meditazione
Trattare con successo i disturbi alimentari (bulimia, anoressia nervosa e binge eating) continua ad essere una sfida per medici e psicologi dei paesi occidentali e la meditazione è uno dei trattamenti recentemente utilizzati. La meditazione è utilizzata non solo per il trattamento di questi disturbi ma anche come pratica di mantenimento dopo il disturbo, quando la paziente si sta riprendendo e sentimenti di ansia e stress possono causare delle reazioni negative. Se non sono ben gestiti, ansia e stress potrebbero diventare motivo di ricaduta per la persona e farla ritornare ad abitudini alimentari distruttive e all’abbassamento dell’autostima generale.
È una tecnica che nasce nelle culture orientali, migliaia di anni fa. Con il tempo le tecniche si sono modificate con l’intento di sviluppare un metodo attraverso il quale la persona può raggiungere un stato di pace mentale e di tranquillità, permettendo di affrontare meglio lo stress quotidiano. Molti medici ormai la riconoscono e prescrivono ai loro pazienti, migliorandone non solo la qualità della vita, ma riducendo anche i costi di assistenza sanitaria.
La meditazione incoraggia e sviluppa la capacità di concentrazione, la chiarezza, la positività emozionale e determina un modo “calmo” di vedere le cose e la loro vera natura. Con un esercizio costante questa tecnica permette di trasformare la mente e di coltivare in modo positivo il nostro modo di essere e di interpretare le cose.
La meditazione ha l’importante caratteristica di favorire la concentrazione sul momento presente, permette alla persona di non rimuginare su cose accadute nel passato e di ridurre l’ansia per ciò che dovrà accadere, per il futuro. La cosa ottimale della meditazione è che non c’è bisogno di dedicargli molte ore durante la giornata, bastano dieci minuti al giorno per rendere la vostra mente più limpida e calma.
Meditazione e yoga vanno di pari passo, incorporatele insieme e sperimentate diverse tecniche di meditazione se quella che seguite vi annoia, non abbiate paura di esplorare i diversi tipi di meditazione in modo da poter scoprire quali tecniche funzionano meglio per voi. Dopo la pratica di meditazione trovate un tempo sufficiente per riflettere sui vostri pensieri, progetti e obiettivi per il futuro. Annotate su un diario tutti i progressi fatti: vi aiuterà a mantenere un occhio positivo sulle vostre capacità.
Le persone con disturbi alimentari possono avere più di altre la tendenza ad acconsentire eccessivamente alle richieste del mondo esterno, ricordatevi invece di rallentare e di trovare pace con voi stessi. Evitate di fare le cose che non vi piacciono, solo per fare un favore agli altri. Abbiate e maturate la capacità di scegliere cosa è meglio per voi.
L’aspetto più importante è la crescita della consapevolezza. La meditazione ha lo scopo di far concentrare la persona sul presente piuttosto che sul passato o sul futuro.
Quali sono i vantaggi della meditazione e dell’esercizio alla concentrazione e consapevolezza nel trattamento dei disturbi alimentari? Elenchiamone alcuni.
Non esiste un protocollo per il trattamento di tutti i disturbi alimentari, nel senso che spesso un trattamento può essere utile per alcuni ma no per altri. Così come non esistono due fiocchi di neve uguali tra loro, allo stesso modo diverse persone con lo stesso disturbo alimentare possono rispondere diversamente allo stesso trattamento. È per questo che, come dicevo prima, la medicina occidentale cerca di utilizzare forme di terapia alternative. La meditazione è uno di questi tentativi, soprattutto per quei disturbi alimentari che sono radicati nella depressione e nell’ansia. Gli studi dimostrano che una meditazione regolare può contribuire ad alleviare i sintomi e a interrompere le distorsioni cognitive. La pratica della meditazione può insegnare a mangiare per chi soffre di questo disturbo e ad essere più in sintonia con le proprie sensazioni fisiche ed emotive.
I contesti di vita che viviamo tendono a lasciare in noi un costante stato di moto, per le pressioni sociali e le aspettative degli altri. La meditazione ha il ruolo, no di spegnere il nostro cervello, ma di aprirlo alla consapevolezza su se stessi.
Le donne con problemi di bulimia e anoressia nervosa tendono a lottare con i problemi relativi alla perfezione, al controllo e alla critica. Le tecniche di meditazione cercano di offrire un approccio di vita alternativo.
L’evidenza empirica dimostra che la consapevolezza è efficace in quanto produce cambiamenti nella metacognizione legati alle emozioni e ai ricordi. Ciò suggerisce che la consapevolezza può aiutare le persone a mantenere la distanza dalle emozioni negative. Mantenere la “giusta distanza” permette di gestire meglio il proprio rapporto con il cibo.
La disciplina della meditazione comporta anche l’adozione di un atteggiamento di accettazione o distacco. Questo non significa gettare via le emozioni negative, ma insegna invece ad accettare i propri limiti fisici e psicologici. I pazienti imparano che pensieri, emozioni e sentimenti come il dolore sono transitorie e non riflettono necessariamente la realtà. Una discrepanza tra il proprio sé ideale e il sé reale aumenta la probabilità di avere problemi alimentari.
Ci sono dei semplici passi per introdurre la consapevolezza mentre ci nutriamo:
La Harvard Health Publications ha rilasciato quattro semplici modi per incorporare le pratiche della meditazione nella nostra vita quotidiana. Questi passaggi sono consigliabili alle persone che in questo momento soffrono o hanno sofferto di disturbi alimentari, ma non solo, tutti infatti ci possiamo provare.
Questi passaggi richiedono davvero poco tempo durante la giornata, e vedrete che dopo vi sentirete maggiormente a vostro agio nel modo di affrontare le situazioni problematiche. L’utilizzo della meditazione vi aiuterà a vedere in modo più chiaro e consapevole i momenti e le situazioni che vi creano più stress, guardandole in modo più chiaro affrontandole meglio trovando soluzioni più efficaci.
Coloro che mettono in atto questa pratica devono comunque conoscerne le controindicazione. Ne elencheremo alcune.
La meditazione potrebbe portare a un rilassamento talmente profondo che persone che sono più propense alla noia e a sentimenti di vuoto, rischiano un fenomeno chiamato in psicologia depersonalizzazione e derealizzazione, cioè l’esperienza molto particolare di sentirsi come se si stesse vivendo un sogno o un film e provare disconnessione rispetto al proprio corpo e al mondo esterno.
La meditazione potrebbe peggiorare le relazioni sociali e produrre un cambiamento del senso del sé. A volte l’esperienza può essere talmente forte che si possono rivivere eventi traumatici.
Se è vero che da una parte la meditazione riduce lo stress, è anche vero che esistono delle situazioni sociali in cui dobbiamo arrabbiarci e reagire. La meditazione potrebbe rendere la persona passiva.
LINK
-https://www.psychologytoday.com/blog/bottoms/201610/meditation-helps-eating-disorder-recovery
-http://www.freemeditation.com/meditation-basics/
-https://thebuddhistcentre.com/text/what-meditation
– Nied
–https://www.counseling.org/resources/library/vistas/vistas12/Article_32.pdf
-http://www.psicosocial.it/meditare-pericoli-nascosti-meditazione/
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