Peter Pan, Rapunzel, la bella addormentata nel bosco, sono tutti personaggi delle favole e dei cartoni animati Disney, a noi conosciuti. Questi stessi protagonisti, però, sono stati presi in “prestito” dalla psicologia per descrivere alcune caratteristiche di personalità, talvolta anche con dei tratti “disfunzionali”. Molti di questi “disturbi” non sono riconosciuti dalla Comunità Scientifica, ma sicuramente, fanno riferimento a “copioni” comportamentali molto diffusi. Analizziamo insieme queste sindromi disney
Oggi passere in rassegna 5 sindromi Disney
Peter Pan è il ragazzo destinato a non crescere mai. La psicologia indica col termine sindrome di Peter Pan, quelle persone che si caratterizzano per una marcata immaturità emotiva e una tendenza spiccata ad evitare ruoli e responsabilità importanti. Da numerosi studi si è visto che è tipica degli uomini, mentre di riflesso, tra le donne sembra essere più diffusa la sindrome di Wendy (donne che svolgono perennemente il ruolo di “mamme”).
La storia della bella addormentata ha come protagonista Aurora, che a 16 anni, a causa di un incantesimo, cade in un sonno profondo. Nella vita esiste un disturbo neurologico piuttosto raro, noto col nome di sindrome Klene-Levin, che provoca ipersonnia e periodi caratterizzati da tendenza a dormire per molte ore al giorno e alterazione del comportamento. Durante episodi di questo tipo, il paziente prova molta sonnolenza, trascorre gran parte della giornata e della notte a dormire e riesce solo a svegliarsi per soddisfare i bisogni primari (mangiare, bere…). Questi episodi possono durare anche parecchi mesi andando ad inibire e compromettere seriamente la vita sociale e lavorativa della persona.
Raperonzolo è la principessa nota per la sua lunga e folta chioma. Nella pratica clinica si indica con Sindrome di Rapunzel (chiamata anche tricofagia) un disturbo, in grado di provocare seri problemi intestinali, caratterizzato dalla compulsione a mangiare i capelli. La persona vittima di questo disturbo, prova piacere o seda la sua ansia, ingoiando i capelli.
Bambi, il piccolo cerbiatto che rimane orfano di mamma, è usato in psicologia per indicare una personalità eccessivamente sensibile, sentimentale e che si batte unicamente per l’affermazione dei diritti altrui. Possono arrivare a sviluppare una morale rigida che le porta a vivere costantemente profondi sensi di colpa per non essere in grado di “salvare il mondo”.
Tutti conosciamo la storia di Cenerentola e le pesanti ingiustizie che è stata costretta a subire dalla matrigna e dalle sorellastre. In psicologia, si parla di complesso di Cenerentola per indicare quelle donne che sviluppano una dipendenza affettiva patologica. Accanto a questa caratteristica, si affianca la credenza -che alimenta il problema stesso- che soltanto il “principe azzurro” potrà aiutarla a realizzare i propri desideri.
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