Provocazioni e offese: come gestirle?
Nel precedente articolo ho descritto le prime due strategie utili a gestire ed affrontare al meglio provocazioni e offese verbali. Qui di seguito, invece, passerò in rassegna gli ultimi cinque consigli, da applicare se vogliamo cominiciare ad assumere un atteggiamento più assertivo, nel corso di discussioni o conflitti.
Contro-domande
1) Per le relazioni private o di lavoro che vorreste continuassero a funzionare bene, potrebbe essere utile dare all’altro una seconda “chance”, ponendogli delle “contro-domande antidoto”. Tale tecnica consiste nell’estrapolare da quanto detto dall’altro, le parole che ti hanno colpito e domandarne l’esatto significato; in alternativa si può considerare l’intera affermazione e chiedere all’altro il motivo che lo ho portato a dire determinate cose. Per esempio di fronte all’affermazione da parte del marito: “questo piatto non ti è riuscito benissimo”, la moglie anziché “sentirsi offesa”, potrebbe domandare “cosa intendi per non ti è riuscito benissimo?” Facendo questa domanda, la persona potrebbe scoprire che il marito ha apprezzato il piatto e che voleva soltanto consigliare, per la prossima volta, di aggiungere qualche spezia…per renderlo ancora più buono”
Il silenzio
2) Scegliere il silenzio, un silenzio che è diverso da quello derivante dal fatto di non trovare la risposta giusta o trattenersi dal non dire nulla. Il silenzio intenzionale che viene percepito e vissuto diversamente; se si sceglie deliberatamente di non rispondere, infatti, si avverte una maggiore serenità . Ricordate: la provocazione che non ottiene reazione, smette di essere tale.
Complimenti inattesi e cambio di argomento
3) Di fronte ad una persona che vi “provoca”, mostrando atteggiamenti di “superiorità ” e saccenza eccessiva, la controstrategia migliore è quella del “complimento inatteso”, vale a dire, rispondergli con gentilezza; infatti solitamente, “chi abbraccia l’avversario, lo “immobilizza”; provate, pertanto, a rispondere con una frase che decanti, in maniera inaspettata, le qualità della persona; in questo modo finirete per spiazzarla.
4) Cambiate argomento, scegliendo un “terreno neutro” o qualcosa che sia piacevole per entrambi o ancora, “confondete” l’interlocutore con frasi senza senso, ad esempio un proverbio che non c’entra assolutamente niente con ciò che l’interlocutore ha detto. In questo modo, sposterete l’attenzione della persona, che si soffermerà a ricercare un senso o un interpretazione a quanto gli stato detto.
Ridimensiona le aspettative
5) Ridimensionate le vostre aspettative ed evitate di eleggere il vostro interlocutore a giudice assoluto. Cominciate a pensare che non si deve per forza “impressionare” l’altro con battute o affermazioni forti o giuste, quanto piuttosto, decidere, adottando le strategie descritte, di evitare di “sprecare energie” su discussioni e incomprensioni e indirizzarle, invece per la realizzazione dei propri obiettivi e del proprio personale benessere.
Bibliografia
B.Berkhan, Piccolo manuale di autodifesa verbale, Hoepli, 2012