Diete fallimentari: 7 motivi per cui le diete sono un fallimento

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Diete fallimentari: 7 motivi per cui le diete sono un fallimento

“Basta, da lunedì mi metto a dieta!”, “Da domani dieta ferrea e palestra…e questa sarà la volta buona che dimagrisco!”.

Alzi la mano chi tra di voi non ha mai pronunciato frasi di questo tipo per poi ritrovarsi, sempre nella medesima situazione: intraprendere una dieta dimagrante restrittiva, perdere peso, riuscire a mantenere il peso forma per un certo periodo di tempo per poi ritrovarsi nuovamente a “cedere” alla passione del cibo, riprendere tutti i chili persi con tanto sacrificio, abbandonare definitivamente la dieta di mantenimento per poi decidere di cominciare con una nuova dieta efficace e veloce.

Il risultato di uno stile alimentare di questo tipo ricorda il famosissimo Mito di Sisifo, condannato dagli dei, a trasportare un gigantesco e pesantissimo masso lungo il pendio di una collina al fine di farlo rotolare dall’altra parte ma, una volta raggiunta la vetta, il masso, quasi come spinto da una forza divina, scivolava nuovamente a valle e Sisifo era costretto a ricominciare da capo. E questo per l’eternità.

Diete fallimentari: la fatica di Sisifo

Tale punizione conosciuta come “la fatica di Sisifo” è passata alla storia per indicare un lavoro vano, che comporta grandi sacrifici e pochi risultati, esattamente come l’impresa dieta.

Dieta dukan, dieta a zona, dieta del limone ecc…nell’infinito mare magnum di diete dimagranti efficaci, al di la delle differenze di contenuto che intercorrono tra una e l’altra, esiste una caratteristica che le accomuna, vale a dire, l’impossibilità a mantenere per un lungo periodo di tempo le restrizioni imposte dalla dieta.

Diete fallimentari: i 7 errori commessi da chi si mette a dieta

Il Centro di Terapia Breve Strategica di Arezzo, diretto dal professore Giorgio Nardone, ha individuato quelli che possono essere definiti i 7 errorri, le 7 tentate soluzioni fallimentari messe in atto da chi decide di intraprendere una dieta.

E voi conoscete i 7 errori? Scopriamoli una alla volta.

Diete fallimentari-errore numero 1: l’effetto trasgressione, più divieto-più desidero

diete fallimentariChi è a dieta, avrà fatto l’esperienza di ritrovarsi a sperimentare, semplicemente richiamando alla mente un cibo vietato dal proprio regime alimentare, perchè eccessivamente calorico, una serie di reazioni fisiologiche in grado di innescare un dirompente desiderio nei confronti del cibo bandito. Cosa si nasconde dietro questo meccanismo? Il desiderio irrefrenabile, nasce semplicemente dal divieto che noi stessi ci siamo autoimposti con la dieta. Più una persona assume un atteggiamento rigido e di divieto assoluto nei confronti dei cibi calorici, tanto maggiore sarà il desiderio e la forza con la quale ci si ritroverà a trasgredire. Consiglio: evitate di selezionare rigidamente i cibi all’interno della vostra dieta e iniziate a pensare e ad accettare l’idea che dentro di noi, accanto ad una parte razionale, quella che possiamo controllare, esiste una parte molto più viscerale e istintiva, che ama abbandonarsi ai piaceri della vita, cibo compreso.

Diete fallimentari-errore numero 2: l’effetto condanna, il successo apparente

Con questa tipologia di errore, si fa riferimento ad una delle caratteristiche più subdole delle diete. Più precisamente per successo apparente si intende il perdere realmente peso nel corso della dieta stessa, riuscire a mantenere il peso forma per un pò di tempo per poi tornare a trasgredire e riprendere i chili persi; a questo punto la persona, frustrata e delusa da se stessa, abbandona definitivamente la dieta per ritornare, più avanti, “alla carica” con una nuova dieta dimagrante.

Tutta la dinamica è frequentemente accompagnata da un continuo alternarsi tra la sensazione di successo e illusione di aver raggiunto il proprio obiettivo e la sensazione di frustrazione e delusione nel momento in cui si rimpiomba nel vortice del cibo. Questo copione fallimentare, tende a ripetersi frequentemente, con il conseguente e noto effetto yoyo, oltre alle ripercussioni a livello di autostima (“sono una persona debole”, “sono incapace a raggiungere i miei obiettivi”)

Diete fallimentari-errore numero 3: l’effetto evitamento, per evitare le sensazioni, rinuncio alle sensazioni

diete fallimentariQuesta tipologia di errore è commessa, principalmente, da quelle persone che, proprio grazie all’evitamento completo sono riuscite a mantenere il loro peso ideale ma pagando tutto ciò caro prezzo. In che senso? Chi ha raggiunto l’obiettivo di perdere chili velocemente attraverso il divieto costante di avvicinarsi ai cibi considerati pericolosi, solitamente tende a rinunciare a tutte quelle sensazioni che possono in qualche modo richiamare il piacere connesso al cibo e non solo (ad una cena al ristorante, per esempio, ordinano sempre e soltanto cibi dietetici e guardano con espressione mista fra tristezza e disgusto, chi si lascia abbandonare ai piaceri della tavola)

La falsa credenza che si nasconde dietro questo tipo di comportamento, è la convinzione che essere magri equivalga ad essere più belli e desiderabili agli occhi degli altri. In realtà, l’eccessivo controllo esercitato per dominare e tenere a bada l’impulso di cedere al cibo e a qualsiasi altra forma di piacere, trasforma queste persone, in soggetti “freddi”, privi di fascino. Emerge, dunque, come l’obiettivo finale che la persona si è posta (piacere agli altri), in realtà non venga raggiunto. Inoltre, un atteggiamento “ascetico” di questo tipo può essere considerato, in alcuni casi, predittore di un disturbo del comportamento alimentare come l’anoressia mentale caratterizzata dall’esclusione totale di ogni forma di piacere.

Diete fallimentari-errore numero 4: l’effetto ribellione, poichè non ci riesco mi lascio andare

diete fallimentariChi cade nel circolo vizioso delle diete inefficaci, rischia di andare incontro ad una soluzione erronea e dannosa: dopo numerosi tentativi di diete fallite, demoralizzati e frustrati, la persona può decidere di abbandonarsi completamente alla soddisfazione totale del piacere culinario. Ciò significa che, oltre ad interrompere l’attività fisica, queste persone, senza nessuna via di mezzo, si lasciano travolgere, senza alcun tipo di freno, alla passione del cibo. E’ come se placassero il loro senso di frustrazione, di fallimento e di inadeguatezza, tuffandosi in tutto quello che erano riusciti senza risultato a tenere a bada con la dieta dimagrante.

Numerosi sono, inoltre, gli studi che testimoniano come questo sia l’atteggiamento tipico dei giovani delle nuove generazioni, sempre più sovrappeso e a rischio obesità; un atteggiamento lassista che rispecchia il clima socio-educativo eccessivamente protettivo e permissivo nel quale vivono, finalizzato ad evitare loro ogni tipo di sofferenza ma che, al contrario, li conduce a vivere la vita con maggiori difficoltà e sensazioni di disagio e inefficacia.

Diete fallimentari-errore numero 5: l’effetto lotta continua, devo consumare più di quanto mangio

diete fallimentariUn’altra tentata soluzione inefficace messa in atto da chi è perennemente a dieta, è rappresentata dall’ossessione dell’esercizio fisico e della palestra. La credenza erronea che si nasconde dietro questa categoria di comportamento, è la convinzione di aver trovato nella palestra e negli estenuanti esercizi fisici, il modo per potere bruciare calorie velocemente. A partire da tale credenza, il passo a trasformare la ginnastica in vera e propria ossessione, da dovere fare obbligatoriamente, ogni giorno, per almeno un’ora circa, è breve.

Ma cosa succede quando innesco un meccanismo di questo tipo? Il più delle volte, a causa dello sforzo compiuto, si assiste, nella persona, ad un aumento della sensazione di appetito. Più si mangia, inoltre, più ci si dovrà sottoporrei a duro esercizio fisico, fino a che, distrutti dalla stanchezza non si giunge al crollo definitivo, con il conseguente abbandono di ogni tipo di attività fisica. Ancora una volta, il senso di sconfitta è dietro l’angolo.

Diete fallimentari-errore numero 6: l’effetto idraulico, se mangio troppo vomito

diete fallimentariAccanto alla ginnastica estenuante, una pericolosa e subdola modalità utilizzata da chi desidera perdere peso o mantanerlo, senza dover rinunciare ai piaceri del cibo, è la pratica del vomito autoindotto. I vantaggi che comporta una pratica di questo tipo non sono indifferenti, dal momento che a differenze delle modalità astinenti, il vomito autoindotto, consente non solo di abbandonarsi totalmente ai piaceri della tavola, ma permette anche di mantenere il peso forma o addirittura dimagrire. Questa tentanta soluzione, rappresenta, l’errore più pericoloso, visto che può trasformarsi a tutti gli effetti in una compulsione basata sul piacere, conosciuta come disturbo da vomito o vomiting, che finisce col diventare un disturbo del comportamento alimentare ben strutturato a cui la persona non può e non riesce a rinunciare e con tutte le conseguenze negative, fisiche e psicologiche, che un disturbo di questo tipo provoca.

Diete fallimentari-errore numero 7: l’effetto delega, la pasticca miracolosa

diete fallimentariRientrano in questa categoria, tutte quelle persone che riconoscono di possedere poca volontà e di non essere in grado di affidarsi alla proprie capacità o, ancora, chi si è arreso totalmente dopo un numero indefinito di diete fallite. Quale soluzione migliore, in casi come questi, se non l’uso di una “magica” pillola dimagrante?Di fronte a eventi che non è in grado di gestire, solitamente, l’uomo tende ad affidarsi, attraverso un processo di autoinganno psicologico, a prodotti, oggetti “magici” in grado di proteggerci e renderci forti.

La situazione, nel caso dei prodotti dimagranti, si complica ulteriormente dal momento che le case farmaceutiche e i mass media, tendono a presentare tali prodotti come l’esito di studi scientificamente precisi ed efficaci, motivazione, questa, in grado di spingere, molta gente a delegare ad una pillola il raggiungimento di quello che dovrebbe essere un obiettivo frutto delle proprie azioni. Le conseguenze provocate da chi decide di affidarsi ad un aiuto esterno, a livello di autostima, oltre che, talvolta a livello fisico, non sono di certo indifferenti.

Verso soluzioni più efficaci: la dieta paradossale.

Essere a conoscenza dei più comuni errori commessi da chi decide di mettersi a dieta, non deve rappresentare un motivo di sconfitta. A partire da questi, infatti, unitamente ad altre strategie più efficaci, il centro di terapia breve strategica di Arezzo, ha messo a punto la cosiddetta dieta paradossale di cui mi occuperò prossimamente.

Qui di seguito propongo una scena tratta dal film con Alberto Sordi “Le vacanze intelligenti” che mostra, con molta ironia, come sia facile lasciarsi andare ai piaceri del cibo.

Bibliografia

  • Nardone G., La dieta paradossale, sciogliere i blocchi psicologici che impediscono di dimagrire e mantenersi in forma, Ponte delle Grazie, 2007

Simona Lauri

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    Simona Lauri
    Psicologa e psicoterapeuta breve strategica. Oltre che offrire interventi di psicoterapia breve, mi occupo di coaching alimentare e sportivo.

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