minimizza quello che si fa e le sue conseguenze.
  • Quando si cerca di ridimensionare il proprio comportamento cercando altre alternative.

Ecco che il senso di colpa una volta che arriva, bisogna saperlo utilizzare se non vogliamo sperimentare un impatto negativo nella nostra vita.

Come affrontare il senso di colpa: alcuni consigli utili

Come affrontarlo?

Sicuramente possiamo fare delle cose che possono tornarci utili.

In tal senso va detto che non esiste una soluzione che sia giusta e valida per tutti, poiché ognuno ha la propria storia e quindi il proprio senso di colpa.

Eppure alcuni consigli possono essere seguiti da tutti.

Vediamo qui di seguito cosa si può fare con il proprio senso di colpa.

  • Osservarlo: importante è osservare il proprio senso di colpa e capire da dove nasce.

Dalle proprie azioni o da quelle degli altri?

    • Chiedersi se abbiamo ragione a provarlo o no
  •  Comprendere i propri limiti: non possiamo avere tutto sotto il nostro controllo perché è naturalmente impossibile
  • Perdonarci: perché non possiamo modificare il nostro passato ma imparare da esso per non ripetere certi errori
  • Comprendere che tutti noi commettiamo errori e che questo è del tutto normale per crescere.
  • Essere grati a noi stessi per quello che facciamo e dirci che non potevamo fare di meglio.
  • Accettare che in alcune circostanze non possiamo dare tutto quello che vogliamo
  • Se ci condanniamo per un errore, dobbiamo comprendere che quando abbiamo messo in atto quel x comportamento non sapevamo quello che abbiamo poi compreso dopo. Sicuramente con il senno di poi tante cose non le faremmo, ma certe cose non si possono cancellare. Almeno non nella vita reale.
  • Non siamo responsabili della vita e della felicità altrui: questo ci aiuta a sentirci meno responsabili e non responsabili per cose di cui non abbiamo alcuna responsabilità
  • Se in un evento drammatico noi siamo sopravvissuti e un’altra persona no, non possiamo e non dobbiamo sentirci in colpa. Non siamo stati noi a decidere questo, quindi che colpa possiamo mai avere? Non dobbiamo essere duri con noi stessi, piuttosto siamo grati alla vita per farci ancora essere vivi
  •  Chiediamoci se i nostri standard di comportamento sono adeguati o se sono troppo alti.

Può essere che abbiamo delle aspettative irrealistiche e che dobbiamo tener conto di quello che davvero possiamo realizzare nel rispetto dei nostri limiti.

Riflessioni conclusive

Da quello che è stato detto finora, si evince come in psicologia più che di senso di colpa si parla di senso di responsabilità e della capacità di rispondere delle proprie azioni.

Il fatto di pensarla in termini di responsabilità ci permette di farci carico dei nostri sentimenti e dei nostri limiti, ma in modo consapevole.

Significa farsi carico dei propri sentimenti e di se stessi, perché il senso di colpa non è altro che un’emozione che esprime un nostro bisogno.

Non sempre però riusciamo a capirlo e spesso diventa patologico.

È in questi casi che perdiamo di vista noi stessi e abbiamo bisogno di un aiuto specialistico.

Attraverso un percorso psicologico si può imparare a apprendere nuove strategie di coping e a tollerare il giudizio altrui e la disapprovazione degli altri.

 Attraverso una terapia psicologica possiamo riscoprire il nostro valore, quello reale, e pensare in modo diverso a quelli che sono gli standard che ci siamo prefissati e che spesso ci stanno troppo stretti.

Simona Lauri

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    Simona Lauri
    Psicologa e psicoterapeuta breve strategica. Oltre che offrire interventi di psicoterapia breve, mi occupo di coaching alimentare e sportivo.

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