Abbuffata compulsiva: perchè si perde il controllo?

Abbuffata compulsiva di cibo: perché si perde il controllo?

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Abbuffata compulsiva di cibo: perché si perde il controllo?

Quando si parla di abbuffate compulsive sicuramente si parla di un qualcosa che fa parte dei disturbi dell’alimentazione.

Ma cosa si intende per abbuffata e cosa bisogna fare per gestirla?

Abbuffata compulsiva di cibo: perché si perde il controllo?

Iniziamo a definirla: da un punto di vista tecnico questa è definita come BED, che sta per Disturbo da alimentazione incontrollata e rientra infatti nei disturbi inerenti l’alimentazione.

Questo si caratterizza proprio per la presenza di abbuffate ricorrenti, senza però mettere in atto dei comportamenti compensatori che ritroviamo per esempio nella bulimia.

Se ci focalizziamo sul termine abbuffata, potremmo dire che è tutto molto soggettivo, proprio perché ogni persona è in grado di mangiare quantità diverse di cibo.

L’abbuffata per alcuni può essere tale per altri no.

Ciò che però sembra caratterizzare l’abbuffata è la solitudine in cui viene messa in atto.

Di solito la persona si abbuffa proprio quando è sola  perché ha vergogna di farsi notare.

Inoltre un altro aspetto importante è la perdita di controllo.

Ecco che questi due aspetti caratterizzano l’abbuffata.

Perdita di controllo nell’abbuffata

Chi mette in atto un’abbuffata e ne perde il controllo ha proprio la sensazione di non avere più il controllo su nulla, né su quello che si mangia e ne sulle quantità.

In un certo senso non ci si ferma e si tende a mangiare anche in modo molto veloce.

All’inizio l’abbuffata viene vissuta con piacevolezza, ma dopo si finisce con il perdere tale piacere.

E il controllo appunto: se si fa riferimento per esempio al disturbo da alimentazione incontrollata ci rendiamo conto che c’è alla base proprio una difficoltà di controllo che deriva dalla difficoltà del soggetto a gestire le sue emozioni.

Nella bulimia e nell’anoressia per esempio il tema del controllo è molto forte.

Nell’abbuffata compulsiva c’è un senso di inadeguatezza e d’impotenza che deriva proprio dalla mancanza di controllo del mondo interiore e esteriore.

Ecco che qui il problema non sta tanto nel controllo della fame ma nel mondo del soggetto che c’è dietro tale abbuffate.

Ed è proprio da questo mondo che si deve partire per uscirne fuori.

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Abbuffata compulsiva di cibo: perché si perde il controllo? I segnali delle abbuffate

Ma come possiamo riconoscere un’abbuffata? Quali sono i segnali?

Vediamoli qui di seguito:

  • Sensazione di perdita del controllo
  • solitudine durante le abbuffate
  • Vergogna di farsi vedere
  • inadeguatezza
  • Bassa autostima
  • Mangiare senza fame
  • Mangiare in modo veloce
  • Sensi di colpa dopo aver mangiato
  • Preoccupazione per il peso 
  • Sbalzi di umore
  • Isolamento sociale
  • Nascondere il cibo

Abbuffate compulsive: qualche suggerimento: cosa fare in questi casi?

Sicuramente si è in presenza di qualcosa di non semplice proprio perché dietro le abbuffate ci sono emozioni che non sono state espresse e rabbia repressa.

Con molta probabilità il soggetto ha imparato a gestire ciò proprio facendo leva sul cibo.

Ecco che bisognerebbe tenere conto del problema a tutto tondo e sviscerarlo grazie all’aiuto di uno psicologo e un  nutrizionista.

A livello di consigli se si parla di abbuffate cercate di capire cosa succede nella vostra mente sia prima che durante e anche dopo l’abbuffata. Alla base c’era una sensazione che non riuscivate a decifrare? Se pensate all’ultima volta che vi siete abbuffati, pensate a quello che era successo prima. Questo può aiutarvi a capire come funzionate e a prendere confidenza con i vostri sentimenti.

In tal senso potrebbe essere utile avere un proprio diario proprio per monitorare le vostre abitudini in fatto di alimentazione.

Dopo ogni pasto provate a compilarlo e non solo durante le vostre abbuffate.

Potete compilare il vostro diario anche prima di addormentarvi.

Più farete questo più aumenterà la vostra consapevolezza circa l’utilizzo che fate del cibo e circa le vostre emozioni.

Se all’inizio le pagine del vostro diario rimarranno bianche non temete, dovete solo darvi tempo.

Poco a poco risulterà sempre meno difficile farlo.

Importante è cercare di tenere il cibo in una sola stanza e non a portata di mano.

Nel fare la spesa portatevi il denaro necessario e con lo stomaco già bello pieno.

Potete provare a stilare una lista delle cose da comprare già da casa, cosi una volta che sarete al supermercato vi basterà leggerla per sapere cosa comprare.

Se sentite il bisogno di abbuffarvi provate a contare fino a60, respirate e focalizzatevi sul momento che state vivendo chiedendovi se è davvero benefico cedere. Se questo non dovesse bastare, mangia, ma non dalla confezione, apparecchiate il tavolo e provate a rilassarvi attraverso specifici esercizi. Provate a fare questo ogni giorno per 10 minuti in modo da aiutare il vostro corpo affinchè sia calmo. La mindfulness, per esempio, in questo caso diventa una preziosa alleata!

Per ultimo provate a inserire nelle vostre giornate qualcosa che sia in grado di gratificarvi: il cibo spesso viene usato proprio per questo.

Ecco che non dovete arrivare al punto di dover mangiare per sentirvi gratificati.

Provate a fare delle attività che vi stimolino, qualche hobby.

Fate movimento perché in questo modo il vostro corpo rilascerà serotonina, l’ormone della felicità.

Per riuscire a fare tutto quello che abbiamo elencato serve pratica e pazienza, ma tali azioni devono diventare delle abitudini.

Solo in questo modo potrete avere dei risultati.

Ovviamente dovete chiedere aiuto ad un professionista per uscirne al cento per cento.

 

 

Simona Lauri

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    Simona Lauri
    Psicologa e psicoterapeuta breve strategica. Oltre che offrire interventi di psicoterapia breve, mi occupo di coaching alimentare e sportivo.

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