Molte persone pensano -erroneamente- che il disturbo ossessivo compulsivo (DOC) si manifesti unicamente come quella condizione in cui le persone si lavano le mani eccessivamente o controllano ripetutamente di aver chiuso la serratura. In realtà esistono molti sottotipi di DOC.
In questa articolo verrà descritta la situazione in cui la scrupolosità (che caratterizza chi è vittima di un disturbo ossessivo compulsivo) si concentra su questioni quali religione, morale ed etica.
Uno dei primi riferimenti documentati di disturbo ossessivo compulsivo si trova in un sermone del 1691 del vescovo John Moore di Norwich, nel quale si parla di uomini e donne sopraffatti da pensieri indesiderati e tormentati da sensi di colpa e di vergogna. Tale condizione fu descritta come “malinconia religiosa.” I preti, inoltre, avevano iniziato a notare che alcuni fedeli partecipavano al rito della confessione più volte al giorno e più volte confessavano gli stessi peccati e mancanze.
La paura più grande era il timore che tali peccati potesse metterli di fronte al giudizio divino e alla dannazione eterna. Il loro costante stato di penitenza e l’assoluzione erano in grado di fornire soltanto una fugace sensazione di pace ma non era sufficiente per eliminare la preoccupazione sperimentata.
Col senno di poi, attualmente, possiamo affermare che, la maggior parte delle volte, tale fervore religioso è la manifestazione di un DOC noto come scrupolosità. Molte persone, indipendentemente dalla religione, risultano essere ossessionate da sentimenti di dubbio, senso di colpa e ansia su una questione che per loro è di vitale importanza: la fede.
La scrupolosità è una forma di disturbo ossessivo compulsivo religioso in cui l’ansia primaria della persona consiste nella paura di essere colpevole di non rispettare al meglio i dettami della religione, di possedere sempre un alto senso etico o una morale perfetta. Coloro che sono afflitti da questo tipo di scrupolosità temono che il loro sforzo costante di vivere secondo i valori spirituali e religiosi, non sia mai abbastanza e che ogni gesto da loro compiuto possa esporli al peccato.
Una domanda che frequentemente viene posta in seduta dai pazienti con doc di tipo religioso è più o meno la seguente: “Come faccio a sapere che quello che sto vivendo è frutto della scrupolosità dettata dal problema e non un peccato attuale, o la mancanza di fede, o addirittura un attacco demoniaco?”
La risposta a questa domanda e il conseguente stato di ansia, agitazione e preoccupazione risiede nella tendenza da parte della persona a pretendere da se stessa la perfezione. Vi è una differenza significativa tra sentirsi condannati dalla propria fede, ma perseguire comunque le proprie convinzioni e dedicare un’attenzione eccessiva ed un’enorme quantità di tempo ed energia per cercare di seguire perfettamente le regole religiose.
Mentre la scrupolosità può apparire molto diversa dalla tradizionale manifestazione del DOC, quelli con ossessioni religiose, morali ecc… sperimentano lo stesso ciclo compulsivo ossessivo tipico di altri doc – ossessione, ansia, messa in atto di rituali, sensazione momentanea di sollievo che dura pochi istanti.
La scrupolosità religiosa può esprimersi attraverso qualsiasi pensiero, immagine, sentimento, luogo, persona, ecc, che fornisca uno spunto per scatenare l’ossessione. Ad esempio, vedendo una persona attraente in chiesa può nascere un pensiero sessuale che a sua volta attiva un desiderio ossessivo di “eliminare tale pensiero” e sostituirlo con pensieri “puri, sani, puliti”. Se l’individuo con DOC religioso possiede una convinzione estremamente rigida rispetto ai pensieri di tipo sessuale, si scatenerà il ciclo di ansia e preoccupazione.
Coloro che soffrono di Scrupolosità, chiaramente, cercano di mantenere rigorosi standard di perfezione religiosi, morali ed etici.
In possesso di una visione rigida, alcuni dettami religiosi presenti nei testi sacri, conducono le persone con questo disturbo a sperimentare non soltanto un senso di colpa intenso, ma anche ansia rispetto alla minaccia della punizione eterna per aver violato anche uno solo dei precetti religiosi. In preda a tali emozioni il soggetto avverte il bisogno impellente di adottare tutte le azioni compulsive per ricavare una sensazione di sollievo.
Le ossessioni possono includere qualsiasi pensiero o immagine mentale che rappresentano la prova del fallimento religioso, morale o etico, tra cui:
In chi soffre di Scrupolosità religiosa, troviamo i seguenti rituali:
Paradossalmente sono proprio questi rituali a innescare e mantenere il problema stesso.
All’interno di questo tipo di trattamento psicologico, una volta definito il problema e le relative tentate soluzioni messe in atto dal soggetto per cercare di fronteggiare il problema stesso, vengono fornite tecniche paradossali, prescrizioni e stratagemmi finalizzate a fornire un nuova “esperienza emozionale correttiva”, ovvero aprire al paziente una nuova “finestra” dalla quale vivere o osservare la realtà. La logica, spesso paradossale, che sta alla base del trattamento strategico per il DOC e in particolar modo gli stratagemmi fondati sulla “prescrizione del sintomo” orientati a rendere il rituale volontario, spogliandolo della sua dimensione compulsiva, aiutano il paziente a ridurre la sofferenza generata dal disturbo.
L’approccio strategico breve, inoltre, attribuisce una fondamentale importanza ai rituali, dal momento che un’attenta analisi di quest’ultimi, permette una risoluzione del problema. In particolare, l’intervento strategico breve, attraverso l’uso di peculiari tecniche di comunicazione terapeutica (che “sposano” la logica del paziente) e l’uso di prescrizioni da eseguire tra una seduta e l’altra, sono in grado di rompere la rigida credenza che è alla base del disturbo ossessivo-compulsivo religioso.
http://www.ocdla.com/blog/scrupulosity-ocd-religion-faith-belief-2107
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