Il self talk, dialogo interiore nel mental training e nello sport
Capita a tutti, nel corso della giornata, di pensare e immaginare tra sè, all’interno di un vero e proprio “dialogo interiore”, eventi, situazioni o persone. In procinto ad un importante un colloquio di lavoro, per esempio, possiamo anticipare mentalmente le domande che ci farà il selezionatore e le nostre eventuali risposte. “Siamo ciò che pensiamo”, recita un antico canone buddista ed effettivamente, i nostri pensieri e la nostra personale costruzione della realtà, influenzano inevitabilmente le nostre azioni, sia positivamente che negativamente.
Il self talk come strategia vincente
Accompagnare l’esecuzione di un gesto o affrontare una situazione, con un corollario di pensieri positivi o, viceversa negativi, infatti, è in grado di indirizzare l’esito stesso delle situazioni. Se quanto finora affermato, è valido per qualsiasi ambito della nostra vita, risulta di fondamentale importanza, nello sport.
In ambito sportivo, infatti, i pensieri che accompagnano un atleta, prima-durante e dopo una gara, influenzano notevolmente la prestazione e i risultati sportivi. Per questo motivo, all’interno di un programma di mental training, vengono utilizzate tecniche costruite ad hoc, per migliorare il self-talk (dialogo tra sè) dell’atleta.
Self talk negativo: quali sono i pensieri che influenzano negativamente, con maggior frequenza, la prestazione di un’atleta?
- E se, durante la partita, mi farò male?
- Farò, sicuramente, una brutta figura!
- Non riuscirò a battere il mio record personale
- Sono in ansia
- Mi sento confuso
- E’ una gara troppo importante, potrei sbagliare per il nervosismo!
- Non mi sono allenato abbastanza!
- Non ce la farò mai!
- Non sono concentrato
- Ho avuto poco tempo per allenarmi bene
- Deluderò il mio allenatore
- Quell’avversario è più forte di me non potrò mai batterlo!
Self talk positivo: quali sono i pensieri che influenzano in maniera positiva una prestazione?
- Mi piace fare questo sport
- Sono in grado di affrontare questa gara
- Sono rilassato e concentrato
- Se sbaglio, posso sempre recuperare
- Quell’avversario è forte ma io ho altre qualità per poterlo battere
- Posso resistere
- Mi sono allenato a sufficienze a sono pronto per la gara
- Una sconfitta non fa di me un’atleta fallito
Sarà compito del mental trainer: supportare l’atleta, lungo un percorso che trasformi i pensieri negativi dello sportivo, in pensieri positivi e far sì che, pensieri negativi, ansie, preoccupazioni e confusione, non vadano ad inficiare l’esito della prestazione. Per fare ciò, sarà importante andare ad analizzare quali sono i pensieri che accompagnano l’atleta prima, durante e dopo la gara, con particolare attenzione,sia ai pensieri negativi sia a quelli positivi che hanno accompagnato le sue migliori performances e indirizzarlo, attraverso sessioni di allenamento guidato, ad avvicinarsi spontaneamente verso un self-talk sempre più funzionale.
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