Stress come un virus? Lo stress può essere contagioso?

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Lo stress può essere contagioso?

Secondo una studio condotto da alcuni ricercatori europei, lo stress sarebbe contagioso. La ricerca ha scoperto che osservare situazioni stressanti può essere sufficiente per far rilasciare al nostro organismo il cortisolo, l’ormone responsabile dello stress.

Stress empatico

Più precisamente si parla di stress empatico, dal momento che questa condizione insorge quando -a vivere un evento stressante- sono persone a noi vicine (il partner, amici, parenti).Tuttavia, per esempio, anche la semplice osservazione delle condizioni difficili in cui si ritrovano gli stranieri –attraverso immagini video- è stata sufficiente per innescare, in alcuni soggetti, una forte condizione di nervosismo. Nella nostra società lo stress  empatico -dicono i ricercatori del Max Planck Institute for Cognitive and Brain Sciences di Lipsia- è un fenomeno che non dovrebbe essere ignorato da categorie professionali quali medici professionisti e operatori della salute.

Questo fenomeno rappresenta una grave minaccia per la salute, poiché è in grado di provocare una serie di problemi psicologici come burnout, depressione e ansia. Anche coloro che conducono una vita relativamente tranquilla, entrano costantemente in contatto con persone stressate: sia a lavoro che in televisione, c’è sempre qualcuno che sta vivendo situazioni stressanti e questo può influenzare il contesto di vita generale della persona, in maniera fisiologicamente quantificabile, attraverso un aumento delle concentrazioni di cortisolo. “Il fatto che abbiamo potuto realmente misurare questo stress empatico -nella forma di un significativo rilascio di ormone- è stato sorprendente “, ha affermanto Veronika Engert, una delle studiose.

La ricerca

Dalla ricerca è emerso che le reazioni di stress empatiche potrebbero essere indipendenti dalle personali reazioni di stress di fronte a situazioni difficili. Durante lo “stress test”, i soggetti del test hanno dovuto svolgere delle difficili operazioni aritmetiche mentali e delle interviste, mentre, due “presunti” analisti comportamentali valutavano le loro prestazioni . Solo il 5% dei soggetti direttamente coinvolti nella prova è riuscito a mantenere la calma; gli altri hanno sperimentato elevate condizioni di nervosismo.

Parallelamente, il 26% degli osservatori non direttamente coinvolti nell’esecuzione del test,  ha mostrato un significativo aumento del cortisolo. Questa particolare condizione aumentava quando chi non era coinvolto in prima persona nel test, si trovava a dover osservare il proprio partner (anche se  durante la visione di un perfetto sconosciuto, lo stress empatico è stato comunque individuato nel 10% degli osservatori).

Le conclusioni della ricerca

Ciò significa che la vicinanza emotiva è un fattore che facilita l’insorgere dello stress, ma non è una condizione necessaria e sufficiente per il verificarsi di questa condizione. Quando gli osservatori venivano posti  davanti all’evento stressante, attraverso uno specchio unidirezionale, infatti, anche ben il 30% di loro ha sperimentato una risposta elevata allo stress. Presentando, inoltre, la situazione di stress test  virtualmente -tramite la trasmissione video- i livelli di cortisolo del 24% degli osservatori si è innalzato. “Questo significa che anche i programmi televisivi che riportano la sofferenza di altre persone possono trasmettere emozioni negative ai telespettatori”, ha affermanto Engert.

Sono oramai numerosi gli studi che testimoniano che lo stress si trasforma in problema nel momento in cui si presenta come condizione cronica. In alcune situazioni, lo stress è utile e funzionale perché è quel  meccanismo evolutivo che attiva il nostro organismo e ci fa affrontare determinati pericoli. Quando si è esposti a situazioni pericolose, dunque, è normale che  il nostro corpo risponda con un aumento del cortisolo.” Sono i livelli di cortisolo costantemente elevati che provocano effetti negativi a lungo termine, sul sistema immunitario e neurologico.”

Ciò vuol dire, per esempio, che le persone che lavorano come badanti o che aiutano familiari cronicamente stressati, hanno maggiori probabilità di soffrire le conseguenze potenzialmente dannose di questo fenomeno.

I risultati dello studio hanno anche “smascherato” un pregiudizio molto comune: uomini e donne -in realtà- sperimentano reazioni di stress empatiche con uguale frequenza.

Gli studi futuri sono destinati a rivelare esattamente in che modo lo stress empatico viene trasmesso e cosa fare per ridurre la sua influenza potenzialmente negativa sulla nostra vita.

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Simona Lauri

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    Simona Lauri
    Psicologa e psicoterapeuta breve strategica. Oltre che offrire interventi di psicoterapia breve, mi occupo di coaching alimentare e sportivo.

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