Gelosia patologica: ecco perchè non è amore ma puro egoismo

Gelosia patologica: ecco perchè non è amore

gelosia patologica

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Nel precedente articolo ho provato a dare una definizione generica di gelosia.

La gelosia può assumere forme estreme e trasformarsi in gelosia patologica.

Se hai avuto la sfortuna di essere vittima di un partner geloso, puoi rendercene conto cristallinamente: se dapprima hai soltanto avvertito la presenza della persona gelosa che aleggiava sulla tua vita, con il tempo questa presenza è diventata sempre più invadente, fino a diventare una limitazione alla tua libertà.

Gelosia patologica

La vittima di un partner geloso, spesso, non è in grado di divincolarsi da questa morsa di dubbi e sospetti che aleggiano sul suo operato: finisce o per diventarne succube, assecondando le folli pretese di confidenza e controllo del proprio partner, o per interrompere la relazione, poiché il peso da reggere diventa troppo oneroso.

La verità è che il geloso patologico non concede alla sua vittima gli spazi necessari per essere un individuo autonomo, invade la sua privacy ed irrompe in ogni momento della sua vita.

Potremmo prendere l’esempio iconico della ragazza che non vuole che il ragazzo vada a giocare a calcetto o quello del ragazzo che non vuole che la partner esca con le amiche: queste situazioni possono essere già considerati dei “campanelli di allarme”:  non è sano, per la persona e per una relazione, che il partner amato non possa avere amicizie, ne rapporti con i parenti, ne che possa coltivare hobby.

Quella che inizialmente era una rivendicazione di affetto, può manifestarsi come censura di  tutte le attività personali.

L’egocentrismo, all’interno di questa dinamica, è evidente!

D’altra parte, se il partner che subisce la gelosia, cede alla pressante monopolizzazione del tempo e degli spazi personali che gli viene imposta, finirà col rendere il partner geloso il suo unico punto di riferimento.

In questi casi si parla di una relazione di co-dipendenza tra un soggetto succube di un partner possessivo, poiché nessuno dei due, per mettere in atto questa perversa relazione, può fare a meno dell’altro: si completano perfettamente, ma nessuno dei due sta veramente bene.

Il partner geloso e possessivo, infatti, soffrirà per questi suoi sentimenti e la sua bassa autostima, colerà a picco, soprattutto considerato che pensa che nessuno starebbe con lui, se non costretto.

D’altra parte, il partner succube soffre questa imposta sudditanza perché il mondo relazionale che si è costruito negli anni è stato egemonizzato dalla figura del partner che, anche se visibilmente invadente e inopportuno, è l’unica persona che egli è ancora in grado di amare.

La gelosia infondata

La gelosia si basa su un uso improprio dell’immaginazione e sappiamo bene come l’immaginazione può dare l’impressione di imitare in tutto e per tutto la realtà.

Pensa a quante volte hai completamente creduto che un sogno fosse reale: ciò accade finché non ti sei svegliato, prima è impossibile distinguere sogno e realtà, anche se a posteriori si può constatare quanto assurde fossero le cose che ti sono accadute nella tua avventura onirica.

Ecco perché, quando siamo gelosi, iniziamo a credere alle cose che abbiamo inventato nella nostra testa e ci comportiamo come se fossero reali.

Mettiamo quindi in atto comportamenti paradossali, come interrogare ossessivamente i nostri partner sulla loro giornata di lavoro perché abbiamo passato ore a immaginarli mentre flirtano con il loro collega o peggio possiamo accusarli di qualcosa che sospettiamo senza prove, un po’ per impaurirli e un po’ per metterli alla prova.

Ma cosa fare per gestire la gelosia?

 

Simona Lauri

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    Simona Lauri
    Psicologa e psicoterapeuta breve strategica. Oltre che offrire interventi di psicoterapia breve, mi occupo di coaching alimentare e sportivo.

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