Accumulo compulsivo: cosa è e come gestire l’impulso ad accumulare?
Negli ultimi anni si è sempre più parlato del Disturbo da Accumulo Compulsivo, grazie anche a una trasmissione televisiva che attraverso delle storie reali ha permesso al pubblico di conoscere gli effetti, e a volte anche le cause, di questo problema. Ma i media non riescono a rendere l’idea del sacrificio e della sofferenza che provano queste persone. Uscire da questo disturbo è un processo molto lungo, che ha un costo emotivo e psichico non indifferente per la persona, e tutto ciò purtroppo non riesce a passare per il mezzo mediatico. L’impressione è quella che togliendo il disordine da casa, la persona è miracolosamente guarita, ma voi direste mai che un alcolista è guarito solo perché per una volta ha messo da parte la sua bottiglia?
Si stima che il 2-5% della popolazione presenti questo problema, e che i sintomi interferiscono significativamente con lo svolgimento delle attività di vita quotidiana. Inoltre essendo un disturbo di cui la persona si vergogna, si potrebbe ragionevolmente pensare che la percentuale sia molto più alta. È un disturbo “nuovo” nel senso che per la prima volta se ne parla nel 1996 grazie al Dott. Robert Frost che ha pubblicato il primo modello cognitivo- comportamentale del Disturbo da Accumulo. Prima il disturbo rientrava nel Disturbo Ossessivo- Compulsivo, ma dal 2013 è stato inserito come disturbo a sé, nel DSM-5, il Manuale Diagnostico e statistico dei Disturbi Mentali, riconoscendolo ufficialmente come disturbo psichiatrico, e questo indica un grande passo avanti anche rispetto al trattamento dell’accumulo compulsivo.
Accumulo compulsivo: due comportamenti caratterizzano il problema
Acquisizione eccessiva di oggetti e difficoltà a sbarazzarsi di quelli non più necessari. Quando questo accumulo diventa eccessivo, e sono presenti questi due comportamenti, possiamo ragionevolmente parlare di Disturbo da Accumulo Compulsivo. La quotidianità in casa diventa difficile: le camere sono sommerse da oggetti e perdono la loro funzione; muoversi in casa diventa davvero difficile rendendo impossibile una via di fuga nel caso di un incendio in casa o di una qualunque emergenza in quanto le uscite sono bloccate; l’igiene sarà molto scarsa quindi bisogna aspettarsi di essere infestati da insetti, scarafaggi e anche topi.
Tra gli oggetti che sono accumulati più di altri troviamo:
- Abiti
- Giornali
- Contenitori
- Posta indesiderata
- Libri
- Oggetti artigianali
Accumulo compulsivo: perché accumulare?
Ci sono alcune motivazioni che spingono una persona ad accumulare. Tra queste possiamo individuarne sostanzialmente due: il significato affettivo che attribuiamo all’oggetto e il suo valore. Queste persone possono pensare che un oggetto, tra qualche anno, possa acquisire valore, o che possa “servire” a qualche loro conoscente.
L’altra motivazione, ha a che fare con gli affetti. Spesso gli oggetti accumulati riguardano un ricordo di una persona, per esempio un biglietto dell’autobus dove abbiamo conosciuto il nostro amore. L’aspetto emotivo rende ancora più complessa la possibilità di liberarsi degli oggetti in quanto ha a che fare con l’aspetto depressivo del disturbo più difficile da affrontare e superare, è come se attraverso l’oggetto la persona riuscisse a fermare il tempo, mantenendo intatte le proprie esperienze, gli oggetti quindi sono piccole parti della nostra vita da preservare.
Incapacità a riconoscere ciò che serve realmente
A volte chi accumula perde molto tempo nel cercare di liberarsi da qualcosa, ma il problema sta nel fatto che non sa come fare, non ha le giuste strategie che gli permettono di dire “si questo mi serve”, “si, questo non mi serve e posso buttarlo”. A causa dell’eccesivo accumulo e scarsa igieni nella propria casa, queste persone spesso perdono familiari e amici, in quanto non possono più condividere dei momenti in casa propria, e soprattutto le persone anziane, per le quali diventa sempre più difficile spostarsi da casa, vivono in una condizione di isolamento in quanto i figli non vanno più a trovarli.
Un’altra ragione che spinge ad accumulare, è la paura di perdere informazioni importanti, da ciò l’accumulo di giornali e libri. Le persone che accumulano sono spesso persone intelligenti e curiose per le quali l’informazione diventa quasi una dipendenza. Molti accaparratori si descrivono “drogati di informazioni” , e accumulano grandi quantità di giornali per essere sempre informati in qualunque momento loro vogliano.
Infine alcune persone accumulano senza una ragione profonda, ma semplicemente perché sono attratte dalle caratteristiche dell’oggetto: colore, forma, consistenza. Molte persone che accumulano si descrivono come artisti o artigiani che salvano le cose per promuovere la loro arte.
Qualunque sia la causa una degli effetti più dannosi e pericolosi da non sottovalutare è la solitudine. Rimanere vicino al nostro familiare è il dono più importante che possiate fargli.
I primi sintomi
I primi sintomi di accumulo iniziano durante l’adolescenza e più precisamente intorno ai 13 anni, i quali sintomi sono lievi e progressivi per diventare più gravi nella vita adulta. I sintomi comprendono:
- Difficoltà a gettare via degli oggetti
- Passare del tempo per la raccolta di cose gratis
- Dormire con oggetti sul letto
Frost e Steketee nel loro libro “Tengo tutto” riconoscono alcune cause del disturbo:
- eventi traumatici, e l’accumulo riesce in qualche modo a gestire questo trauma.
- Restrizioni economiche
- Un’infanzia caratterizzata da abusi psicologici
- Fattori genetici
- Lesioni cerebrali o alterazione del funzionamento di alcune aree.
Come mai non si riescono a controllare gli impulsi?
Controllare una compulsione è una delle cose più difficili per una persona con la tendenza ad accumulare, e non solo per lei. Controllare l’impulso significa avere un grandissimo autocontrollo, ma anche riuscire a dare un senso all’esperienza interiore che si sta vivendo nel qui e ora. Significherebbe fare i conti con il proprio mondo interiore, fare i conti con quanto male potrebbero sentirsi se non dovessero acquistare quell’oggetto e quale opportunità potrebbero perdere.
La compulsione ha sempre, in qualunque psicopatologia, il ruolo di calmare i pensieri ripetitivi e spesso negativi che una persona avverte, il comportamento messo in atto avrebbe quindi una funzione potremmo dire sedativa e rilassante.
Accumulo compulsivo: 5 consigli per iniziare a gestirla
Possiamo individuare cinque consigli per superare, o limitare, il disturbo da accumulo compulsivo:
- Valutare le proprie strategie. Chiedersi sempre “ho davvero bisogno di questo oggetto?” è possibile che troviate mille ragioni che vi porteranno ad acquistare quell’oggetto, e allora chiedetevi quando effettivamente lo userete, è un oggetto che vi serve per fare una cosa nell’immediato, o pensate che “forse” in un futuro molto lontano potrà servirvi? Se la risposta è la seconda allora posate subito quell’oggetto. Se un oggetto non è stato utilizzato per anni quasi sicuramente non verrà mai utilizzato. Inoltre non ha senso tenere oggetti con la stessa funzione, disfatevi di tutti quegli oggetti uguali e tenetene solo uno.
- Essere pronti ad affrontare le proprie paure. Smetti di preoccuparti che stai scartando qualcosa di prezioso, non avere paura di rimanere senza quell’oggetto perché nel caso in cui ti dovesse servire per davvero potrai sempre ricomprarlo.
Ordine e accettazione
- Mantieni l’ordine in quello che era il tuo disordine. Una volta che riesci a liberarti degli oggetti e quindi a mettere ordine nella tua casa, e anche nella tua vita, cerca di non ricadere nell’accumulo. Pondera bene le tue scelte, chiediti sempre se l’oggetto è realmente utile, e organizza dei giorni in cui pulire e sistemare casa. Importante sarà la costanza, quindi pensa a un preciso giorno in cui fare le pulizie e rispettalo il più possibile senza procrastinare.
- Accetta l’ aiuto dei tuoi familiari e anche di uno specialista. A volte la situazione è ingestibile in maniera autonoma e diventa necessario chiedere aiuto a uno psicoterapeuta, il quale, attraverso una serie di compiti e strategie, potrà aiutarvi nella gestione della vostra casa e del vostro accumulo.
Accumulo compulsivo: come possiamo aiutare un familiare?
È sicuramente una lotta molto difficile. Anche se ci mettete tutta la vostra volontà, a volte scontrarsi con i rifiuti e la testardaggine del familiare, diventa davvero frustrante e mette in una situazione di impotenza. Il primo passo sarà quello di conoscere la malattia. Bisogna conoscere il proprio nemico per poterlo annientare! Informatevi quindi con dei professionisti del settore, sul perché si sviluppa il disturbo e su come si evolve.
Il secondo passo sarà quello di parlare direttamente con la persona, essere sinceri con lei dicendole che volete aiutarla. Cercate quindi di capire le motivazioni più esplicite del suo accumulo, e quindi cercate di capire se accumula per le caratteristiche estetiche dell’oggetto, perché potrebbe rivelarsi utile un giorno o non riesce a liberarsene per un attaccamento emotivo (le tre motivazioni sopra citate).
Il terzo passo è quello più impegnativo. Bisogna agire senza giudizio! Bisogna essere il più possibile comprensivi nei confronti di chi accumula, perché il giudizio e la critica non servono a nulla, anzi farebbero ritirare sempre di più la persona che già vive in una condizione di solitudine. Aiutate quindi il vostro familiare a riconoscere il fatto che accumulare oggetti non sta facendo altro che rovinare molti aspetti della sua vita, come per esempio l’isolamento sociale, senza tralasciare la pericolosità dell’avere una grande quantità di oggetti in casa.
Accumulo compulsivo: quali sono i trattamenti che al momento risultano più efficaci?
Il disturbo da accumulo compulsivo, come molti altri disturbi psichiatrici, può essere trattato anche con una buona percentuale di riuscita. Tra le varie forme di trattamento troviamo i libri di auto aiuto, partecipare a gruppi di sostegno, psicoterapia individuale e/o familiare.
Erp: Prevenzione della risposta
Tra i trattamenti che negli ultimi anni è risultato efficace contro questo disturbo è l’Esposizione con Prevenzione della Risposta (ERP), che agisce sulla compulsione, facendo liberare il paziente dagli oggetti nel modo più veloce possibile bloccandone ogni controllo, evitando quindi di riflettere sull’oggetto e su cosa sta lasciando. Ma la terapia più utilizzata al momento è quella ad orientamento cognitivo-comportamentale utilizzata anche per il Disturbo Ossessivo- Compulsivo che coniuga ERP con altri aspetti della terapia cognitiva. Il trattamento farmacologico risulta essere a volte fondamentale per ridurre la compulsione ma anche perché riducendo il sintomo diventa più facile iniziare a pensare e riflettere sulle cause, perché solo conoscendo bene le ragioni sottostanti un problema saremo in grado di poterlo fronteggiare ogni qualvolta i sintomi vorranno avere la meglio su di noi.
In ogni caso è molto difficile che la persona da sola riconosca e accetti il proprio problema, proprio perché aver bisogno di alcuni oggetti risulta essere una cosa normale, come anche tenere un ricordo con se può essere una cosa normale e anche piacevole. La situazione si complica nel momento in cui anche altri familiari o le persone che ci circondano mantengono questo comportamento.
BIBLIOGRAFIA
“Tengo tutto. Perché non si riesce a buttare via niente” Frost Randy O., Steketee Gail, 2012
LINK
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1 Comment
Un incubo.
Mia mamma 79 anni, finalmente chiede una mano per le pulizie.
Ma c’ da diventare pazzi con quello che trovi.
E un disturbo di cui io mi rendo conto da tempo e i miei familiari solo ora, loro preferivano non vedere.
Io vorrei aiutare mia madre a godersi quello che le resta della vecchiaia.
Ma ho bisogno di conoscenze che non possiedo.
Vorrei sapere cosa dirle per rallentare un po questo suo disturbo, Per fare in modo che non si affanni in cose inutili, che si diverta con la compagnia dei suoi familiari, o in altri svaghi a lei adatti, invece di isolarsi nell’acquisto compulsivo in un discount
lo vedo che lei è consapevole in parte, ma è più forte di lei. È come una droga.
In sua assenza ho gettato via molte cose e sta volta non se arrabbiata, Ciò per me è la prova che in parte è consapevole ma questo non la frena da continuare a farlo.