
sport individuali
Sport individuali: chi ci è portato?
Gli aspetti psicologici del gioco singolo sono complessi.
Come si fa a capire se siamo portati per gli sport singoli o per un gioco di squadra? Sport come il tennis, la boxe, il ping pong, il ciclismo sono tutti sport individuali. Andiamo ad esaminare ciò che comporta giocare singolarmente.
Cos’è lo sport singolo
Il gioco singolo è un gioco in cui, come si dice in gergo, bisogna usare la testa. Di certo non puoi chiedere nel momento della competizione aiuto ad un compagno o avere uno sguardo di conforto in un momento di difficoltà, come accade, invece, negli sport di gruppo. Questi sono alcuni dei motivi per cui ci sono persone portate per giocare con i compagni di squadra e persone che invece bastano a sé stesse, le persone solitarie, lupi senza branco.
È affascinante, a mio avviso, il coinvolgimento emozionale di una persona che si fissa un obiettivo e che cerca in ogni modo di perseguirlo. Basti pensare che le responsabilità del risultato sono concentrate sulla prestazione del singolo. Lo specchio dove il giocatore andrà a guardare e riguardare gli eventuali errori o glorie è del giocatore stesso.
Sport individuali elenco
- tennis
- ping pong
- golf
- boxe
- ciclismo
- triatlon
- la maratona
- e tanti altri
Prendiamo in consegna uno sport come il tennis. Il tennis è uno sport in cui, per essere veramente competitivo bisogna possedere, oltre che una condizione atletica impeccabile, una mentalità in cui la prerogativa è la focalizzazione dell’obiettivo. Questo porta ad essere, concentrati, resilienti, flessibili mentalmente, fiduciosi nei propri mezzi, coraggiosi, tutti elementi che sono necessari per costruire il successo.
“Il tennis è lo sport in cui parli da solo. Nessun atleta parla da solo come i tennisti. I lanciatori di baseball, i golfisti, i portieri borbottano tra sé, ovviamente, ma i tennisti parlano con se stessi – e si rispondono. Nella foga di un incontro, i tennisti sembrano dei pazzi per la strada, che farneticano, imprecano e dibattono accesamente con il proprio alter – ego. Perché? Perché il tennis è uno sport così maledettamente solitario. Soltanto i pugili possono capire la solitudine dei tennisti … Nel tennis sei faccia a faccia con il nemico …”[1]
La sfida con il proprio avversario è una questione, oltre che di colpi balistici, di forza mentale, di volontà e di cuore.
Un fattore che poche volte viene menzionato è la conoscenza del proprio avversario. Se giochi in un collettivo ci sono vari giocatori che possono determinare l’esito di una partita o di un incontro. Se giochi 1 vs 1 invece il responsabile sei tu e, conoscere e studiare il comportamento verbale e non verbale è per finissimi giocatori e lo rendono letteralmente un killler del gioco. Gli sguardi, il respiro, la tensione nervosa che il viso cela, sono indizi che fanno capire quando attaccare ferocemente per conquistare la vittoria e, giocando 1 vs 1, può essere determinante.
In uno straordinario libro Agassi, noto tennista pluricampione, racconta i preparativi che aveva prima di una gara. La routine era per lui, come per molti altri campioni, un’azione fondamentale per la concentrazione.
La routine per un giocatore singolo è composta da una serie di gesti che permettono al cervello di prepararsi al meglio, quasi fosse un motore che deve raggiungere la temperatura ideale per scatenare al massimo la potenza.
La lucidità mentale, qualità fondamentale, talvolta però viene minacciata dal calo fisico che, non riuscendo più a sostenere gli sforzi atletici, concentrazione e decisioni non hanno la stessa precisione che nella freschezza dell’inizio.
Perchè e chi può fare uno sport individuale?
Bigliografia
Open – La mia storia di Andre Agassi, Einaudi, 2011
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