Manipolazione psicologica e Gaslighting: il manipolatore in azione

Manipolazione psicologica e gaslighting: il manipolatore in azione

manipolazione psicologica

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Gaslighting: il manipolatore in azione

L’esempio del gaslighting, descritto nel precedente articolo, mette in evidenza le classiche modalità di azione di un manipolatore: per riconoscerlo si può fare riferimento ad alcune caratteristiche che illustrerò nel seguente articolo.

Innanzitutto, i manipolatori presentano uno stile di personalità molto simile fra loro: sono personaggi generalmente intelligenti, brillanti, non per forza belli ma quasi sempre affascinanti, hanno spiccate abilità comunicative e celano dietro una calma apparente, un’indole violenta che si esprime con i gesti e le parole.

È facile che alternino stati emotivi in cui sono piacenti ed amabili a situazioni in cui diventano del tutto intrattabili.

Nel peggiore dei casi si tratta di psicopatici: personalità con una grande abilità nel dissociarsi dalle emozioni altrui, incapaci di provare empatia ed esenti da qualsiasi tipo di rimorso: per loro la sofferenza dell’altro non ha nessun significato.

Gaslighting: il grande inganno della manipolazione psicologica

Il Gaslighter fa prima sentire le sue vittime importanti, si guadagna credibilità, affetto ed instaura una relazione importante con la persona in questione, ma è proprio quando questa si sentirà più sicura che metterà in atto la sua strategia: ora che ha la fiducia dell’altro, tutte le critiche saranno accettate a fin di bene.

Allo stesso modo il manipolatore continuerà a dire alla vittima che sembra stralunata, che ultimamente sembra essere cambiata e che tende a perdere colpi, a non ricordare nulla. 

A poco a poco, a furia di sentirsi dire che le proprie percezioni sono sbagliate, la persona in questione comincerà a credere a quello che gli viene detto e penserà di essere “strana” e e di essersi inventata tutto. Ciò rende molto vulnerabile la vittima che andrà a cercare riparo proprio tra le braccia del suo carnefice che si mostrerà “fintamente premuroso”. In questo modo si crea un forte rapporto di dipendenza affettiva.

Manipolazione psicologica e gaslighting infantile

Durante una sua conferenza per TED talks, la giornalista pluripremiata Ariel S. Leve ha voluto raccontare la sua storia di gaslighting infantile.

Ariel è figlia di genitori appartenenti ad una classe agiata, la madre era una poeta famosa e apprezzata e organizzava continuamente feste nella loro casa nelle quali gli invitati si divertivano, suonavano e chiacchieravano fino a tardi. Insomma, un ambiente spumeggiante e divertente, ma sicuramente inadatto a crescere una bambina che frequentava le scuole elementari.

La piccola Ariel quando non riusciva ad addormentarsi per il frastuono a tarda notte, scendeva nella rumorosa sala e faceva una scenata urlano di tacere.

La manipolazione attuata dai genitori in questo caso si è basata sulla negazione dei fatti accaduti: una volta sveglia qualsiasi riferimento ai fatti avvenuti la notte precedente veniva negato spudoratamente dai genitori che asserivano di non ricordare nulla riguardo i rumori notturni o le proteste della figlia.

In pratica, al posto di assumersi le proprie responsabilità, semplicemente accusavano la propria figlia di sollevare una polemica per nulla.

Crescendo la giornalista ha cominciato a risentire di questa assurda modalità: ha smesso di fidarsi di se stessa e ha cominciato, di conseguenza, a fidarsi sempre meno degli altri. Se nella sua condizione d’origine era un comportamento adattivo, nella vita le ha impedito a lungo andare di credere in se stessa e nelle proprie relazioni. 

Leggi i miei articoli sul gaslighting:

Gaslighting: cosa è?

Gaslighting: come combatterlo?

Simona Lauri
Simona Lauri
Simona Lauri
Psicologa e psicoterapeuta breve strategica. Oltre che offrire interventi di psicoterapia breve, mi occupo di coaching alimentare e sportivo.

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