Relazione madre bambino: una danza, un magico incontro!

relazione madre bambino

Relazione madre bambino: il magico incontro!

Con il presente contributo inauguro una serie di articoli che avranno lo scopo di indagare gli effetti che provocano nella vita psichica del bambino vittima di “trascuratezza materna”, analizzando questa forma di abuso in tutti i suoi aspetti. In questa prima parte ci si soffermerà sulle principali caratteristiche della relazione madre bambino

Un’analisi della relazione madre-bambino: il contributo di Stern

Sin dalla nascita il rapporto del bambino con la figura materna riveste una fondamentale importanza; è infatti durante i primi sei mesi di vita che il bambino, in un ricco scambio di interazioni con la madre, farà propri modelli che gli consentiranno di “muoversi” nel mondo. Il percorso che condurrà il piccolo a tale conquista è comunque complesso e spetta alla coppia madre-bambino dare vita a «quella danza a cui diamo il nome di interazioni sociali.

Relazione madre bambino: una coreografia di passi di danza!

Questa coreografia biologicamente predisposta, gli servirà come prototipo per tutti i successivi scambi interpersonali». (Stern, 1979: p. 8). Il bambino sarà in grado di impadronirsi dei segnali che gli permetteranno di generare mosse e sequenze, modellandole sul “passo” di quelle materne. Superando la concezione secondo la quale la mente del bambino, nel momento in cui viene al mondo, sia una tabula rasa, è possibile affermare che esso porta con sé una spiccata tendenza a cercare, stabilire e mantenere il rapporto umano; è infatti in grado di partecipare immediatamente alla formazione delle sue prime e più significative relazioni, che si collocano in una «realtà soggettiva costruita inter-soggettivamente» (Stern, 1998) dalla diade madre-figlio. Fin dai primi mesi il bambino è in grado di mantenere o evitare il contatto sociale tramite il coordinamento muscolare del sistema visivo ed il mantenimento della postura, comportamenti che risultano basilari per la regolazione interattiva in fase pre-verbale.

Relazione madre bambino: la capacità di autoregolarsi

Nello specifico, facendo riferimento a micro-comportamenti (espressioni facciali, vocalizzazioni, sguardo, volto, movimenti della testa, prossemica) è emerso cheil bambino è in grado di controllare precocemente le proprie percezioni e di regolare momento per momento la quantità del contatto sociale, agendo un’influenza sull’interazione e autoregolando il suo stato fisiologico interno, il quale risulta inevitabilmente attivato dagli input provenienti dall’ambiente esterno. La madre e le sue «holding sufficientemente buone» (Winnicott, 1971), cercheranno di offrire la stimolazione corrispondente a quel livello ottimale che il bambino è costituzionalmente predisposto ad accogliere, o comunque tenterà di sintonizzarsi affettivamente allo stato mentale del bambino. Il piccolo a sua volta deve essere in grado di “leggere” la risposta manifesta della figura materna e rendersi conto che essa riflette in modo speculare la sua esperienza affettiva originaria.

Relazione madre bambino: la predisposizione naturale alla relazione

È come se la natura avesse dotato l’essere umano, della capacità di entrare in relazione tramite modalità di “essere e stare con” che appaiono evidenti più che mai nella diade madre-bambino; chiunque può aver fatto l’esperienza di assistere a scene quali una madre che culla o semplicemente tiene tra le braccia il proprio bambino e sembra sorprendente il modo in cui i due protagonisti coinvolti nella diade siano tante volte sincronizzati tra loro (nei movimenti, nello sguardo, nei vocalizzi). La natura dei modelli di relazione non è quindi collocabile all’interno del singolo, ma si presenta come il risultato dell’iter storico delle interazioni con la madre. Sono dunque le rappresentazioni degli eventi interattivi che si ripetono nel tempo ad assicurare lo strutturarsi e la continuità dei modelli di relazione (Stern, 1998).

Relazione madre bambino: sequenze, script e modelli operativi interni

Posto di fronte ad un evento interattivo ripetuto nel tempo, grazie alla “ collaborazione” attenta della madre, la quale accentuerà particolarmente mimica, gestualità, vocalizzi e tutto ciò che fa da cornice ai comportamenti sociali, il piccolo dopo una serie di esempi di ripetizione, identificherà i caratteri invarianti di quel particolare momento. Accanto ai momenti,  altrettanto importanti sono le SEQUENZE DI MOMENTI, costituite da diversificati eventi interattivi in sequenza invariante (per esempio la nutrizione, il gioco, il cambio del pannolino etc.). Queste sequenze prendono il nome di SCRIPT (copioni) o SCENARI che, sulla base del loro contenuto, saranno collocate in categorie specifiche definite MODELLI OPERATIVI INTERNI (MOI), (Stern, 1998). I MOI consentono al bambino di plasmare le aspettative, regolare i suoi sistemi interattivi, interpretare gli eventi.

Relazione madre bambino, modelli operativi interni e attaccamento

Nella tradizione il modello operativo interno è sempre stato associato al sistema motivazionale dell’attaccamento mentre esso può essere ugualmente applicabile a molti dei sistemi che chiamano inevitabilmente in causa la regolazione reciproca: gioco, fame, regolazione fisiologica, autocontrollo. Dunque il momento in cui il piccolo diventa capace di fissare la madre con occhi spalancati ed espressivi, rappresenta un evento importante per le forti conseguenze emotive che produce : madre e piccolo hanno stabilito uno stretto legame che sarà il preludio di tutti quei legami che il bambino riuscirà a stabilire con gli altri. Condizione necessaria, quindi, affinché il percorso di sviluppo possa dispiegarsi, sarà in definitiva la creazione di quel particolare tipo di legame a cui viene dato il nome di attaccamento e che cercherò di descrivere nel prossimo articolo.

Bibliografia

  • Stern, D., Le prime interazioni sociali: il bambino e la madre. The developing child, Armando Editore, Roma, 1979.
  • Stern, D., Le interazioni madre-bambino nello sviluppo e nella clinica, Raffaello Cortina Editore, Milano, 1998
  • Winnicott, D., W., Sviluppo affettivo e ambiente. Studi sulla teoria dello sviluppo affettivo, Armando Editore, 1995.
Simona Lauri

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    Simona Lauri
    Psicologa e psicoterapeuta breve strategica. Oltre che offrire interventi di psicoterapia breve, mi occupo di coaching alimentare e sportivo.

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