Abbuffarsi di serie tv: aspetti psicologici del binge watching
Abbuffarsi di serie tv, una moda ormai molto diffusa e al tempo stesso pericolosa. Da un punto di vista psicologico, secondo i ricercatori Robert Kubey e Mihaly Csikszentmihalyi, il desiderio di guardare un grande numero di episodi consecutivamente scaturisce da una reazione chimica cerebrale simile a quella derivata dall’assunzione di droghe, un’attività neurale che si trasferisce dall’emisfero sinistro a quello destro favorendo il rilascio di endorfine, in grado di rilassare lo spettatore e fargli desiderare di prolungare tale esperienza.
Uno studio presentato nei primi mesi del 2015 dai ricercatori dell’Università del Texas, condotto analizzando le abitudini televisive di 316 persone tra i 18 e i 29 anni, ha evidenziato come il binge watching sia correlato a depressione, solitudine, incapacità di autogestirsi e obesità.
Come mai è così forte il nostro bisogno di passare ore e ore di fronte ad una serie tv?
Conosci l’effetto Effetto Zeigarnik?
È il termine tecnico per indicare il nostro naturale bisogno di completamento. “Se siamo interrotti, ci fissiamo nel momento in cui siamo stati interrotti. Ad esempio, se ci sono due o tre patatine fritte lasciate sul fondo del sacchetto, mangerai quelle patatine solo per finirle, anche se in realtà non le vuoi,” sostiene Matt Johnson, professore di psicologia alla Hult School of Business di San Francisco: “A prescindere da quanto ci piace qualcosa, il nostro bisogno di completamento ci fa andare avanti”.
Non è difficile provare a traslare questo modello nel rapporto che abbiamo con le serie tv: quando finisce un episodio e rimane un alone di suspense, di tensione o di dubbio, allora sentiamo l’irrefrenabile bisogno di cliccare il pulsante “Prossimo episodio”.
Di per se, questo fenomeno, non è un istinto del tutto negativo: ci spinge a non lasciare incomplete le cose che portiamo avanti, ci porta a vivere le relazioni pienamente e ci permette di raggiungere ambiziosi obiettivi, evitando di scoraggiarci proprio nel momento nel quale stiamo per portare a termine il risultato.
Tuttavia, questo bisogno è comunque in grado di inserire nuove priorità che, con l’abitudine, diventano incredibilmente dannose.
Ecco che magari potresti cominciare a trascurare il tuo cane e non portarlo fuori solo per vedere la quarta puntata consecutiva di Narcos o potresti accumulare vestiti da stirare solo perché nel tempo libero ti focalizzi soltanto sui monologhi di True Detective.
Abbuffate di serie tv e qualità del sonno
Un nuovo studio affronta proprio questo tema. Hanno indagato scienziati dell’Università del Michigan e dell’Università belga di Leuvenla prevalenza del binge watching e il modo in cui queste sessioni di visione prolungate influiscono sul sonno. Lo studio ha incluso 423 giovani adulti di età compresa tra i 18 e i 25 anni. I ricercatori hanno analizzato le loro normali abitudini di guardare la TV e le loro sessioni di binge-watching insieme a valutazioni sulla qualità del sonno, sulla fatica e sull’insonnia .
Tra le persone che hanno riscontrato problemi di sonno, circa 1 su 3 ha sperimentato scarsa qualità del sonno (insonnia) legata al binge watching.
Perché succede?
Esistono diverse ipotesi. Tra queste, una evidenzia il fatto che essere esposti ad un un contenuto fatto di trame complesse, azione, ma anche di risate o drammi emotivi stimola l’attività cerebrale e la vigilanza, aumentando il livello di attivazione della nostra mente e del nostro corpo che così hanno difficoltà ad addormentarsi.
Inoltre è risaputo che le frequenze di luce più vicine al blu, emesse in dosi massicce dagli schermi, stimolano il nostro cervello facendogli credere che sia il momento della giornata più luminoso della stessa e lasciandolo quindi in uno “stato confusionale” simile al jet-lag.
Se la visione di questo tipo di luce dal televisore è dannosa, lo è ancora di più se ricevuta dallo schermo di tv e cellulare anche solo per il fatto che vengono tenuti molto vicini alla faccia di chi guarda.
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