Trascuratezza materna: una particolare forma di abuso sul bambino
«L’abuso ai danni dell’infanzia è sempre un abuso emotivo. Il trauma non è un singolo episodio isolato, puntuale, il trauma è un disturbo prolungato della comunicazione e della relazione che implica la circolazione di sentimenti. Il trauma non è semplicemente un evento che è capitato, il trauma è una relazione interpersonale traumatica, il trauma è un’interazione continuativa.
Non sono solo le percosse in quanto tali ad essere distruttive. Ovviamente la violenza fisica in sé stessa non è mai positiva, ma è accertato che non risulta particolarmente distruttivo il genitore che dà al figlio delle punizioni violente in un quadro di presenza sufficientemente amorevole e in un quadro di coerenza e di stabilità che consente al figlio di rendere chiaramente leggibile il comportamento genitoriale e definire dentro di sé con chiarezza i criteri del giusto e dello sbagliato. Danneggia molto di più il proprio figlio il genitore che magari non alza mai le mani sul figlio, ma le cui interazioni quotidiane sono caratterizzate da assenza emotiva, indifferenza, incoerenza, rifiuto.» (A. Segati, 1989: n 3).
Trascuratezza materna: il diritto all’amore negato
”Per un bambino il primo punto di riferimento al mondo sono i genitori, in particolar modo la madre. Attraverso questo contatto, impara ad identificare se stesso come un individuo, a relazionarsi al mondo esterno e comincia ad esplorare l’ambiente con sicurezza” (Bifulco, 1998: p. 21).
Appare chiaro come la relazione con la madre getti le basi per lo sviluppo della personalità del bambino. Se questo fondamentale punto di riferimento si mostra disinteressato, trascurante e distanziante, allora il bambino non può far altro che apprendere di essere incapace, non meritevole d’ amore e che il mondo è ostile e infedele. Queste e molte altre ancora possono essere le conseguenze provocate dalla trascuratezza materna, una tipologia di abuso spesso essa stessa “trascurata”, adombrata, talvolta, dai ben più evidenti effetti causati dall’abuso sessuale o fisico.
Definire la trascuratezza materna
La trascuratezza materna (o child neglect) è una forma d’abuso che opera silenziosamente, passa molte volte inosservata e non viene percepita con la stessa gravità del maltrattamento fisico o sessuale (Maiolo, G., Franchini, G., 1996). È pur vero che la negligenza, rispetto a casi estremi di violenza sessuale, permette al bambino di crescere e diventare adulto ma ad un’analisi più approfondita potrà emergere in tutta la sua evidenza come questo adulto porti dentro di sé un mondo interiore sofferente. Partendo da questi presupposti, non stupirà dunque, se si assiste attualmente ad una difficoltà nel rintracciare una definizione univoca di trascuratezza materna.
Le definizioni di negligenza variano all’interno delle diverse discipline e tra i vari gruppi professionali, così, se gli avvocati per esempio focalizzano la loro attenzione solo sul comportamento inadeguato dei genitori, gli assistenti sociali ed altri ricercatori, invece, includono nella definizione l’analisi dei danni fisici o emotivi provocati al bambino. Il dibattito prosegue anche per ciò che riguarda un altro concetto inevitabilmente chiamato in causa con la trascuratezza materna: le cure minime che garantiscono la crescita del piccolo.
Cosa deve essere garantito al bambino affinché il suo percorso di crescita possa dispiegarsi al meglio?
Le cure che i bambini ricevono dai genitori stanno alla base del loro equilibrio emotivo, interpersonale e sociale. «La qualità delle relazioni che essi instaurano con gli altri, inclusi i loro figli quando diventeranno genitori, sarà influenzata dalle esperienze di educazione e cura della propria infanzia» (Reder, Lucey, 1997: p 17). Chiaramente la cura materiale è fondamentale: essere adeguatamente nutriti, coperti, puliti, curati in caso di malattia, sono tutte condizioni essenziali per la sopravvivenza. Ancora, basilare per un buon funzionamento psicologico, è la cura emotiva.
Affinché un bambino possa acquisire un senso di identità, autostima e controllo dell’ambiente, è necessario che abbia un genitore in grado di incoraggiare il contatto sociale del piccolo con i pari, che gli fornisca un’attenta educazione di base sui modi di comunicare e affrontare i cambiamenti della vita. È pure vero che la distinzione tra cure materiali ed emotive è del tutto fittizia in quanto entrambi i tipi di cura risultano notevolmente intrecciati. I più semplici gesti di cura fisica sono caricati e nascondono dietro di sé importanti significati emotivi, come se l’azione di cura materiale fosse diretta espressione del mondo affettivo materno. Se questo mondo affettivo risulta connotato positivamente in termini di interesse e fiducia nei confronti del bambino, egli svilupperà un senso di sé competente.
L’importanza di una base sicura
Garantire una base materiale ed emotiva sicura facilita lo sviluppo dell’autostima, dei sentimenti di autonomia e di empatia per le altre persone. Si parla pertanto di trascuratezza come fallimento delle responsabilità genitoriali nella cura di un bambino nei suoi aspetti materiali ed emotivi.
Una definizione largamente condivisa di child neglect è quella proposta da Polansky: “Una condizione in cui un caregiver responsabile per il bambino, o deliberatamente o con una disattenzione del tutto casuale, permette al bambino di vivere un’esperienza di sofferenza da evitare, e/o fallisce nel provvedere in uno più elementi generalmente essenziali, richiesti per lo sviluppo delle capacità fisiche, intellettuali ed emozionali della persona.” (Polansky et al., 1987: p. 15) .
Diversi livelli di trascuratezza materna
Al di là delle possibili definizioni, i casi di negligenza possono essere collocati lungo un continuum che va da un estremo di negligenza marcata ad uno di negligenza lieve e al cui centro è presente la cosiddetta negligenza moderata.
Per negligenza marcata si intende un persistente comportamento trascurante che provoca seri danni al bambino (per esempio un bambino con una grave malattia a cui non vengono fornite cure e medicine o un bambino che vive in un generale contesto di indifferenza); col termine negligenza moderata si fa invece riferimento più che ad un’assenza del soddisfacimento dei bisogni di prima necessità ad una freddezza emozionale; mentre per negligenza lieve si intende un comportamento disattento, transitorio, provocato spesso dal verificarsi di eventi altamente stressanti all’interno del sistema familiare (per esempio: lutti improvvisi, disoccupazione…) (Bifulco, A., 1998).
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1 Comment
Salve Dottoressa, ho trovato questo suo articolo davvero interessante ed estremamente utile ai fini della tesi che sto elaborando. Le chiedo a tal proposito se potesse condividere la bibliografia che ha consultato. Mi sarebbe davvero di grande aiuto soprattutto perché non riesco a trovare la fonte (Segati A. 1989). La ringrazio