Acrofobia, paura dell'altezza: 4 consigli per gestirla

acrofobiaAcrofobia, paura dell’altezza: 4 consigli per gestirla

“Può succedere a tutti di fare l’esperienza di avvertire un forte senso di vuoto o vertigini, nel momento in cui ci si trova ad un’altezza piuttosto elevata (per esempio in cima ad una montagna o anche semplicemente nei piani alti di un palazzo). Tutti i sintomi fisici che avvertiamo (tachicardia, tremori, capogiri ecc) , sono assolutamente “normali”, poichè, sono “utili” per proteggerci dai pericoli esterni; in questo caso, dunque, la “leggera sensazione di paura” che proviamo ci aiuta ad evitare di cadere nel vuoto.

Nel momento in cui, la leggera paura diventi eccessiva e i sintomi fisici molto forti, al punto tale da creare sofferenza e disagio, è possibile parlare di acrofobia.

Per acrofobia si intende, infatti, la fobia vera e propria dell’altezza e di trovarsi, pertanto, in edifici alti,in cima ad una montagna ecc…

La persona, dunque, ha paura di cadere o teme di perdere il controllo di sé e di gettarsi nel vuoto.

Acrofobia: quali sintomi?

I sintomi che accompagnano l’acrofobia, solitamente, sono: vertigini o capogiri, un fortissimo senso di vuoto, battito del cuore accelerato, mancanza di respiro, fino ad arrivare a sensazione di svenire e ad attacchi di panico veri e propri. Accanto a questi sintomi fisici, si accompagnano,  talvolta, “immagini, fantasie di cadere e farsi male, ecc…”

La persona che soffre di acrofobia può arrivare, perfino a sperimentare quella che viene definita “ansia anticipatoria”, vale a dire, provare i sintomi appena descritti, semplicemente immaginando o anticipando mentalmente la situazione che più teme (immaginare di trovarsi in cima ad un palazzo, in una montagna ecc… ) e a partire da ciò, iniziare a evitare puntualmente tutte le situazioni che potrebbero metterla in contatto con la propria fobia. C’è chi, in casi estremi, per esempio, finisce con l’evitare perfino di salire le scale, prendere gli ascensori, o affacciarsi da balconi recintati, anche ad altezze “medie”. Nei casi in cui la persona non possa a fare a meno di evitare, è molto frequente che questa chieda a parenti, amici, di farsi accompagnare ed affrontare con qualcuno la situazione.

Cosa fare per gestire l’acrofobia?

Per  tentare di gestire al meglio la paura dell’altezza:

  1. È consigliabile, innanzitutto, cercare  di entrare in un’ottica mentale ben precisa, vale a dire: “solo se affronto in prima persona le mie paure,  queste si ridimensionano”.  Se evitare, per esempio, sembra la soluzione giusta perchè fa sentire “protetti” in realtà, è proprio questa soluzione che contribuisce ad ingigantire la fobia.
  2. A partire da questa premessa, potrebbe essere utile, procedere per micro-obiettivi. La persona, dunque, potrebbe avvicinarsi gradualmente alla propria paura, ”misurando”, di volta in volta, il suo limite di “sopportazione”; per esempio, potrebbe decidere di salire al primo piano di un palazzo, attendere un pò, soffermarsi su tutto ciò che le sta intorno, per poi tornare indietro. In seguito, la persona potrebbe decidere di compiere un ulteriore step, per cui la volta successiva, scegliere di salire al secondo piano, ecc…
  3. Per i più “coraggiosi” esistono, invece, corsi in cui vengono simulate le arrampicate, all’interno delle quali, attraverso “personale qualificato”, si affrontano timori e paure.
  4. E’ importante precisare che, nel momento in cui la fobia diventa eccessivamente invalidante, al punto tale da compromettere la vita quotidiana della persona, è consigliabile rivolgersi ad uno psicologo, col quale intraprendere un percorso orientato al superamento della fobia stessa.

Guarda il video della puntata “Extreme, oltre i limiti”, nel quale troverai il mio intervento sull’acrofobia.

Dott.ssa Simona Lauri, Psicologa Milano

 

 

 

Simona Lauri

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    Simona Lauri
    Psicologa e psicoterapeuta breve strategica. Oltre che offrire interventi di psicoterapia breve, mi occupo di coaching alimentare e sportivo.

    1 Comment

    1. Guido ha detto:

      Bell’articolo, mi ci ritrovo, specie nell’ansia anticipatoria. Generalmente quando ho paura ad affrontare una situazione in cui mi trovo in situazioni parecchio “aeree”, quindi senza appigli per le mani, la mia mente immagina possibili pericoli, anche altamente improbabili, e purtroppo non riesco a controllarla razionalmente.

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