Assertività e comunicazione: come fare a imparare a dire di no?

Assertività: impariamo a dire NO!

Chi pratica tra di voi l’assertività? Vi è mai successo, per evitare di deludere il vostro migliore amico o per compiacere il capo, di aver detto “si” ad una richiesta o a un favore anche quando avreste voluto dire semplicemente “NO””? Saper dire di no senza temere di essere giudicati negativamente dagli altri e vivendo privi di ansie per le eventuali conseguenze, può essere veramente molto difficile. Come descritto in un precedente articolo, l’assertività indica quella capacità sociale che consente alla persona di relazionarsi al mondo in maniera equilibrata, nel rispetto sia delle proprie caratteristiche personali e abilità, sia nel rispetto delle persone che ci circondano.

Una persona che si ispira ai principi dell’assertività, dunque, costruisce relazioni positive senza dovere “sacrificare” sè stessa o senza dover necessariamente aggredire gli altri, riesce a tracciare in maniera netta ma allo stesso tempo flessibile un limite fra sè e il mondo e le sue richieste e per tale motivo è in grado di dire no o esprimere il proprio parere senza nessun timore. Le persone caratterizzate da una bassa autostima, invece, appare poco assertive perchè pensano che sia fondamentale doversi adattare a tutte le aspettative che gli altri nutrono su di loro Per loro risulta molto complicato fissare dei confini nel rapporto con gli altri e pertanto, spesso, nel dire di No, provano vergogna e senso di colpa.

Proprio per evitare tali emozioni negative la persona anassertiva finisce col dire continuamente si, ma, come ben sappiamo, fare le cose contro la propria volontà e possibilità porta soltanto farla sentire ancora più “usata” e arrabbiata.

E’ possibile imparare a dire no? Ecco qui di seguito dei piccoli consigli da mettere in pratica per imparare a dire di no serenamente, poter utilizzare una comunicazione efficace e fare propri i principi dell’assertività

Assertività: Meglio un no oggi che lo stress domani

Semplicità e chiarezza sono due parole chiave per imparare a dire no. Nel caso in cui, di fronte ad una richiesta che sentiamo immediatamente di non volere assecondare, è utile, esordire subito con un semplice e diretto: “NO, mi spiace ma non posso”. Per chi desidera motivare il rifiuto è importante fornire una spiegazione, comunicandola senza esitazione e in maniera chiara e comprensibile (“No, mi spiace, ho un altro impegno”, “No, mi spiace, non ho tempo sufficiente per poterti venire incontro)

Assertività: Decisione importante? Non temere di prendere tempo

A differenza del consiglio precedente, nel caso in cui vi troviate di fronte ad una richiesta nei confronti della quale vi mostrate indecisi se accettare o meno, soprattutto nel caso di richieste importanti (per esempio il capoufficio che vi chiede di fare una trasferta  improvvisa o ancora, decidere se concedere o meno un prestito ad un amico), è consigliabile prendersi il tempo adeguato per decidere, valutando i pro e i contro. E’ importante tenere a mente che è un nostro diritto concederci del tempo per le decisioni importanti. Comunichiamo serenamente all’altro la nostra intenzione di non dare una risposta immediata ma che preferiamo prenderci del tempo, per evitare di dare risposte avventate. Comunicando serenamente all’altro la nostra intenzione, non solo eviteremo di dare risposte affrettate e di conseguenza provocare anche spiacevoli conseguenze, ma trasmetteremo all’atro  l’idea di una persona seria e responsabile.

I “vorrei, ma non posso”

Un ulteriore modo per dire di no che permette di non sentirsi obbligati a dover dire di si per timore di urtare la sensibilità della persona che ci fa una richiesta, consiste nel rispondere: “Mi spiace, vorrei ma non posso”. Tramite questa affermazione, infatti, comunichiamo all’altro il nostro desiderio di volerlo aiutare, facendolo sentire accolto, ma al contempo di non poterlo aiutare a causa di altri impegni.

Attenti al non verbale

Quando comunichiamo con gli altri è importante prestare attenzione non solo a ciò che diciamo ma anche al modo in cui comunichiamo il nostro messaggio. All’interno del processo comunicativo, infatti, è possibile individuare tre differenti livelli: il livello verbale che attiene a quanto espresso, attraverso il linguaggio; il livello paraverbale che fa riferimento al tono, al timbro e al volume di voce utilizzati per comunicare, ed infine, il livello non verbale, ovvero il linguaggio del corpo (postura, gesti, sguardo, mimica del volto ecc..). Nel momento in cui diciamo no è consigliabile utilizzare un livello non verbale che sia coerente e confermi il nostro rifiuto, senza inviare all’altro una sensazione di incertezza. E’ consigliabile, pertanto, un tono di voce fermo e deciso e guardare negli occhi l’interlocutore.

Chiedi e…ti sarà dato!

Accanto alle difficoltà che si incontrano spesso nel dire di no, altrettante resistenze si incontrano nel momento siamo noi stessi a dovere fare una richiesta. Chiedere un consiglio, un parere o anche aiuto, suscita spesso in alcune persone delle resistenze che finiscono col posticipare continuamente il momento della richiesta, anche quando questa è importante per la persona stessa. Cosa spinge una persona ad evitare di fare richieste?

Le trappole insidiose anassertive

In genere si cade all’interno di “trappole mentali”, ovvero, pensieri, credenze sul messaggio implicito che accompagna l’effettuare una richiesta. Tra le possibili “trappole” possiamo individuare pensieri del tipo “Se chiedo, penseranno che sono debole”, “Se chiedo dimostro che non sono in grado di risolvere i miei problemi da solo/a”, o ancora, “Non posso fare questa richiesta, perché rischierei di fare una brutta figura”, “Se chiedo, rischio di mettere a disagio la persona o di ferirla.”. A partire da tutte questi pensieri disfunzionali la persona “si sacrifica” finendo con lo sperimentare frustrazione, scarsa stima di sé, rabbia.

Cosa fare per cambiare?

Al fine di cambiare atteggiamento e iniziare ad adottare un comportamento assertivo è importante, prima di tutto, iniziare a pensare che chiedere è un nostro diritto, che non esiste solo il “dovere” di assecondare sempre gli altri e che le relazioni equilibrate sono quelle connotate da un dare e un ricevere reciproco. Per fare una richiesta è consigliabile: guardare l’interlocutore negli occhi e oltre che spiegare chiaramente alla persona in cosa consiste la tua richiesta, è importante soffermarsi sul come ti sentiresti tu se accogliesse la tua richiesta.

Sì ai complimenti

Spesso molte persone avvertono un forte senso di imbarazzo nel fare apprezzamenti e persino a riceverli. Dietro tale difficoltà si nasconde, spesso, la credenza secondo la quale occorre diffidare da chi ci fa i complimenti, dal momento che l’intento potrebbe essere quello di aggirarci o manipolarci per scopi personali. Dall’altro lato ricevere complimenti crea spesso un notevole disagio dal momento che si è convinti che accettare i complimenti sia indice di mancanza di umiltà. Al contrario, invece, fare e ricevere complimenti, così come esporre le criticità, è utile poiché fornisce all’interno della relazione un feedback che può aiutare a rendere il rapporto con gli altri molto più autentico. Anche in questo caso è consigliabile utilizzare un linguaggio semplice, mantenendo un contatto oculare diretto con la persona con la quale stiamo interagendo.

E voi quanto vi sentite in grado di dire no? Riuscite ad essere assertivi?

Simona Lauri

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    Simona Lauri
    Psicologa e psicoterapeuta breve strategica. Oltre che offrire interventi di psicoterapia breve, mi occupo di coaching alimentare e sportivo.

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