Ortoressia: l'ossessione per il cibo sano. Consigli per gestirla

ortoressia

Ortoressia: ossessione per il cibo “perfetto”

In un epoca nella quale l’obesità’ è diventata una vera e proprio emergenza sanitaria, cercare di mangiare sano rappresenta una scelta corretta.
In alcuni casi, però, cercare di mantenere un’alimentazione il più possibile sana ed equilibrata può arrivare a trasformarsi in una vera e propria ossessione.
Se ti capita di rifiutare di mangiare cibo considerato “non salutare”, cominci a saltare pranzi e cene di famiglia e al ristorante, escludi totalmente il cibo che una volta amavi, oppure non riesci a consumare nessun pasto che non sia preparato con le tue mani, potresti essere “vittima” di un nuovo disturbo chiamato ortoressia.

Che cos’e’ l’ortoressia?

L’ortoressia può essere definita una fissazione ossessiva che porta la persona a dover mangiare solo e soltanto cibi considerati sani.
Identificata come disturbo alimentare negli anni ’90, gli esperti credono che si sia diffusa notevolmente negli ultimi anni, attraverso la diffusione del marketing che ruota attorno ai cibi alimentari biologici e dai consigli propinati dai media.
Come l’anoressia anche l’ortoressia e’ un disturbo che si basa sulla “privazione alimentare” ma, diversamente dall’anoressica-o, il paziente ortoressico controlla maggiormente la qualità del cibo, rispetto alla quantità.

Ortoressia: come si manifesta

“Chi è vittima di ortoressia, inizia armato di buone intenzioni (“voler mangiare sano”) ma questa intenzione finisce col trasformarsi in un eccesso estremo.”, lo afferma la portavoce dell’accademia di nutrizione e dietetica Marjorie Nolan, specializzata nei disturbi alimentari. “ Se qualcuno soffre di ortoressia, di solito evita qualsiasi alimento confezionato, evita lo zucchero e la farina bianca, un cibo considerato quasi “intoccabile” a meno che non sia certificato come biologico. Perfino il pane integrale che è molto salutare e con alto contenuto di fibra, viene evitato, perché comunque e’ stato lavorato in qualche modo.”

L’ortoressico può arrivare, inoltre, ad eliminare interi gruppi di alimenti, come per esempio i latticini o i cereali, fino ad arrivare ad escludere più categorie di cibi, spinti dalla ricerca della perfezione. Nei casi più gravi, l’ortoressia può portare a malnutrizione ed altri disturbi fisici.

Un disturbo asocializzante

Condividere i pasti con parenti e amici, è un momento conviviale piacevole che, però, per gli ortoressici si può trasformare in una situazione fortemente ansiosa.
Per un ortoressico, dunque, il pranzo con la famiglia può trasformarsi in un campo minato,dal momento che mangiare cibo non considerano “perfetto” o preparato da qualcun altro causa una quantità enorme di ansia
Chi soffre di ortoressia solitamente non riesce a gustare il cibo nello stesso modo di una persona che non ne soffre.

La strada per la guarigione e piccoli consigli

L’ortoressia e’ un disturbo alimentare che può avere ripercussioni gravi sulla salute mentale e fisica, le persone che ne soffrono, in alcuni casi, necessitano di un aiuto professionale.

In alcuni casi, invece, è possibile mettere in pratica i seguenti consigli per gestire l’ortoressia:

  • Violazioni giornaliere: per imparare a godere nuovamente dei piaceri del cibo ed  in particolar modo per tornare a mangiare con maggiore serenità, provate, ogni giorno, ad introdurre una piccola violazione rispetto al vostro schema alimentare previsto (per es. mangiare due patatine fritte…)
  • Accetta piccoli “imprevisti”: periodicamente prova ad assaggiare nuove pietanze o scegli nuovi ristoranti senza consulatare prima il menù.
  • spesso, dietro questo disturbo, si nasconde la disinformazione su argomenti quali cibo e nutrizione. Nolan afferma: “le persone con questo tipo di disturbo sembrano degli esperti di scienza della nutrizione, ma spesso non possiedono informazioni accurate e veritiere. Talvolta le loro fonti sono giornali oppure blog non attendibili.”

Accanto ad un percorso terapeutico, può essere utile un confronto con un nutrizionista qualificato che può aiutare a “correggere” le credenze sbagliate rispetto a che cosa si intende veramente per mangiare sano.

Fonte

Simona Lauri

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    Simona Lauri
    Psicologa e psicoterapeuta breve strategica. Oltre che offrire interventi di psicoterapia breve, mi occupo di coaching alimentare e sportivo.

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