Gelosia e gelosia retroattiva: quando si è gelosi del passato

Gelosia e gelosia retroattiva: quando si è gelosi del passato

gelosia

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Da sempre la gelosia è associata a sentimenti d’amore e affetto. Si può essere gelosi del partner, di un figlio, di un amico e anche di un collega. L’oggetto della gelosia per quanto possa sembrare la persona, in realtà ha a che fare con il legame e ciò che questo rappresenta.

L’etimologia del termine gelosia rimanda al latino zelosus cioè pieno di zelo: quando ci interessiamo ad un’attività, un lavoro, quando mostriamo grande sollecitudine verso qualcuno, quando ci mettiamo anima e cuore in ciò a cui teniamo. Allo stesso tempo, se l’oggetto da noi amato ci dà soddisfazione e ci sentiamo ricambiati, la gelosia può diventare morbosa e connotata di senso di possessione.

In passato la gelosia era sinonimo di amore, pensavano gli uomini di una volta. “Chi non è geloso non può amare” scriveva Andrea Cappellano, e di fatti nella storia sono state narrate e cantate vicende in cui mariti gelosi uccidevano il rivale o l’amata stessa, oppure quando in balìa di un amore platonico reputato impossibile da concretizzare, gli amanti soffrivano per una gelosia che scaturiva dal desiderio ardente e la frustrazione della lontananza.

In Italia fino non molto tempo fa, esisteva il delitto d’onore: se la moglie tradiva il marito, questi poteva vendicarsi in nome dell’onore ferito. Anche se oggi questa pratica è ormai caduta in disuso, è rimasto da parte dell’inconscio collettivo la convinzione che la gelosia come movente per momicidi o aggressioni, desti in qualche modo compassione.

Gelosia e amore quindi sono intrecciati. Si dice anche che l’innamoramento rende folli, ci fa fare cose che con mente lucida e razionale non faremmo mai….ricorda Sara sorridendo:

“ricordo ancora quando io e Luca abbiamo iniziato a frequentarci….lui di tanto in tanto si accendeva una sigaretta quando uscivamo, non perché fosse un reale fumatore quanto per mettersi in mostra visto che io fumavo!!”

Anche Michelangelo è un grande esempio di amore pazzo e dedizione: passò mesi sdraiato su una tavola di legno per completare quel grande capolavoro che è la Cappella Sistina. Come sostiene Crepet “se fosse stato ragionevole avrebbe affidato il compito a qualche allievo […]” (2006, p.14.)

Nell’atlante delle emozioni umane (Smith, 2019) la gelosia come termine lo troviamo curiosamente subito dopo la parole frustrazione e furore! Secondo l’autrice la gelosia

“è il sospetto di avere un rivale, il timore di essere rimpiazzati […]la paura di perdere una persona, a vantaggio di qualcun’altro. E’ una faccenda a forma di triangolo: io (la vittima), tu (il traditore), l’altro (il ladro). Questo tipo di inganno è reso ancora più doloroso dalla sensazione di essere stati abbandonati, o eliminati […] ( p.138)

E’ sempre esistita anche una differenza di genere. La donna gelosa in passato era vista come miserabile e priva di dignità; l’uomo geloso invece era passionale e innamorato. Due uomini potevano essere rivali in amore e questo era una questione di onore e di virilità; due donne rivali in amore potevano suscitare pena e derisione.

In psicologia sociale infatti la gelosia rientra tra le emozioni secondarie, dette anche sociali, perché nascono all’interno delle relazioni interpersonali. Anche l’invidia, il disprezzo, oppure la gratitudine, la premura ecc sono tutte emozioni che sollecitano comportamenti nei confronti di un’altra persona.

Secondo la psicoanalisi freudiana, la gelosia emerge nel periodo edipico, la fase dello sviluppo sessuale del bambino in cui non c’è più solo la diade madre-figlio ma subentra il triangolo madre-padre-figlio.

La fase edipica inizia intorno ai 4 anni e culmina tra i 5-6 anni. Il bambino comincia a provare sentimenti d’amore e desiderio nei confronti del genitore del sesso opposto, considerano il genitore dello stesso sesso come un rivale da tenere lontano. Il pensiero (inconscio) del bambino è “ io sono innamorato/a di mamma/papà e sono io il preferito/a, io quindi sono migliore di te.Il sentimento di svalutazione che il bambino prova per il genitore dello stesso sesso è intriso di rabbia e desiderio di eliminarlo per godersi appieno il legame con l’altro genitore.

Questo complesso si risolve in modo spontaneo, quando, sempre inconsciamente, il bambino teme rappresaglie e punizioni dal genitore dello stesso sesso per i sentimenti ostili che prova. Abbandona il conflitto, si identifica col genitore dello stesso sesso e lo erge a modello. L’abbandono del conflitto però non è definitivo, non si è vaporizzato ma vive nella psiche inconscia e in qualche modo ritorna a galla nei rapporti con l’altro in fasi successive della vita, laddove appunto si ripropone quel triangolo che rievoca i sentimenti di possesso, desiderio, svalutazione e paura.

Secondo la psicoanalista Melanie Klein, i genitori suscitano nel bambino sentimenti di gelosia perché li vede uniti, autonomi….inconsciamente vorrebbe attaccarli e distruggerli ma siccome li ama viene assalito dal terrore di perdere il loro amore e di rimanere solo.

Secondo Sabba Orefice, specialista in psicologia clinica, quando in età adulta i rapporti non funzionano e sono connotati di gelosia morbosa, vi è alla base un disturbo relativo alla fiducia di base, che come tale, affonda le radici nella prima infanzia del bambino. La diffidenza nella coppia comporta una mancata alleanza tra partner secondo un incastro morboso tra sfiducia di base e modelli di cura che ciascuno porta dentro di sé. La sfiducia primaria deriva da una persona inafferrabile ed impenetrabile e allo stesso una mancanza di autonomia nella propria crescita personale.

Cervello geloso

Come per ogni emozione e sentimento umano, vi sono strutture cerebrali coinvolte anche nel sentimento di gelosia. Un interessante esperimento condotto nel 2017 dall’Università della California ha come protagonista un particolare tipo di primate, la scimmia Titi. Nell’esperimento i maschi (che per natura tendono ad essere monogami) sono stati messi in condizione di vedere le rispettive partner interagire per un certo periodo di tempo con altri maschi (i terzi incomodi). Ciò che è emerso dall’osservazione comportamentale è sorprendente: i maschi partner mostravano agitazione e impedimento fisico alla femmina di avvicinarsi al maschio rivale; a livello ormonale variazioni nella secrezione di ossitocina (l’ormone che favorisce il legame affettivo), vasopressina coinvolta nella sensazione di possesso, testosterone e cortisolo. Le strutture cerebrali più attive, individuate attraverso tecniche di neuroimaging, sembrano essere il setto laterale destro, la corteccia cingolata posteriore sinistra, la cingolata anteriore sinistra e l’amigdala.

Un altro studio italiano condotto da un team di ricercatori dell’Università di Pisa nel 2012, condotto da Donatella Marazziti, ha analizzato il rapporto tra amore, gelosia e aggressività accompagnati da pensieri deliranti prendendo a modello pazienti affetti ad esempio da alcolismo cronico o schizofrenia, che spesso mostrano questo tipo di delirio. E’ emerso che l’area maggiormente coinvolta è la corteccia prefrontale ventro-mediale che ha un ruolo nella presa di decisione, regolazione delle emozioni e nell’elaborazione corretta dei segnali sociali.

gelosia retroattiva

gelosia retroattiva

Differenza tra gelosia attuale e gelosia retroattiva

La gelosia attuale riguarda la paura di perdere l’oggetto d’amore a causa di un’altra persona. Non riguarda solo le relazioni amorose, ma anche l’amicizia e i legame tra colleghi o tra datore di lavoro e dipendente. Per ogni tipo di legame possiamo trovare dei significati relazionali simbolici. Ad esempio, la gelosia per un amico potrebbe derivare dall’idea che questo in qualche modo ci fa sentire completi nella condivisione di pensieri, attività e tempo. Ci affezioniamo, stiamo bene quando siamo in sua compagnia, ridiamo e scherziamo, ci sentiamo amati e importanti. La gelosia di un dipendente per il proprio datore di lavoro potrebbe avere a che fare con il sentirsi apprezzati per ciò che facciamo e siamo sul lavoro; il datore di lavoro è colui che che ci dà lo stipendio, le responsabilità, i privilegi, lo scatto di carriera, il riconoscimento delle nostre capacità. E’ facile sentirsi minacciati dall’arrivo di un nuovo collega del quale percepiamo un potenziale sia personale che professionale: il rischio è quello di perdere la considerazione e l’esclusiva, così come la possibilità di avanzamenti di carriera. Ma c’è di più. Da un punto di vista psicoanalitico, nel rapporto dipendente-capo si riattiva la dinamica figlio-genitore, in un certo senso il capo rappresenta nostra madre o nostro padre e la loro considerazione è di vitale importanza per l’autostima.

Quindi di nuovo l’intreccio gelosia-amore. Il sentirsi amati da qualcuno che amiamo ci fa sentire speciali, importanti e completi. Tutti noi abbiamo bisogno di un legame affettivo con qualcuno, è la nostra natura!

La gelosia del passato del partner può recare veramente molto dolore. Siamo perseguitati dal fantasma dell’ex-partner che una volta era al nostro posto. Si sono amati, hanno condiviso viaggi, casa, progetti, sesso. Nella mente del partner attuale scatta il pensiero” e se l’amasse ancora? E se ci ripesasse? E se la vedesse di nuovo, cosa farebbe? Non è che preferisce lei a me?” e così via. Secondo la psicologia clinica la gelosia retroattiva ha molte caratteristiche in comune con il disturbo ossessivo-compulsivo. Pensieri fissi, circolari, tachicardia, controlli compulsivi, appostamenti, pedinamenti, accuse, ricerca di conferme alle ipotesi deliranti. Come nella gelosia “normale”, l’insicurezza è una caratteristica fondamentale, ma in più vi è una componente competitiva che assilla il partner attuale.

Spesso, tra i pensieri fissi del geloso retroattivo ritroviamo l’atto sessuale del partner con l’ex, che ricorda molto quello che secondo Freud è l’ossessione del bambino per la scena sessuale primaria (immaginata o vista per davvero) tra i genitori. Si assiste come spettatore nascosto ai due amanti impegnati nell’atto sessuale, dal quale però ci sentiamo esclusi, lasciandoci dentro un senso di frustrazione, di vuoto e desiderio di possesso.

Il continuo confronto con un ex è una delle caratteristiche principali della gelosia retroattiva:

Infatti racconta Marta:

“Ho conosciuto Andrea quando la sua storia con la moglie era finita da soli due mesi. Ci siamo conosciuti tramite un amico in comune, una sera durante una cena. A me piacque subito: era affascinante, me ne innamorai a prima vista. Tra lui e la moglie era finita in maniera tragica, mi raccontò qualcosa ma non scese molto nei dettagli e soprattutto non ne parlava volentieri….io volevo però capire chi era questa donna, cosa faceva nella vita, com’era fatta….lo vedevo interessato a me, ma ero perseguitata dall’immagine di lei. Ebbi modo di vederla su Facebook: bella e lavoratrice. Sono stati insieme 20 anni e avevano due figli. Più lui dimostrava interesse per me, più che odiavo la sua ex-moglie….non volevo che la vedesse e che ci parlasse. C’era quel tarlo fisso “lui ora è mio”.Questo aveva scatenato molti litigi violenti perché c’erano i figli e doveva per forza tenersi in contatto con la loro mamma.

Non mi davo pace: so che si erano amati, che lui l’aveva amata, sapevo che aveva sofferto per la fine della storia e quando ci siamo fidanzati non sapevo se sarei mai stata all’altezza della sua ex. Non era tanto la paura che mi tradisse con lei, quanto l’ossessione che lui sentisse la sua mancanza, che conoscendomi meglio avrebbe avuto dei ripensamenti….e quando pensavo a loro due insieme mi sentivo messa da parte, derubata!

I pensieri ossessivi che affliggono il geloso sono principalmente 4:

  • io dovrei essere l’unica persona che il mio partner dovrebbe aver mai desiderato
  • se il mio partner ha provato piacere nel fare sesso con un’altra persona, potrebbe tronare a cercarlo
  • se il mio partner ha avuto molte avventure sessuali allora potrebbe lasciarmi per qualcun’altro
  • la mia storia potrebbe essere in pericolo se il mio partner ha dei bei ricordi della sua storia passata

Il confronto ossessivo con un’altra persona, nonostante le motivazioni di partenza più o meno razionalizzate nella mente del geloso, conduce inevitabilmente ad un’altra emozione distruttiva: l’invidia.

La parola gelosia infatti, tradotta in lingua francese sta per risentimento (resentment), il quale a sua volta può essere sinonimo di invidia. Il risentimento è quel sentimento per cui si prova una forte avversione e rabbia per un (presunto) torto subito. Nel caso della gelosia retroattiva, l’ex  suscita risentimento anche solo per il fatto di esistere e di aver fatto parte della vita dell’attuale partner.

Le conseguenze della gelosia retroattiva sono devastanti sia per chi la prova sia per chi la subisce. E non solo, spesso vengono coinvolte anche altre persone che in qualche modo sono vicine al partner e anche solo vagamente in contatto con l’ex. Ad esempio, la cognata che è rimasta in contatto con l’ex moglie del partner attuale, i figli che sono costretti a perdere il rapporto con il padre a causa della gelosia della nuova compagna.

Riuscire a guarire da questo tipo di gelosia fantasmatica è possibile ma come per tutte le cose ci vuole tempo e tanta buona volontà.

Come liberarsi dalla gelosia del passato

 

L’insicurezza è uno dei problemi principali che caratterizzano la persona gelosa. Questo è il primo punto su cui cominciare a lavorare.

Dal momento che ognuno di noi ha un passato, è necessario fare un percorso di accettazione realistica. Se a 30 anni incontrassi una persona che mi dicesse “sei l’unica persona per la quale ho provato una vera attrazione/amore” probabilmente non gli crederei! Tutti noi abbiamo avuto nella nostra vita qualcuno di importante e piacevole, è la vita! Alcuni legami finiscono, rimangono i ricordi ma più passa il tempo e più che ci rinnoviamo, cambiano i nostri gusti, le nostre aspettative, i nostri obiettivi. Il passato è lì, esiste ed è quello che ci ha portato dove siamo siamo adesso.

E’ importante fare considerazioni realistiche sul passato del nostro partner, si potrebbe cominciare con il fare affermazioni positive:

  • è normale che abbia desiderato altre persone prima di me, fa parte della vita, ma adesso siamo qui e abbiamo una vita nuova da goderci. Io non posso essere l’unica!
  • Se il mio partner ha gradito l’intimità sessuale con il suo ex, perché non dovrebbe provare piacere con me!
  • Avere buoni ricordi del proprio passato è ciò di cui ognuno di noi ha bisogno per andare avanti nella vita….i ricordi dolorosi al contrario potrebbero impedirci di vivere serenamente la nostra nuova storia
  • se ci frequentiamo vuol dire che gli piaccio e che con me sta bene.

Ogni innamorato dovrebbe coltivare il proprio legame come se fosse un fiore, preservarlo da attacchi esterni o influenze negative. Fidarsi l’un dell’altro, avere autostima (siamo più attraenti quando ci mostriamo sicuri, autonomi e impegnati in qualcosa di produttivo), ma soprattutto stare bene insieme, essere complici, ridere, progettare, prendersi cura dell’altro attraverso il rispetto e la comprensione.

L’amore genera amore.

 

FONTI

 

https://www.psychologytoday.com/intl/blog/anxiety-files/201902/overcoming-retrospective-jealousy

 

 

Britton R. Sesso morte  e Super-io. Esperienze in psicoanalisi. Editrice L’Astrolabio, 2004

 

Crepet P. Sull’amore. Innamoramento, gelosia, eros, abbandono. Il coraggio dei sentimenti. Einaudi, 2006

 

Maninger N. et al. Imaging, behavior and endocrine analysis in a monogamous primate, Frontier in Ecology and Evolution (2017)

 

Marazziti D. et al. Prefrontal Cortex, dopamine and jelousy endophenotype, CNS Spectrum (2012)

 

Orefice S. La sfiducia e la diffidenza. Metodologia clinica per i casi difficili, Cortina Editore 2002

 

Smith T.W. Atlante delle amozioni umane, Utet editore, 2019

 

 

Miriam Melani

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    Miriam Melani
    Psicologa, Tutor dell'apprendimento. Da anni si occupa di attività disturbi dell'apprendimento (DSA e non), neuroscienze generali.

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